LE COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE
COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE chetoacidosi diabetica (coma chetoacidosico) sindrome iperosmolare non chetotica (coma iperosmolare) - coma ipoglicemico
Insulino-deficienza ormoni controinsulari (assoluta: diabete tipo 1 (infezioni, infarto, relativa: diabete tipo 2) ictus, interventi chirurgici) IPERGLICEMIA - Coma chetoacidosico (diabete tipo 1) - Coma iperosmolare (diabete tipo 2)
Chetoacidosi diabetica (DKA) o Coma chetoacidosico
CHETOACIDOSI DIABETICA Definizione La chetoacidosi diabetica è uno stato carenza assoluta o relativa di insulina aggravata dalla conseguente iperglicemia, disidratazione ed acidosi. Si considera presente quando la glicemia è superiore a 300 mg/dl, sono presenti chetonemia e chetonuria, è presente acidosi (pH < 7,30) i bicarbonati plasmatici sono inferiori a 15 mEq/l.
FISIOPATOLOGIA # deficit di secrezione insulinica # il muscolo, il tessuto adiposo ed il fegato non captano il glucosio # gli ormoni della controregolazuone aumentano la scissione dei trigliceridi, la proteolisi e la gluconeogenesi #la beta-ossidazione degli acidi grassi non esterificati aumenta la formazione dei corpi chetonici # acidosi per liberazione in circolo di idrogenioni da parte dei chetoacidi # l’incremento degli idrogenioni viene inizialmente tamponato dagli anioni HCO3- # la riduzione dei livelli circolanti di HCO3- induce acidosi che viene corretta dalla respirazione( respiro di Kusmaul) # l’iperglicemia induce diuresi osmotica con perdita di elettroliti, disidratazione cellulare, ipovolemia, insufficienza renale che peggiora l’ acidosi
Coma chetoacidosico Eziopatogenesi Gluconeogenesi Iperglicemia diuresi osmotica disidratazione
chetogenesi determinata dallo squilibrato rapporto insulina/ glucagone: aumentata lipolisi con aumentata produzione di acidi grassi liberi, dovuta alla perdita della azione inibitoria dll’insulina sulla lipolisi acetone, acetoacetato, betaOH
Coma chetoacidosico - l’ acidosi metabolica acuta del coma chetoacidosico possibilmente mortale, complica il diabete di tipo 1 - caratterizzata da un’aumentata concentrazione plasmatica di glucagone e da due conseguenze metaboliche: 1) gluconeogenesi massimale con ridotta utilizzazione periferica di glucosio; 2) attivazione della chetogenesi
Coma chetoacidosico Epidemiologia -il 5-10 % dei ricoveri ospedalieri di pz. diabetici sono dovuti ad episodi di chetoacidosi - il diabete di tipo 1 all’insorgenza è complicato da chetoacidosi nel 3-8 % dei casi - la mortalità per coma chetoacidosico è del 2,3% - 7% di tutti i i ricoveri per chetoacidosi
CAUSE Le cause principali della chetoacidosi sono: infezioni principalmente urinarie (40%) sospensione della terapia insulinica (25%) diabete all’esordio (15%) Altre cause sono le associazioni con: interventi chirurgici, traumi, stress Cause non determinate 20%
SEGNI E SINTOMI SEGNI CLINICI SINTOMI Cute secca e disidratata Cachessia Sete Tachicardia Polidipsia Ipotensione arteriosa Poliuria-nicturia Nausea Odore di frutta marcia dell’alito Vomito Ipotermia Astenia Ipotensione dei bulbi oculari Crampi Muscolari Coma o stato saporoso Anoressia o bulimia
Coma chetoacidosico Diagnosi - iperglicemia (> 300 mg/dl) e glicosuria - chetosi (chetonemia e /o chetonuria): + - acidosi metabolica (pH <7.3, HCO3 <15 mEq/L)
CASO CLINICO 1 Un bambino di 10 anni (~30 kg) si presenta con i genitori in PS con storia di: recente calo ponderale importante (5 kg) vomito con sonnolenza da circa 1 giorno
APPROCCIO INFERMIERISTICO 1. OSSERVAZIONE (ISPEZIONE) Disidratazione della cute e delle mucose, sonnolento e rallentato ma orientato T/S. Alito acetonemico 2. RILEVARE I PARAMETRI VITALI ED ESEGUIRE UN DTX PA 90/60 mm HG, TC 37ºC, FC 110 bpm, R. Glicemia 480 mg/dL, se disponibile striscia per chetoni: +++ 3. ESEGUIRE UN PRELIEVO DI SANGUE VENOSO PER ESAMI EMATOCHIMICI E DELLE URINE Emocromo, Na, K, urea, creatinina, glicemia, EGA venoso, osmolarità plasmatica, esame urine o in aternativa stick (infezioni, chetonuria) 4. POSIZIONARE UN ACCESSO VENOSO
Approccio alla persona - Valutare temperatura e caratteristiche della cute ricercare presenza di: # alito acetonemico # alterazioni dello stato di coscienza
Coma chetoacidosico dati di laboratorio Valori di laboratorio alla presentazione di chetoacidosi glicemia: >300 mg/dL pH: <7.3 HCO3 : < 15 mEq/L Osm plasmatica: aumentata Attenzione al K: inizialmente invariato, poi
Messaggio chiave L’approccio al paziente con chetoacidosi severa è lo stesso che per ogni paziente critico Il paziente in coma, specie se vomita richiede protezione delle vie aeree e sondino nasogastrico Il paziente severamente disidratato richiede una vigorosa reidratazione con soluzione fisiologica
TERAPIA L’obiettivo della terapia è quello di : L’obiettivo della terapia è quello di : correggere la disidratazione, risolvere l’acidosi e la chetosi, normalizzare la glicemia, correggere la perdita di volume plasmatico e di elettroliti nel tempo (k)
La terapia della chetoacidosi diabetica si basa su quattro presidi fondamentali: 1- Reidratazione 2- Infusione di potassio 3- Terapia insulinica 4- Infusione di bicarbonati Il tutto con pompa per infusione
Monitoraggio PA E FC BILANCI GLICEMIA K
Messaggio chiave: Il deficit di potassio nella chetoacidosi diabetica è elevato anche quando i sui livelli sierici risultano paradossalmente normali a causa dell’acidosi che provoca un passaggio di ioni H+ dentro le cellule ed una fuoriuscita di K+ Piccole variazioni di potassio possono avere effetto importanti sul ritmo cardiaco e sulla funzione miocardica Le variazioni rapide della potassiemia possono causare conseguenze che mettono in pericolo la vita
Una reidratazione eccessivamente aggressiva o eccessivamente Messaggio chiave: Una reidratazione eccessivamente aggressiva o eccessivamente ipotonica può causare edema cerebrale specie nei bambini
CONSEGUENZE DELLA CORREZIONE TROPPO RAPIDA DELL’IPER- E DELL’IPOSODIMEIA
Coma iperosmolare o Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Definizione Sindrome caratterizzata da una severa iperglicemia, da iperosmolarità plasmatica e da intensa disidratazione in assenza di una significativa chetoacidosi
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Epidemiologia Insorge più frequentemente in soggetti anziani (57-69 anni) affetti da diabete di tipo 2 spesso non diagnosticato o di lieve intensità e con una o più cause favorenti la disidratazione
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica: patogenesi iperglicemia diuresi osmotica aumento osmolarità perdita urinaria H2O ed eletttroliti diarrea vomito disidratazione insuff. renale diuretici coma iperosmolare
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori precipitanti - infezioni (polmoniti, infezioni vie urinarie, ascessi e gangrena arti inferiori) - ictus cerebri - infarto del miocardio
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori iatrogeni - Aumentato carico osmotico nutrizione enterale o parenterale soluzioni ipertoniche glucosate ev. - Perdita di acqua diuretici dialisi - Fase post-operatoria
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Fattori iatrogeni Farmaci che inibiscono la secrezione o l’azione dell’insulina -Corticosteroidi
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Caratteristiche ematochimiche - Glicemia molto elevata (talora > 600 mg/dl) - Osm plasmatica molto aumentata - ph arterioso ≥ 7,30 Bicarbonatemia > 15 mEq/l Aumento della sodiemia (>135 mEq/L)
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Quadro clinico - Alterazioni del sensorio (cefalea, sonnolenza, fino al coma) - Disidratazione intensa secchezza della cute e delle mucose assenza sudorazione ipotonia bulbi oculari - Ipotensione, tachicardia compensatoria, possibile febbre (se presente infezione)
CASO CLINICO 2 Un uomo di 76 anni obeso si presenta con febbre e ulcera infetta al piede sinistro. Afferma di sentirsi stanco da 2 settimane circa. A richiesta esplicita riferisce cefalea e sete intense nello stesso period. T 102, HR 92, BP 130/79, RR 22, sats 100% WBC 30K, Hgb 15, Platelets 425K
APPROCCIO INFERMIERISTICO 1. OSSERVAZIONE (ISPEZIONE) Disidratazione della cute e delle mucose. A livello dell’alluce sinistro presente lesione ulcerate arrossata e purulenta 2. RILEVARE I PARAMETRI VITALI ED ESEGUIRE UN DTX PA 90/60 mm HG, TC 39ºC, FC 110 bpm, R. Glicemia 500 mg/dL, se disponibile striscia per chetoni: - 3. ESEGUIRE UN PRELIEVO DI SANGUE VENOSO PER ESAMI EMATOCHIMICI E DELLE URINE Emocromo, Na, K, urea, creatinina, glicemia, EGA venoso, osmolarità plasmatica, esame urine o in alternativa stick (infezioni) 4. POSIZIONARE UN ACCESSO VENOSO 5. ESEGUIRE TAMPONE ULCERA+MEDICAZIONE; EMOCOLTURE (2)
Sindrome iperglicemica iperosmolare non chetotica Terapia Reidratazione ev. Terapia insulinica ev. + K+ -Trattamento patologia che ha indotto la sindrome iperosmolare
COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE: (coma chetoacidosico e iperosmolare) Prevenzione - Prevenzione e terapia precoce delle infezioni (ulcere arti inferiori, infezioni vie urinarie, apparato respiratorio, cute e tessuti molli, ecc,) - Idratazione congrua (sudorazione eccessiva, vomito e diarrea, febbre) Monitoraggio e correzione precoce dell’iperglicemia
COMPLICANZE DIABETICHE ACUTE Coma ipoglicemico
IPOGLICEMIA Si considera presente quando la glicemia è inferiore a 50 mg/dl, sono presenti sintomi compatibili con la diagnosi, quando la risoluzione dei sintomi si verifica a seguito alla somministrazione di glucosio
Risposta ormonale all’ipoglicemia secrezione insulina secrezione glucagone secrezione catecolamine secrezione cortisolo euglicemia
DIFESA DALL’IPOGLICEMIA CRISI IPOGLICEMICA Ipoglicemia: Glicemia < 50 mg/dl Metabolismo cerebrale: sostenuto da continuo ed adeguato apporto di Glucosio (corpi chetonici) DIFESA DALL’IPOGLICEMIA Arresto secrezione Insulina (Glicemia < 80) Liberazione Glucagone, Adrenalina, Noradrenalina, Cortisolo (G < 70)
I pazienti diabetici insulino trattati sono più vulnerabili perchè l’ipoglicemia si manifesta in eccesso di insulina circolante e con ridotta risposta controregolatoria. In essi è frequente l’ipoglicemia senza prodromi “ Ipoglicemia unawareness”
IPOGLICEMIA: CAUSE Insulina Ipoglicemizzanti orali Alcol Malnutrizione Insulinoma DIABETICI Pasto saltato ↑ Attività fisica Stress
Ipoglicemia - ipoglicemie esogene Classificazione eziologica delle ipoglicemie - ipoglicemie esogene - ipoglicemie endogene - ipoglicemie funzionali
Ipoglicemie esogene In corso di diabete mellito tipo 1 e diabete mellito tipo 2 - insulino-trattato - in terapia con ipoglicemizzanti orali
- insulina ipoglicemizzanti orali Ipoglicemie esogene - insulina ipoglicemizzanti orali
Cause di ipoglicemia in corso di trattamento ipoglicemizzante - sovradosaggio errata prescrizione uso errato - ridotta introduzione di carboidrati errori dietetici nausea, vomito - attività fisica eccessiva - malattia concomitante
Considerare attentamente : Messaggio chiave : L’ipoglicemia si verifica molto spesso nei pazienti diabetici Considerare attentamente : Compliance alla terapia Capacità di augestione (educazione) Farmaci di nuovo impiego Variazioni recenti dello schema terapeutico Variazioni della dieta e/o dell’attività fisica Presenza di infezioni in atto
Evoluzione dei sintomi in relazione ai livelli glicemici Ipoglicemie Evoluzione dei sintomi in relazione ai livelli glicemici sintomi neurovegetativi 50 mg/dl fame, salivazione abbondante, nausea, sudorazione, tachicardia, palpitazioni, tremori sintomi neuroglicopenici 40 mg/dl ansietà, eccitazione motoria, irritabilità, cefalea, sonnolenza, perdita concentrazione, confusione mentale, deficit neurologici, 20 mg/dl convulsioni, coma
Ipoglicemie Le crisi ipoglicemiche possono simulare: - stato di etilismo acuto epilessia malattie mentali (stati maniacali, eccitamento psicomotorio, aggressività) - malattie neurologiche
Una rapida diagnosi e terapia devono essere Messaggio chiave: Una rapida diagnosi e terapia devono essere prontamente attuata in ogni caso di sospetta ipoglicemia, indipendentemente dalle cause che possono averla determinata. Il trattamento ritardato può portare a 1) sequele acute : coma, aritmie cardiache, morte 2) danni neurologici permanenti
TERAPIA Il trattamento dell’ipoglicemia è diretto a correggere la mancanza di glucosio e ad impostare il trattamento ulteriore della causa che lo ha determinato.
COMA IPOGLICEMICO: TERAPIA Paziente incosciente: carboidrati e.v. Glucagone 1 mg i.m.
Carboidrati per via parenterale La somministrazione parenterale di destrosio si usa # nei pazienti che non sono in grado di ingerire carboidrati in misura adeguata # quando sono presenti alterazioni dello stato mentale #quando si sospetta un sovradosaggio di farmaci ipoglicemizzanti Dose : Bolo endovenoso : in soluzione al 33% ( in genere 30 - 75 grammi), proseguire con soluzione glucosata al 10% allo scopo di mantenere il livello glicemico sopra i 100 mg/dl. raccomandazioni : se il paziente ha meno di 8 anni usare glucosata al 25% nei neonati usare glucosata al 10%
Glucagone : Accelera la glicogenolisi epatica, favorisce la gluconeogenesi e la lipolisi E’ efficace nel trattamento delle ipoglicemie solo quando le scorte di glicogeno epatico sono sufficienti e quindi la dismissione di insulina da esso indotta non può peggiorare l’ipoglicemia. Non deve essere somministrato nei casi di documentata ipersensibilità. In gravidanza è utile, ma il rischio supera il beneficio. Questo farmaco è utile quando il reperimento di un accesso venoso è problematico (fiale sottocute) Effetti collaterali può causare vomito; attenzione alla aspirazione di materiale gastrico nei pazienti non coscienti.
Controlli Controllare le glicemie ogni 15-30 min per almeno 2 ore, indi ogni ora fino a risoluzione dell’ipoglicemia; se essa è causata da insulina o ADO a lunga durata d’azione (24-48 ore) il monitoraggio va esteso per tutto il periodo
Complicanze acute Complicanze croniche
Complicanze acute IPOGLICEMIA CHETOACIDOSI DIABETICA SINDROME IPERGLICEMICA-IPEROSMOLARE
Ipoglicemia Complicanza ACUTA più frequente nel diabete È più frequentemente la conseguenza di un’assunzione eccessiva di insulina o di farmaci che stimolano la secrezione insulinica
SINTOMI di IPOGLICEMIA ADRENERGICi: Ansia,Palpitazioni,Tachicardia,Tremori,Sudorazione algida, Sensazione di fame NEUROGLICOPENICI: Sonnolenza, Confusione mentale, Decadimento funzioni cognitive, Difficoltà a parlare ,Incapacità a concentrarsi, Spossatezza, Turbe dell’umore, Psicosi, Convulsioni, Coma NON SPECIFICI:Malessere, Nausea, Cefalea
Sintomi di ipoglicemia Attivazione autonomica (la soglia glicemica varia da caso a caso; tanto più un soggetto è ben compensato tanto più è bassa): Fame Tremore di mani e gambe Palpitazioni Ansietà Pallore Sudorazione Neuroglicopenia (glicemia < 60mg/dl): Alterazione del pensiero Alterazione dell’umore Irritabilità Vertigini Mal di testa Stanchezza Confusione Convulsioni e coma
TERAPIA Paziente cosciente Somministrare 2-3 zollette o cucchiaini di zucchero oppure 1 frutto e 1 panino di circa 50 gr. oppure 2-3 fette biscottate Paziente incosciente glucosata 33% 50-100 cc a bolo successiva infusione di glucosata 5% a 42 ml/h controllare la glicemia ogni 30-60' mantenendo livelli di 120-150 mg/dl correggere eventuali disionie In caso di non disponibilità di un accesso venoso si può somministrare Glucagone 1 mg per via sc, im, o ev ( scarsa efficacia nelle ipoglicemia etilica o negli epatopatici)
Il perdurare dello stato di incoscienza o dei deficit neurologici può essere dovuto a: sequele di ipoglicemia prolungata edema cerebrale stroke
La chetoacidosi diabetica (DKA) Si verifica soprattutto: nel diabete tipo 1, nel diabete all’esordio, in seguito a insufficienti dosi di insulina, forte stress metabolico, eccessivo consumo di alcol, disidratazione, eventi intercorrenti come traumi, infezioni, eventi cardiovascolari acuti, etc.
CHETOACIDOSI DIABETICA È caratterizzata da: Acidosi metabolica (pH < 7,3, Bicarbonati) Iperglicemia Presenza di corpi chetonici nel sangue e nelle urine (chetonuria) Poliuria, polidipsia Disidratazione Alterazioni del sensorio fino al coma
Segni di chetoacidosi diabetica Polidipsia Poliuria Disidratazione: turgore della pelle ridotto, mucose secche, occhi incavati, pulsazioni periferiche deboli, shock Iperventilazione come compenso all’acidosi Compromissione cerebrale: cefalea, agitazione, irritabilità, sonnolenza, confusione, coma. Nausea e vomito (segni di acidosi metabolica) Dolori addominali (tanto da simulare un quadro di addome acuto) Alito acetonico: odore di frutta marcia dell’alito Ipotermia
TERAPIA REIDRATAZIONE CORREZIONE DELL’IPERGLICEMIA CORREZIONE DELL’ACIDOSI CORREZIONE DEGLI SQUILIBRII ELETTROLITICI CONTROLLO E TRATTAMENTO DELLE POSSIBILI COMPLICANZE
Iperglicemia iperosmolare non chetoacidosica È una complicanza ACUTA del DM caratterizzata da iperglicemia (> 600 mg/dl) in assenza di chetosi significativa, con osmolarità plasmatica > 330 mOsmol/l, presenza di una grave disidratazione e ottundimento del sensorio moderato/severo Più frequente nel DM2, spesso in anziani che non sanno di essere diabetici Fattori scatenanti: polmoniti, uremia, vomito, diarrea, infezioni virali acute, disidratazione severa, farmaci (diuretici, cortisonici, β-bloccanti)
Iperglicemia iperosmolare non chetoacidosica: clinica Iperglicemia severa Iperosmolarità plasmatica (>300 mOsmol/l) Disidratazione estrema con oliguria/anuria Compromissione del sensorio fino al coma Deficit neurologici Assenza di chetosi e acidosi Ipertermia I Sintomi iniziali possono essere sfumati (nausea, vomito, calo ponderale, poliuria)
CASO CLINICO N.3 Il signor GV è un paziente ricoverato in Nefrologia per peritonite batterica in dialisi peritoneale domiciliare a causa di un’ insufficienza renale cronica in fase terminale causata dal diabete mellito E’ inoltre affetto da arteriosclerosi agli arti inferiori per cui in passato è stato sottoposto ad intervento di by-pass femoro-popliteo destro Durante il ricovero a causa dello stress dovuto allo stato infettivo c’e’ stato un peggioramento dei valori glicemici per cui è stata iniziata terapia con insulina rapida ai 3 pasti principali dosata secondo destrostick E’ stata contemporaneamente iniziata terapia antibiotica secondo antibiogramma da esame colturale ottenuto da liquido peritoneale
Alle ore 2:00 il paziente suona il campanello a causa di dispnea, tremori, stato di agitazione improvviso e dolore acuto all’arto inferiore destro Che cosa fareste?
Rilevazione parametri vitali FC 120 bpm, R Sat O2 88% AA DTX: 33 mg/dL Come procedere?
O2 100% in maschera di Venturi Paziente vigile e collaborante: glucosio 3 bustine (15 g) per os sciolto in marmellata, a seguire 1 pacchetto di crackers Rilevazione O2 in continuo DTX dopo 10’
Perché è iperteso e tachicardico? Cosa fareste in merito al dolore all’arto inferiore destro?
Dopo 10 minuti persiste ipoglicemia (30 mg/dL) Si decide di procedere con glucosio 33% 5 fiale da 10 ml ev in bolo Mantenimento accesso venoso e reperito secondo accesso, si inizia soluzione glucosata 10% a 40 ml/ora DTX dopo ulteriori 10 minuti: 150 mg/dL Dopo ½ ora: 235 mg/dL, PV stabilizzati, dolore in regressione Si termina O2 e soluzione glucosata ev mantenendo l’accesso venoso e il monitoraggio dei PV ogni ora
Quale può essere stata la causa dell’ipoglicemia in questo paziente? Considerazione sull’utilizzo di farmaci ipoglicemizzanti in pazienti con ridotta escrezione renale/metabolismo epatico
Caso clinico n. 4 La signora AO, diabetica tipo 2 viene ricoverata in Medicina per scompenso diabetico, calo ponderale (circa 4 kg in 1 mese) e vomito Riferisce di aver sempre seguito terapia con farmaci ipoglicemizzanti per os ma che ora non funzionano più Vengono indagate le possibili cause dello scompenso diabetico e viene diagnosticata una neoplasia pancreatica maligna che comprime il duodeno impedendo il transito degli alimenti e causando vomito e calo ponderale Inizia terapia insulinica e viene trasferita in Chirurgia per rimozione della massa