Gesú ci accoglie con gioia alla sua mensa, ed é per Lui gioia essere invitato alla nostra tavola. Gesù non rifiuta nessuno. Testo: Gv 6, 1-15. 17 domenica Tempo Ordinario –B- . 26-7-15 Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez.
Giovanni 6, 1-15 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Finora abbiamo letto in forma continua Marco. Interrompiamo questa lettura, per leggere il capitolo 6 di Giovanni praticamente per intero, fino alla 21º Dom. Il motivo é che nei tre cicli A, B e C, si leggono i tre sinottici, ma non si legge Giovanni. Si ricorre a lui in qualche occasione, quando sembra che esprima meglio degli altri qualche parte importante. Questo é il caso. Il vangelo di Marco giungeva alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, questo episodio é meglio spiegato in Giovanni, che offre tutta una trattazione teologica, detta “il discorso del pane di vita” e che leggeremo nelle prossime domeniche. Le cinque domeniche in cui si leggerà questo capitolo di Giovanni hanno una struttura che conviene tenere in conto: il miracolo dei pani (domenica 17), il dialogo sulla manna del deserto (dom 18), il significato di “credere” in Gesù (dom 19), che significa “mangiare” Gesù (dom 20) e infine le reazioni degli ascoltatori e dei suoi discepoli (dom 21).
Gesú controlla tutta la situazione. Prende ogni volta l’iniziativa. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gesú controlla tutta la situazione. Prende ogni volta l’iniziativa. Presenta il bisogno del pane materiale e del Pane della Parola prima che lo chiedano.
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Il problema non si risolve comprando, ma condividendo. Dio fa crescere e dare frutto quanto noi offriamo, anche se appare insufficiente.
Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. Al di là della moltiplicazione del cibo, il miracolo sta in quanto succede dentro le persone: si sentono interpellate dalla parola di Gesù e, mettendo da parte l’egoismo, ciascuno condivide quanto possiede, e si meravigliano vedendo che l’alimento si moltiplica e sovrabbonda. Con quale “pane” io nutro la mia vita: con la ricerca affannosa di soldi, o di apprezzamenti, o di comodità… o con il pane del servizio?
E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Se avremo condiviso quanto abbiamo, ci sarà il necessario per tutti. Perché tutti mangino é necessario condividere quanto possiediamo, che é di tutti e per tutti.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Tutti sono disposti ad acclamare Gesù come il Messia. Ciò a cui siamo poco disposti é cambiare l’immagine di Messia che abbiamo, ad ammettere che non vuole essere il Re che ci aspettiamo. Gesù ci invita a un confronto profondo con il suo stile di vita e a cambiare il nostro stile, i suoi valori diventino i nostri valori. Seguirlo é abbandonare false sicurezze, lasciarci trasformare da Lui.
Amen Grazie per il senso del gusto, per i miei gusti reali e per i sapori che riesco a distinguere e ho la fortuna di provare. Grazie per il pasto condiviso, per la tua Parola presentata come Buona Notizia attorno alla mensa. Non lasciare che la lingua diventi sfrontata, non lasciare che mi sazi e mi richiuda in me stesso. Accompagnami nelle tentazioni del consumismo e dell’egoismo. Insegnami a condividere. Insegnami a guardare con dolcezza e speranza le mie risorse e a confidare nelle loro capacità di moltiplicarsi, Amen