II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a

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Transcript della presentazione:

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse:

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto:

“Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”.

Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui.

Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse:

“Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.

E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Gv 1,29-34

ECCO L’AGNELLO DI DIO, CHE TOGLIE I PECCATI DEL MONDO!

L'esperienza spirituale di Giovanni Battista

Il testo evangelico presenta discretamente uno squarcio sull'esperienza spirituale di Giovanni Battista in ordine alla conoscenza dell'identità profonda di Gesù. Giovanni «non conosceva» Gesù nella sua identità messianica e di rivelatore del Padre (Gv 1,31.33): ma l'ascolto della parola Dio (Gv 1,33) ha reso vigile il suo sguardo che ha saputo vedere lo Spirito posarsi su Gesù (Gv 1,32.34).

L'ascolto della parola rende possibile la visione, ovvero, l'esperienza dello Spirito. La conoscenza che ne scaturisce non è affatto disincarnata o intellettuale, ma partecipe e coinvolta: è testimonianza (Gv 1,34).

L'itinerario spirituale della conoscenza di Dio nella storia si può così delineare: ascolto — discernimento — testimonianza.

Anche il cristiano è chiamato al compito di vedere lo Spirito, cioè di discernere la sua presenza attiva nella storia e nelle vite degli uomini. E lo Spirito viene reso visibile dai suoi frutti (Gal 5,22), dalle sue manifestazioni e operazioni (1 Cor 2,4-11) negli uomini e nelle loro relazioni.

La conoscenza di Gesù a cui perviene Giovanni è anche un far conoscere (Gv 1,31), una conoscenza non chiusa su di sé, ma diffusiva e irraggiante. Tale conoscenza nasce dall'obbedienza di Giovanni a Colui che l'ha inviato: essa è dunque dono a cui Giovanni si è aperto e reso disponibile riconoscendo la propria ignoranza.

La missione non può mai essere scissa dall’obbedienza personale alla parola del Signore e dal personale coinvolgimento con il Signore.

ECCO L’AGNELLO DI DIO, CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO!