Il Positivismo Caratteri generali
Positivismo e “positivo” È un movimento culturale (non solo filosofico) che domina in Europa dalla metà dell’800 ai primi decenni del ’900. Il termine “positivo” (Saint-Simon) indica: ciò che è reale, sperimentale in contrapposizione a ciò che è astratto, metafisico, illusorio; ciò che è fecondo, efficace, in contrapposizione a ciò che è inutile.
Contesto storico Il positivismo si sviluppa in un periodo caratterizzato da: Pace: tra 1871 e 1914, dopo i conflitti legati all’unificazione tedesca, non ci sono guerre in Europa: l’espansione coloniale assorbe l’energia degli stati. progressi scientifici e tecnologici i cui effetti benefici si riflettono immediatamente nella vita delle persone.
Sta per essere raggiunto uno stadio in cui la sopravvivenza delle più adatte tra le società, finora avvenuta a prezzo di conflitti sanguinosi, avverrà attraverso conflitti pacifici. H. Spencer (1899)
Caratteri del positivismo A partire da tale contesto risultano più chiari i caratteri fondamentali di questo movimento (sempre presenti, al di là di differenze locali): Esaltazione della scienza Ottimistica fiducia nel progresso
1. Esaltazione della scienza La scienza è ritenuta l’unica forma valida ed efficace (= positiva) di sapere Ne seguono la svalutazione di ogni altra presunta forma di conoscenza e soprattutto il rifiuto della metafisica. La “positività” della scienza è ricondotta al suo fondamento empirico: è un sapere solido perché basato su “fatti”. Si tende a sottovalutarne l’aspetto teorico.
2. Fiducia nel progresso Nasce da una acritica constatazione della crescita di scienza e tecnologia e dalla convinzione che il metodo della scienza è applicabile ad ogni campo il metodo scientifico sarà la chiave per risolvere tutti i problemi dell’umanità (anche i mali della società capitalistica, già ben evidenti) ed assicurare a tutti ricchezza, salute, cultura.
Matrici culturali C’è indubbiamente una componente illuministica: Punti di contatto tra illuminismo e positivismo sono infatti: la fiducia nella ragione; l’esaltazione della scienza a scapito della metafisica; l’atteggiamento laico e immanentista.
Positivismo e illuminismo Ci sono però anche importanti differenze: Minore “carica polemica” e atteggiamento antirivoluzionario, a causa della differente situazione storica. Si dà per scontata la validità del sapere scientifico: la filosofia non deve misurarsi con il “problema critico” ma ha solo il compito ordinare e classificare il sapere. La scienza è concepita come sapere assoluto, privo di limiti.
Positivismo e romanticismo Tali differenze rivelano una parentela del positivismo con il romanticismo (nel quale trova cronologicamente le origini): Infinitizzazione del sapere scientifico. Tendenza a concepire la realtà come una totalità processuale necessaria Atteggiamento giustificazionistica e ottimismo. Tendenza a risolvere l’individuo nella totalità sociale.
Il positivismo in Europa Il positivismo assume varie forme in base alla tradizione culturale in cui si radica: In Francia: il razionalismo di origine cartesiana (Comte); in Inghilterra: la tradizione empiristica e utilitaristica (Spencer, John Stuart Mill); in Italia: la tradizione del naturalismo rinascimentale (Ardigò). In Germania assume il carattere di monismo materialista (Moleschott).
Forme del positivismo Accanto alle differenze nazionali, aiuta la lettura del fenomeno la distinzione tra: Positivismo sociale, che culmina nel progetto di una riorganizzazione scientifica della società (Saint-Simon, Comte e Stuart Mill). Positivismo evoluzionistico, che vede nell’evoluzione la legge di sviluppo di tutta la realtà (Spencer, Materialisti tedeschi, Ardigò).