Nazionalismo Colonialismo Imperialismo L’età dell’imperialismo La spartizione dell’Africa La penetrazione in Asia Gli interessi in Medio Oriente Prof. Leandro Petrucci
L’età dell’imperialismo fase aggressiva della conquista coloniale europea tra il 1870 e il 1914 (cui si associano Giappone e Stati Uniti), caratterizzata da: estensione dei domini coloniali fino a 29 milioni di kmq della superficie abitata giustificazione ideologica sulla base di teorie positiviste e social-darwiniste (pretesa gerarchia di razze e popoli) espressione dell’ideologia nazionalista
PAROLA CHIAVE: IMPERIALISMO Questo termine fu coniato in Francia ai tempi di Napoleone III, in riferimento ai suoi progetti egemonici. A partire dal 1870 il termine fu utilizzato per indicare il programma di espansione coloniale inglese. Quindi entrò nell’uso comune come sinonimo di politica di potenza e di conquista territoriale su scala mondiale. In generale con il termine imperialismo si indica la tendenza degli Stati europei a proiettare in modo aggressivo verso l’esterno i propri interessi economici, le proprie esigenze di difesa, la propria immagine nazionale e la propria cultura.
LA FEBBRE COLONIALE A partire dalla seconda metà dell’Ottocento l’espansione coloniale divenne l’obiettivo della politica nazionale di molti governi. Alla penetrazione commerciale subentrò, infatti, un disegno di assoggettamento politico e di sfruttamento economico.
LA NUOVA POLITICA COLONIALE Dal 1878 (Congresso di Berlino) al 1900 più di 100 milioni di persone in tutto il mondo vennero “colonizzate” Il colonialismo diventa il principale fenomeno di fine 800 Da esperienza commerciale diviene conquista militare, acquisizione territoriale, asservimento e sfruttamento
CAUSE DEL COLONIALISMO MOTIVI ECONOMICI MOTIVI MILITARI MOTIVI POLITICI
Nazionalismo Nazionalismo ’700: ideale universalistico riconoscimento del diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza delle nazionalità Nazionalismo di fine ’800: ideologia autoritaria e aggressiva che afferma la particolarità e la pretesa superiorità di una singola nazione strumento di mobilitazione delle masse esaltazione della nazione, entità superiore a ogni altro valore esaltazione del sentimento e disprezzo per la ragione esaltazione della guerra e disprezzo del pacifismo svalutazione dei principi democratici antiliberale e antisocialista razzismo e antisemitismo
Imperialismo e conquista coloniale Colonialismo ’500-’700: compagnie commerciali Colonialismo 1870-1914: intervento diretto di Stati e Governi Ragioni economiche: mercati materie prime Ragioni politiche prestigio dello stato-nazione egemonia internazionale IMPERIALISMO Ragioni sociali: proiezione all’esterno dei conflitti interni nazionalizzazione delle masse Ragioni ideologiche nazionalismo razzismo
La spartizione dell’Africa Il continente africano nella prima metà dell’Ottocento. Il controllo europeo si limita alle regioni costiere che servono da: punti di appoggio per la via alle Indie mercati per il commercio degli schiavi Nella seconda metà dell’Ottocento interesse crescente dovuto a: risorse naturali materie prime per l’industria in espansione area di espansione dei nazionalismi emergenti testimoniato dall’intensificarsi delle esplorazioni scientifiche e geografiche
Conferenza geografica Bruxelles 12-19 settembre 1876 «L’argomento che ci riunisce… … aprire alla civiltà l’unica parte del globo in cui essa non è ancora penetrata, squarciare le tenebre che avvolgono intere popolazioni, è questa una crociata degna di questo secolo di progresso… … discutere e stabilire insieme le vie da seguire, i mezzi da usare per inalberare il vessillo della civiltà». Leopoldo II, re del Belgio Oggetto: l’Africa vi partecipano le maggiori nazioni europee, compresa l’Italia nella prolusione di Leopoldo II, interessato alla sovranità sul bacino del Congo, la giustificazione ideologica della conquista in atto
Le vie… Le esplorazioni geografiche e scientifiche, si intensificano nell’età dell’imperialismo: 6 prima del 1850 24 tra il 1850 e il 1900
Le vie… Le missioni protestanti e cattoliche si moltiplicano in corrispondenza dell’interesse degli stati imperialistici al controllo delle terre africane: missioni cattoliche 1792-1870: 0,3 per anno 1871-1914: 1,7 per anno missioni protestanti: 1792-1870: 0,7 per anno 1871-1914: 1,9 per anno
… i mezzi: 28 luglio 1885 Dal discorso in Parlamento di Jules Ferry, presidente del consiglio francese, per convincere i deputati sulla necessità di procedere all’occupazione militare delle colonie fondate dall’esploratore Brazzà: … ma chi ci può assicurare che un giorno le popolazioni di razza negra… non abbiano ad assalire le nostre colonie? … bisogna affermare apertamente che le razze superiori hanno effettivamente dei diritti su quelle inferiori... … cui fa riscontro un dovere che loro incombe: quello di civilizzare le razze inferiori. … la nostra politica di espansione coloniale si è ispirata a una verità: una marina come la nostra non può rinunciare ad avere sui mari dei solidi porti di rifugio… … le nazioni al giorno d’oggi non sono grandi che per l’attività che svolgono; la loro grandezza NON è dovuta al “pacifico splendore delle istituzioni”.
La conferenza di Berlino 15 novembre 1884 - 26 febbraio 1885 Articolo 6. “le nazioni firmatarie proteggeranno tutte le istituzioni religiose, scientifiche o caritatevoli… tendenti a istruire gli indigeni e a far loro comprendere e apprezzare i vantaggi della civiltà” “I missionari cristiani, gli scienziati, gli esploratori… saranno oggetto di speciale protezione.” Decisioni: libero commercio in tutto il bacino del Congo e del Niger impegno a vietare e combattere la tratta degli schiavi Clausole per le nuove annessioni: Notifica alle altre potenze firmatarie Obbligo di assicurare un’autorità sufficiente a far rispettare i diritti acquisiti Accettazione della clausole del trattato
Un potenziale conflitto coloniale tra Francia e Inghilterra si capovolge nella “cordiale intesa” Nel centro dell’Africa si incrociano le linee di continuità degli imperi coloniali di Francia e Inghilterra: 1898 incidente di Fashoda sull’alto Nilo: l’occupazione del piccolo centro in Sudan da parte dell’esercito francese determina una crisi diplomatica soluzione “amichevole”: la Francia abbandona la postazione causa: la crescente potenza tedesca preoccupa entrambe è questo il primo passo verso la “cordiale intesa” Fashoda: crisi diplomatica sorta nel 1898 tra Inghilterra e Francia, provocata dall'occupazione francese del piccolo centro di Fashoda (in Sudan) nell'ambito della politica coloniale perseguita dalle due nazioni europee in Nord Africa. La crisi ebbe inizio quando la spedizione francese guidata dal capitano Marchand occupò la cittadina di Fashoda, atto che pareva il preludio di un più vasto disegno di espansione in tutta l'Africa settentrionale. In seguito alla pressione militare esercitata dalla Gran Bretagna, che sentiva minacciata la sua influenza sull'Egitto, i francesi si ritirarono da Fashoda. Microsoft® Encarta® Enciclopedia Plus 2002. © 1993-2001 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.
L’Africa spartita (1914) Dal 1881 si intensifica la conquista militare dell’Africa fino alla completa conquista dell’intero territorio eccetto l’Etiopia e la Liberia.
1896, gli italiani sono sconfitti dagli etiopi ad Adua 2. L’imperialismo in l’Africa 1881, l’Egitto diviene colonia britannica. Le altre potenze europee iniziano la “corsa” alle conquiste coloniali. 1896, gli italiani sono sconfitti dagli etiopi ad Adua 1899-1902, guerra anglo-boera in Sudafrica per il controllo delle miniere di oro e diamanti. 1904-1908, ribellione degli herero. L’esercito tedesco reprime la rivolta nel sangue.
Asia tra ’800 e ’900 Aree nelle quali esistono potenziali conflitti di interesse tra gli espansionismi imperialisti: Medio Oriente Inghilterra Francia Germania Russia Afghanistan e Persia Inghilterra Cina Giappone Stati Uniti 1 2 6 3 7 4 8 5
La colonizzazione dell’Asia – Imperialismo e colonialismo 3. L’imperialismo in Asia La colonizzazione dell’Asia L’Indocina è occupata dai francesi. 1895, il Giappone strappa alla Cina la Corea e l’isola di Formosa (Taiwan) 1858, la Gran Bretagna trasforma l’India in un impero coloniale. 1898, durante la guerra contro la Spagna, gli Stati Uniti occupano le Filippine. 1799, il governo olandese assume il controllo dell’Indonesia.
– Imperialismo e colonialismo 3. L’imperialismo in Asia Gli inglesi controllano la produzione dell’oppio (una droga ottenuta dal papavero) e lo esportano illegalmente in Cina. Quando milioni di cinesi diventano tossicodipendenti, il governo cinese cerca di reprimere il commercio dell’oppio. La Gran Bretagna reagisce, e scoppia la guerra detta “dell’oppio” (1839-1842). La Cina sconfitta deve accettare pesanti condizioni fra cui il controllo sull’economia da parte delle potenze europee. Rivolte e proteste di popolo portano nel 1911 alla caduta dell’Impero e alla proclamazione della Repubblica.
– Imperialismo e colonialismo 3. L’imperialismo in Asia Nella seconda metà dell’Ottocento la Russia si espande verso Oriente fino all’oceano Pacifico. Nel 1860 i russi fondano il porto mercantile di Vladivostok sul mar del Giappone. Nel 1891 i russi intraprendono la costruzione della ferrovia transiberiana per collegare San Pietroburgo a Vladivostok. L’espansione verso Oriente porta la Russia a scontrarsi con il Giappone. La guerra del 1904-1905 vede la vittoria del Giappone.
4. Una nuova potenza coloniale: gli Stati Uniti d’America – Imperialismo e colonialismo 4. Una nuova potenza coloniale: gli Stati Uniti d’America Nel 1823 il presidente Monroe dichiara che gli Stati Uniti si sarebbero opposti a qualsiasi intervento colonialista da parte delle potenze europee nel continente americano. Di fatto, però, anche gli Usa avviano conquiste coloniali. In Asia occupano le Filippine; in America centrale Cuba e Porto Rico. L’America latina non viene ufficialmente colonizzata, ma si trova comunque a dipendere economicamente dagli Usa.
Il “grande gioco”: origine e significato del termine espressione coniata da un ufficiale britannico, Arthur Conolly, impegnato in operazioni militari in centro Asia che, fatto prigioniero da un emiro uzbeko, fu gettato in un pozzo nel quale venivano giornalmente buttati rettili e vermi; dopo due mesi quanto restava dell’ufficiale fu decapitato. uno storico della prima guerra afghana (J. W. Kaye) che lesse il suo taccuino di appunti, usò l’espressione per definire la contesa russo-britannica in quell’area. Rudyard Kipling la rese celebre nel romanzo Kim
da allora “grande gioco” : secolare conflittualità tra Russia e Gran Bretagna per l’egemonia in centro Asia e sull’impero ottomano già ben definito dal duca di Wellington prima del 1829: «come proteggere l’India da un eventuale attacco russo attraverso l’Afghanistan?» «proteggendo l’Afghanistan dalla Russia!» George Curzon viceré dell’India: «Turkestan, Afghanistan, Transcaspia, Persia – gran parte di questi nomi danno solo una sensazione di estraneità e lontananza… Per me, lo confesso, sono i nomi di pezzi su una scacchiera ove è in corso la partita per il dominio nel mondo.» Regina Vittoria: «Una questione di supremazia mondiale, russa oppure britannica.»
Espansionismo russo nella seconda metà dell’800 La Russia ha sempre perseguito una politica di influenza-espansione lungo due direttrici: I Balcani, sostenendo le popolazioni slave, in vista di uno sbocco sul Mediterraneo L’oceano Indiano, attraverso il controllo di Iran e Afghanistan
L’altipiano iranico: un complesso sistema di etnie dalla Mesopotamia al Pakistan oggetto degli obiettivi strategici del “grande gioco” di ieri e di oggi Russia degli Zar 1861-1917 URSS 1945-1989 Gran Bretagna 1829-1947 Usa e GB (1945-1989)
Afghanistan: una linea di confine arbitraria Linea Durand: demarcazione tracciata nel 1893 dall'inglese Mortimer Durand, con il dichiarato intento di dividere tra loro i gruppi etnici allo scopo di meglio dominarli Nel “grande gioco”, le cause remote delle più recenti vicende nell’area compresa tra l’Arabia e l’India gli attuali confini non tengono conto del sistema originario di etnie furono fissati arbitrariamente dai dominatori inglesi Es.: il confine tra Pakistan e Afghanistan riproduce la “linea Durand”:
La crisi del Celeste Impero Immobilità sociale Isolamento economico Privilegi di casta Carestie ricorrenti
La penetrazione commerciale in Cina Guerre dell’oppio 1840-42 1956 Guerra cino-giapponese 1894 imposizione “porti aperti” concessioni e appalti
La rivolta dei boxer 1900: Reazione xenofoba alla penetrazione economica dell’Occidente Repressione della rivolta Coalizione potenze colonialiste [Germania, Francia, Inghilterra, Russia, Austria, Italia, Stati Uniti e Giappone] 1900: rivolta dei boxer contro le delegazioni straniere
Il “grande malato” e gli interessi europei in Medio Oriente La cronica crisi dell’impero ottomano apre ai giochi di dominio europei due aree critiche i Balcani il Medio Oriente
Gli interessi in Medio Oriente e Nord-Africa: per tutto l’Ottocento sono di natura strategica; solo dal primo decennio del Novecento entra in gioco il petrolio Con la costruzione della ferrovia Berlino-Bagdad, la Germania entra nel gioco in Medio Oriente Russia: accesso al Mediterraneo attraverso gli stretti Inghilterra: controllo via all’India Italia: affermazione nell’area Mediterranea Francia: espansione nell’Africa nord-equatoriale
Il canale di Suez: chiave della politica coloniale nell’area ma dal 1882 il canale è sotto il controllo inglese Inaugurazione il 17 novembre 1869 Realizzato con investimenti di capitale pari a 200 milioni di franchi suddivisi in 400.000 azioni di 500 franchi ciascuna: 207.000 azioni a capitale francese 192.000 azioni dello stato egiziano (Isma’il Pascià) 11.000 altri stati (tra cui l’Italia) 1888: la convenzione di Costantinopoli prevede l’apertura del canale a tutti i convogli mercantili e militari
La conquista dell’Egitto si inserisce nella strategia - di controllo delle vie di accesso all’India - di controllo del commercio del cotone egiziano 1875: l’Inghilterra, approfittando delle difficoltà finanziarie di Isma’il Pascià, ne rileva le quote (4 milioni di sterline) l’aggravarsi di una crisi interna rende insolvente l’Egitto Francia e Inghilterra pongono sotto tutela l’amministrazione finanziaria dell’Egitto l’attività di un movimento nazionalista antieuropeo è pretesto per l’occupazione militare inglese dal 1882 l’Inghilterra, sconfitto l’esercito nazionalista egiziano a Tell el Kebir, controlla pienamente il canale
Guerra di Libia spinto da una campagna d’opinione pubblica nella quale convergono: gli interessi finanziari del Banco di Roma l’ideologia nazionalista la “cultura della guerra” come “igiene del mondo” il governo Giolitti decide la conquista della Libia (1912) l’Italia di fronte all’imprevista resistenza libico-turca porta la guerra al cuore dell’impero ottomano la sconfitta della Turchia determina l’indebolimento dell’impero ottomano mette in movimento le nazionalità balcaniche
1900: il mondo dominato dall’Europa
Le cifre del dominio Tra il 1914 e il 1940 30% della superficie della terra 1/3 della popolazione
Le interpretazioni dell’imperialismo Molte e diverse sono le interpretazioni dell’imperialismo. Su tutto vale la considerazione che a seconda del paese colonizzatore e di quello colonizzato varia l’intreccio (sempre presente) e il peso degli interessi e dei problemi di ordine economico, politico, militare, diplomatico, sociale, religioso, ideologico e culturale. In generale, si può dire che dietro l’imperialismo vi stanno: la Grande depressione, la Seconda rivoluzione industriale, la formazione del capitalismo monopolistico, la ricerca di materie prime e di nuovi e più vasti mercati, l’eccedenza di capitali, la ricerca di prestigio per la nazione, motivi strategici e di potenza degli stati o il loro timore di essere lasciati fuori dalla spartizione; la crescita demografica europea, la estesa disoccupazione, le tensioni sociali, le richieste popolari, l’accentuarsi del nazionalismo, il crescente autoritarismo, la fiducia nella superiorità culturale e civile dell’Occidente o la razzistica rivendicazione della superiorità della razza bianca, la volontà dei governi di trovare diversivi ai problemi interni, le attività delle Società geografiche, degli esploratori, dei missionari e dei mercanti e altro ancora.
Teorie dell’imperialismo economiche: a) liberali: - l’imperialismo come conseguenza del “sottoconsumo” e di una mancata redistribuzione sociale del reddito nella madrepatria; di conseguenza, il capitale non trova più nei mercati interni una domanda sufficiente e una possibilità di impiego redditizio, e viene quindi stimolato a ricercare investimenti più lucrosi nella colonizzazione imperialistica (J. A. Hobson, Imperialism. A study, 1902); - l’imperialismo come “social-imperialismo” (Franz Naumann, Max Weber, per certi versi anche il nazionalista italiano Enrico Corradini con la sua teoria dell’Italia “nazione proletaria”), ovvero come programma di espansione economica e territoriale per l’acquisizione di risorse coloniali che consentissero di elevare il livello economico e sociale degli strati inferiori;
b) marxiste: - l’imperialismo come dominio del capitale finanziario”, vale a dire del capitalismo organizzato” (fusione del capitalismo bancario e del capitalismo industriale), rappresentato dalle grandi banche, dai monopoli, dai trusts e dai cartelli, ma anche da uno Stato forte che imponeva gli investimenti e le esportazioni di capitali nelle colonie oltremare (R. Hilferding, Das Finanzkapital, 1910); - l’imperialismo come stadio monopolistico del capitalismo, derivante dalla caduta del saggio di profitto e dalla conseguente necessità di cercare investimenti redditizi nei territori oltremare, che si traducevano in una sempre maggiore acutizzazione dei contrasti tra le potenze capitalistiche e nello sbocco finale della guerra (Lenin, Imperialismo, fase suprema del capitalismo, 1916);
• politiche: : l’imperialismo come prodotto di una isteria nazionalistica di massa” (D.K. Fieldhouse): non soltanto dell’interesse delle grandi potenze, dettato dalla ragion di Stato e dalla loro naturale spinta all’espansione; ma anche della dinamica peculiare dei movimenti di massa degli Stati industriali in via di democratizzazione; • ideologiche: l’imperialismo come prodotto non del capitalismo ma del suo mancato sviluppo e della persistenza di strutture sociali feudali e non democratiche: un atavismo sopravvissuto nei tempi moderni” (J. Schumpeter, Sociologia dell’imperialismo,1919); contro Lenin, Schumpeter sostenne la tesi che la società capitalistica, lungi dal suscitare l’imperialismo, fosse invece orientata, per sua natura, verso lo scambio pacifico dei beni nella cornice di un mercato internazionale. • realistiche: l’imperialismo come conseguenza di un fondamentale squilibrio politico, economico, culturale e militare tra la progredita civiltà occidentale e le arretrate società del Terzo Mondo (D.S. Landes). • periferiche: l’imperialismo come reazione a situazioni non soddisfacenti nella periferia” (Fieldhouse), originato non dai processi decisionali delle metropoli europee, bensì da quelli della periferia coloniale.