DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Transcript della presentazione:

DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Matteo 13,24-30

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:

«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.

Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò.

Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.

Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”.

Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”.

“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.

Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori:

Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».  

DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Matteo 13,24-30

LASCIATE CHE L’UNA E L’ALTRO CRESCANO INSIEME FINO ALLA MIETITURA

La parabola della zizzania ha una dimensione ecclesiologica.

La chiesa di Matteo è un corpus mixtum, nel senso che vi fanno parte dei cristiani provenienti dal giudaismo e dal paganesimo, ma anche nel senso che in essa vi sono forti e deboli, semplici e istruiti, persone maggiormente sante e altri che più facilmente cadono preda del peccato e del vizio.

E questa, in verità, è la realtà di ogni comunità cristiana E questa, in verità, è la realtà di ogni comunità cristiana. Come già del gruppo dei Dodici riunito attorno a Gesù. Così, la chiesa appare una scuola di pazienza e un'occasione di esercizio della mitezza.

Costitutiva dell'agire di Dio, la mitezza è essenziale anche agli uomini e all'agire ecclesiale.

Essa non appare tanto come debolezza o impotenza, ma come volontà e capacità di dominare la propria forza, di governarla, di addomesticarla, di orientarla.

La mitezza di Dio appare come pazienza, attesa dei tempi dell'uomo, fiducia accordata all'uomo: «Dopo i peccati, tu concedi il pentimento» (Sap 12,19).

La mitezza appare ancora come non esclusione, non estirpazione, capacità di non dare giudizi ultimativi e senza scampo, ma come capacità di convivere con il negativo (parabola della zizzania).

LASCIATE CHE L’UNA E L’ALTRO CRESCANO INSIEME FINO ALLA MIETITURA