I luoghi della speranza
di Monte Oliveto Maggiore L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Giovanni Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, Le origini Tre nobili senesi, Giovanni Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini,
si ritirirarono ad "Accona", podere di proprietà di Giovanni, nella solitudine di una vita eremitica e penitenziale. Correva l'anno 1313.
Giovanni, che aveva cambiato il nome in Bernardo
per la sua devozione verso San Bernardo da Chiaravalle,
scelse di abbracciare la Regola di San Benedetto
e fondò il primo monastero cui dette il nome di Santa Maria di Monte Oliveto.
Nel 1348, durante la terribile pestilenza che colpì tutta l'Europa, egli si prese cura degli ammalati
e, nella sua città natale, contrasse il morbo. Morendo offrì al Signore la sua vita,
realizzando così le parole del Cristo: “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici."
Fu dichiarato beato nel 1644.
Il Monastero crebbe nella memoria del suo fondatore.
La costruzione dell'attuale complesso venne iniziata nel 1393 e terminata nel 1526, subendosuccessive modificazioni.
da una imponente torre quadrangolare, L’abbazia è preceduta da una imponente torre quadrangolare, parte di ciò che rimane dell’avamposto di difesa del Monastero.
Nella maestosa ed austera Chiesa abbaziale,
di particolare rilievo è il coro ligneo intarsiato, opera di Fra’ Giovanni da Verona.
Il "Chiostro Grande", a pianta rettangolare, costruito fra il 1426 e il 1443,
conserva un ciclo di affreschi
dedicati alla vita di San Benedetto.
Uno degli autori è Luca Signorelli
Giovanni Antonio Bazzi, detto "Il Sodoma". l'altro è Giovanni Antonio Bazzi, detto "Il Sodoma".
Da questo chiostro mirablmente affrescato,
o da questa strada ombreggiata che conduce all'abbazia,
San Benedetto ancora ci dice: - Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio.
Signore, chi abiterà nella tua tenda e chi dimorerà sul tuo monte santo?
Chi cammina senza macchia e opera la giustizia.
Chi non ha recato danni al prossimo, né ha accolto l'ingiuria rivolta contro di lui.
Chi non si insuperbisce e pensa, invece, che quanto di bene c'è in lui non è opera sua, ma di Dio.
Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica
sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia". (Dal Prologo alla Regola)
"Salve Mater misericordiae" è cantato dalle voci della Schola Gregoriana Mediolanensis Ha realizzato Anna Maria