Testo, musica e voce di Roberto Bignoli

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Transcript della presentazione:

Testo, musica e voce di Roberto Bignoli Concerto a Sarajevo Testo, musica e voce di Roberto Bignoli

Facciamo un concerto a Sarajevo e un altro ancora a Bagdad,

mi associo alla sentenza anch'io, tu dici sono un pazzo … lo sapevo, mi associo alla sentenza anch'io, però

l'ho detto e lo ripeto, ma perché? Facciamo un concerto a Sarajevo: non avere paura, canta insieme a me. l'ho detto e lo ripeto, ma perché? Facciamo un concerto a Sarajevo:

C'è già un gran concerto a Sarajevo, una musica triste si sente suonare

mentre il cielo si tinge di rosso sulle colline di quella città,

fasci di luce ed effetti speciali lungo le strade che non hanno più un nome,

si stringoni le mani, le mani, tutti gli impresari.

Sarajevo città dimenticata, dove sono tutti i tuoi bambini?

Deportati in campi di concentramento o ammazzati nei loro giardini Deportati in campi di concentramento

Sarajevo per quanto ancora urleranno i venti di guerra Da: Anna Data: 28/01/2014 16.46.27 A: tomanna1928@libero.it Oggetto: tomanna1928@libero.it: amo le pps di Anna Maria        Sarajevo per quanto ancora urleranno i venti di guerra

sui relitti, sì, della tua nuda terra.

La morte va in concerto a Sarajevo, se cerchi il biglietto, lo devi trovare.

La morte cavalca a Sarajevo, dietro l'angolo è lei che ti viene a cercare.

Chi cerca il biglietto non si affanni, in fila per il pane molti l'hanno trovato:

corpi senza vita rimasti sul selciato.

Facciamo un concerto a Sarajevo e un altro ancora a Bagdad,

Suoneremo una dolce musica sulle colline di quella città, attraverseremo la linea del cielo, Suoneremo una dolce musica sulle colline di quella città,

sotto il cielo, sotto il cielo, della libertà! brucerà l'odio col fuoco dell'amore

Sarajevo città dimenticata, dove sono tutti i tuoi bambini?

o ammazzati nei loro giardini. Deportati in campi di concentramento

non lasciare che il sonno E se questo è già successo ieri, non lasciare che il sonno porti via i suoi mostri.

Sarajevo sciogli le tue catene: quei tuoi figli…sono i nostri.

La canzone è dedicata alla memoria dei bambini vittime della guerra che dal 1991 al 1995 devastò i territori dell’ex Jugoslavia e a quella di Mons. Tonino Bello che nel 1992 fu ispiratore e guida di una pacifica marcia che raggiunse Sarajevo assediata. Anna Maria www.veritatissplendor.org