Il Conflitto comuni - impero
Guelfi e Ghibellini Nel XII secolo lo sviluppo comunale in Italia fu ulteriormente agevolato dalle lotte per la successione imperiale tra: Guelfi – (da Welf) Casa di Baviera e Sassonia dalla quale proveniva l'imperatore Lotario II di Supplimburgo (1125-1137). Ghibellini – (da Weblingen) Casa di Svevia e Franconia che espressero l'imperatore Corrado III di Hohenstaufen (1137-1152).
Federico Barbarossa Le lotte si interruppero con l'elezione di Federico I di Hohenstaufen (1152-1190) di padre ghibellino e madre guelfa che tentò di ripristinare il potere imperiale: accordandosi con Enrico di Sassonia; controllando le elezioni episcopali; ricorrendo a funzionari regi (ministeriales); riprendendo l'idea di autorità imperiale propria del diritto romano, allora riscoperto.
L'intervento in Italia Federico voleva riprendere il controllo anche sull'Italia. Nella sua prima calata (1154-1155) Prese le difese dei comuni minori contro l'espansione delle città più grandi (anzitutto Milano) Ristabilì l'autorità del papa Adriano IV contro il comune che era sorto a Roma (1143) e contro il monaco pauperista Arnaldo da Brescia.
La dieta di Roncaglia Tornato in Italia, Federico riunì feudatari e comuni (1158): impose il suo controllo sulle regalie e la presenza nei comuni di funzionari imperiali. Proibì le leghe e le guerre tra città. I comuni non si piegarono all'imperatore e trovarono l'appoggio di Alessandro III (1159-81), in lotta con l'antipapa Vittore IV. Federico sostenne l'antipapa, ottenendo la scomunica.
La lega Lombarda Dopo la distruzione di Milano (1162) la solidarietà tra i comuni diviene più forte: la lega Veronese e la lega Cremonese si fusero nel 1167 a Pontida nella Lega Lombarda, con l'appoggio di Alessandro III. Federico tentò inutilmente di assediare Alessandria, città fondata contro di lui, e fu sconfitto dalla Lega a Legnano (1176), episodio che lo convinse a cambiare politica.
Accordi di pace Federico si accordò con Alessandro III, ponendo fine allo scisma (1177), e nel 1183 stipulò la pace di Costanza con i comuni: Questi ottennero le regalie e il riconoscimento dell'autonomia ormai conquistata. Federico impose l'investitura imperiale per i magistrati comunali e il diritto di imporre alcuni tributi.
N el nome della santa ed individua Trinità. Federico, per concessione della divina clemenza, imperatore augusto dei Romani […] La mansueta serenità della clemenza imperiale è sempre stata solita concedere ai sudditi l’elargizione del favore e della grazia [...]. Perciò tutti i fedeli dell’Impero, sia quelli del nostro tempo, sia quelli che verranno nel tempo futuro, sappiano che Noi, dopo aver aperto il nostro cuore, ricco di innata pietà, col solito favore della nostra bontà, abbiamo accettato la fedeltà e la devozione dei Lombardi che un tempo offesero Noi ed il nostro impero, e li abbiamo di nuovo ricondotti, insieme alla Lega e ai suoi fautori, nella pienezza della nostra grazia. Inoltre con clemenza Noi abbiamo perdonato tutte le offese e le colpe con le quali avevano provocato la nostra indignazione e abbiamo stabilito che i Lombardi debbono essere inseriti nel numero dei nostri diletti fedeli, dai quali Noi ci aspettiamo di ricevere un fedele servizio di devozione. Pertanto abbiamo ordinato di scrivere nel presente privilegio la nostra indulgente pace, che con clemenza abbiamo a loro concesso, e abbiamo ordinato di corroborare la pergamena col sigillo della nostra autorità.
Gli ultimi anni Federico combinò il matrimonio tra suo figlio Enrico VI (1190-1197) e Costanza d'Altavilla, erede del Regno di Sicilia Alla morte di Guglielmo II (1189), Enrico potè unificare Germania e Italia sotto il suo controllo. Nel 1188 Federico aveva “preso la croce” per la seconda volta: morirà nel 1190 in Siria.