Il Naturalismo francese e il Verismo italiano Linee guida Gianluca Ronzio - LAE
Il quadro storico-culturale Verso la fine dell’Ottocento (epoca della rivoluzione industriale) Influsso della cultura positivista (la scienza come strumento privilegiato di analisi della realtà) Il realismo di primo Ottocento va alla ricerca di un nuovo canone di rappresentazione che escluda ogni inserzione soggettiva dell’autore Il termine “naturalismo” è usato la prima volta nel 1858 dal critico Hippolyte Taine in un saggio su Balzac Gianluca Ronzio - LAE
L’osservazione oggettiva Un gruppo di scrittori francesi (tra cui Flaubert, i fratelli Goncourt e Zola) teorizza e pratica l’apertura del romanzo: ai fatti di cronaca, all’osservazione di spaccati di vita vera, per indagare i rapporti di causa-effetto che legano le azioni umane per ribadire la necessità di una descrizione “scientifica”, impersonale e neutra, del “documento umano” Gianluca Ronzio - LAE
Il romanzo sperimentale Il romanzo sperimentale: è il titolo del saggio, pubblicato in Francia nel 1880, in cui Zola codifica nitidamente i precetti del Naturalismo Il romanzo “sperimentale” è il romanzo costruito come un esperimento scientifico, come una prova di laboratorio Se lo scopo del romanzo naturalista è di diventare una forma di conoscenza, questo può essere conseguito soltanto adottando un metodo ricavato dalla scienza Gianluca Ronzio - LAE
I naturalisti e la politica Pur non aderendo mai al socialismo, i naturalisti (e Zola in particolare) indirizzano la loro analisi della società in senso “progressista” Sono convinti che la funzione della letteratura sia anche quella di denunciare i mali e le ingiustizie del mondo Su Zola e i naturalisti si riverserà infatti la critica di voler sovvertire l’ordine sociale promuovendo le classi inferiori L’impegno democratico di Zola si manifesterà in modo evidente nel 1898 in occasione del caso Dreyfus con il famoso articolo “J’accuse” La difesa di Dreyfus costerà a Zola un anno di carcere Gianluca Ronzio - LAE
Emile Zola I principi del Naturalismo sono applicati da Zola: nell’opera prima Teresa Raquin (1867) Nei 20 romanzi che compongono il ciclo dei Rougon-Macquart Nel ciclo dei Rougon-Macquart, Zola vuole dimostrare come l’agire umano sia condizionato, da un lato, dall’ereditarietà, dall’altro, dal contesto sociale. Gianluca Ronzio - LAE
Il verismo italiano La riformulazione italiana del modello naturalista francese prende il nome di “Verismo” Con questo termine si definisce un orientamento narrativo condiviso da numerosi scrittori italiani dal 1870 al 1890. Tale orientamento definisce la scelta di raccontare i fatti con la massima oggettività possibile “fotografando” la realtà anche nei suoi aspetti più sgradevoli e crudi e riproducendo fedelmente il linguaggio dei contesti sociali che costituiscono l’oggetto e l’ambiente della narrazione. Gianluca Ronzio - LAE
Le premesse fondamentali L’attenzione alle più recenti scoperte scientifiche, basate sull’osservazione diretta dei fenomeni Lo studio delle condizioni di vita delle classi sociali più deboli, condizioni emerse nella loro drammaticità dopo l’unificazione d’Italia (1870) (cfr. Questione meridionale) La necessità di rifarsi alla narrativa francese dell’Ottocento, da Balzac a Zola L’attenzione per gli opprimenti meccanismi economici che dominano nell’epoca della rivoluzione industriale Gianluca Ronzio - LAE
La differenza tra Verismo e Naturalismo L’economia francese si basa sull’industrializzazione, quella italiana del sud ancora sul settore primario Il Naturalismo francese parte da premesse materialistiche e positiviste fino all’ateismo, in Italia è ancora forte il sentimento religioso Zola ha politicamente un atteggiamento progressista, Verga è decisamente un conservatore Entrambi trovano la società ingiusta, ma Zola crede che essa possa essere cambiata, mentre Verga invita alla rassegnazione al proprio destino Gianluca Ronzio - LAE