IL RISORGIMENTO A LAMEZIA Patrioti, battaglie, eventi
Massoneria e Carboneria “Rispettabile Loggia dei Filantropi Numistrani”(venerabile, un certo Bilotti) Carboneria “Il Nuovo Lume”(Nicastro) I figli della libertà premiata(Nicastro) Giovine Italia Nel 1832 Benedetto Musolino, da Pizzo, fondò “I figliuoli della Giovine Italia: aderirono Felice sacchi, Guglielmo Nicotera Giovanni Nicotera
Protagonisti principali: Francesco Stocco, Antonio Misiani Il 48 a Lamezia Marzo 48: comitati popolari nelle Chiese di San Domenico e Santa Caterina Maggio:sommossa a Napoli seguita da repressione commissione nella chiesa di S. Caterina per arruolamento volontari e formazione bande armate Protagonisti principali: Francesco Stocco, Antonio Misiani
Monumento al generale Stocco
Antonio Misiani nacque a Nicastro nel 1819 Studiò a Napoli. Diventò avvocato.Partecipò alla battaglia dell’Angitola e a quella di Maida Fu in molte carceri borboniche dal 1850 al 1859 Morì nel 1888 Un saggio della studiosa Filomena Stancati dedicato a Misiani e al 48 lametino
IL 48 a Lamezia e dintorni Si creò un “comitato di pubblica salvezza”, che ebbe come segretario D. Giuseppe Colacino I membri più attivi del comitato andavano nei posti vicini(Carlopoli, Castagna, Conflenti, Decollatura, Filadelfia, Maida, Martirano, Soveria, ecc)per informare la gente e formare nuovi comitati
IL 48 a Lamezia e dintorni Anche a sambiase si forma un comitato, presieduto da Francesco Santacroce Vicepresidente era Giovanni Maria Cataldi Segretario Giuseppe Majone Altri membri:Achille Scalfaro, Vincenzo Matarazzo, Felice Nicotera, Francesco e Pasquale Paladino, Giorgio Sinopoli (zio di Francesco Fiorentino), Paolo Petronio, Giuseppe Matarazzo, Raffaele Paladino, Alessandro Toja, Vincenzo Agapito Il membro più attivo del comitato era senz’altro Giovanni Nicotera
Giuseppe Majone 1809-1890 Francesco Matarazzo (1811-1893) Giovanni Maria Cataldi 1812-1886 Giovanni Nicotera 1828-1894
La battaglia dell’Angitola Il 6 giugno il generale Nunziante sbarca con 2000 uomini a Pizzo, passa da Monteleone ; 3000 uomini sbarcano poco dopo a Sapri; a Reggio già da tempo erano di stanza 1500 uomini A Nicastro si raggruppano 2000 uomini armati Ferdinando di Borbone fa sbarcare a Pizzo rinforzi per l’artiglieria di Mongiana
La battaglia dell’Angitola A Filadelfia i volontari si trovarono senza una guida sicura; ci furono disordini e diserzioni e i generali borbonici poterono agevolmente entrare nel campo per acquisire informazioni Il 16 giugno Nunziante con un proclama cerca di convincere la popolazione a desistere; nel frattempo alcuni rivoluzionari manomisero il telegrafo di Falerna L’8 giugno a Maida si raccolgono tutti i rivoluzionari per contrastare i borbonici; dopo 4 giorni si spostano a Curinga e poi al campo di Filadelfia
La battaglia dell’Angitola Infine, i lametini furono costretti alla ritirata. Morirono 600 soldati borbonici e 9 patrioti Stocco con i suoi si ritirò sulle montagne di Nicastro Si combatté aspramente, Il Nunziante assistette in incognito alla battaglia; Il 27 giugno il generale Nunziante attacco spostandosi verso l’Angitola, dove erano di presidio solo 450 lametini, tra cui Giovanni Maria Cataldi, Nicotera
La battaglia dell’Angitola Molti furono presi dai soldati borbonici; riuscì a sfuggire Giovanni Nicotera, che il 18 luglio sbarcò ad Ancona, da dove poi andò a Corfù La trattativa fallì e il territorio lametino fu invaso dalle truppe del generale Lanza e molti dovettero scappare o andare in esilio I soldati borbonici, a Pizzo e nelle vicinanze, si lasciarono andare a saccheggi ed eccidi; per questo il comitato di Nicastro, temendo uguali rappresaglie, tentò una trattativa
La rappresaglia In seguito ai processi, tanti patrioti lametini furono condannati a duri anni di carcere; fra essi: Antonio Misiani, Ippolito d’Ippolito, Felice Sacchi, Giuseppe Colacino, Giovanni Maria Cataldi, Francesco Paladino Alcuni morirono in carcere: fra essi Giuseppe Colacino, che morì a Ventotene
Lametini per Roma Durante le ribellioni che portarono alla costituzione della repubblica romana, non mancarono i lametini: Benedetto Musolino, Domenico Mauro, ANTONINO Plutino, ma soprattutto Giovanni Nicotera, che si distinse durante gli scontri di Porta san Pancrazio e del Casino dei quattro venti, giudicato da Garibaldi un punto chiave per la difesa della città
Lametini per Venezia Per la difesa di Venezia, oltre a Guglielmo Pepe, Alessandro Poerio combattè il lametino Francesco Matarazzo, originario di Sambiase
Spedizione di Sapri Nella sfortunata spedizione di Sapri, oltre a Carlo Pisacane, non mancò Nicotera Egli rimase ferito, fu arrestato e condannato all’ergastolo, da scontare nel carcere di Favignana, da dove fu poi liberato da Garibaldi dopo il suo sbarco in Sicilia
Lametini e spedizione dei Mille Le idee liberali e l’entusiasmo suscitato dai garibaldini contagiarono Pietro Ardito, giovane sacerdote, docente al seminario di Nicastro, che fu chiuso dal Vescovo per timore di disordini
La battaglia a Soveria Mannelli A Soveria, 10000 soldati borbonici, guidati dal generale Giuseppe Ghio, si dovettero arrendere alle truppe garibaldine(30 agosto 1860) Le truppe erano guidate dal generale Stocco, e tra i volontari c’era anche Francesco Fiorentino Garibaldi entrò senza combattere in Cosenza. La via per Napoli era aperta. Il 31 agosto Garibaldi partì per Castrovillari.
…..l’altra verità….. “ Ancora più clamoroso ciò che combinò il generale Giuseppe Ghio che al comando di 10 mila uomini si arrese a Soveria Mannelli.Ancora una volta la truppa si ribellò e stava per passare a vie di fatto. Riuscì a fuggire per il rotto della cuffia e si presentò a Napoli davanti a Garibaldi indossando la divisa dell’esercito piemontese. Qualcuno, però, fece notare che il Ghio era stato tra gli ufficiali che aveva catturato Pisacane e i suoi compagni. Venne perciò emarginato e collocato a riposo a soli 42 anni. Qualche tempo dopo fu trovato morto: si disse che, roso dai rimorsi, si era tolto la vita.”
Ora tocca a voi……. FRANCESCO MATARAZZO GIOVANNI NICOTERA GIUSEPPE MAJONE FRANCESCO STOCCO FELICE SACCHI DOMENICO ANGHERÀ GAETANO BOCA BENEDETTO MUSOLINO VINCENZO AGAPITO, FRANCESCO E RAFFAELE PALADINO DI SAMBIASE, GREGORIO DE FAZIO DI PLATANIA, PIETRO SPINELLI DI FALERNA, BRUNO SACCO DI SAN MANGO, ANTONIO MICELI DI GIZZERIA. ANTONIO RENDA IPPOLITO E GIUSEPPE D'IPPOLITO GIUSEPPE COLACINO PRIMICERIO, ANTONIO PRESTERÀ GIOVANNI MARIA CATALDI PENSATORI: CARLO MARIA TALLARIGO; FRANCESCO FIORENTINO; ANTONIO PAOLA; PIETRO ARDITO