Il sistema dei valori finanziari ed economici

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Transcript della presentazione:

Il sistema dei valori finanziari ed economici PASQUALE RUSSO I valori aziendali Il sistema dei valori finanziari ed economici Copyright © 2010 Pearson Italia S.p.A. Tutti i diritti riservati 1

Il valore monetario In una famiglia esprimere in termini monetari il valore di un bene può essere utile, ma non è indispensabile In un’azienda questa diventa un’esigenza che deve essere necessariamente soddisfatta P. Russo 2

Il valore monetario Infatti, esprimere in termini monetari il sistema dei beni presenti in azienda consente la loro comparabilità nel tempo (da un anno a un altro) e nello spazio (tra aziende diverse). P. Russo 3

Valori di diversa natura Una differenza importante da comprendere ha a che fare con la diversa natura dei valori di fronte ai quali ci si trova. Ad esempio, si confronti un bene come una banconota da 500 euro e un bene come un automezzo o come un insieme di merci destinate alla vendita. P. Russo 4

Valori di diversa natura La banconota da 500 euro è un bene il cui valore non può essere messo in discussione da nessuna valutazione soggettiva: “vale” 500 euro, chiunque sia a “valutarla”. Valori che hanno una natura simile sono gli assegni e le cambiali: il loro valore “nominale” (quello scritto sul documento) non è influenzato da valutazioni soggettive. Ognuno riconosce che quel bene abbia quel valore. P. Russo 5

Valori di diversa natura L’automezzo e le merci non rispondono alla stessa logica. Prima di tutto, come ben si sa, è possibile acquistare lo stesso bene a prezzi diversi, rivolgendosi a diversi possibili fornitori. Inoltre, non è detto che due persone diano lo stesso valore al bene. Anzi, è molto probabile che le valutazioni soggettive si discostino l’una dall’altra. P. Russo 6

Valori di diversa natura Infatti, l’utilità che un bene può rivestire per i vari soggetti è ovviamente diversa. Il prezzo proposto su uno scaffale di un negozio è un’offerta di vendita. Non è certo il valore “incontestabile” di quel bene. Perciò, l’automezzo, le merci e molti altri beni sono influenzati dalle valutazioni soggettive. P. Russo 7

I valori finanziari Si definisce “valore finanziario” quel valore che, per sua natura, è di per sé espresso in termini monetari. E non potrebbe neanche essere altrimenti. Se stessimo parlando di una banconota o di un assegno, non potremmo certe descriverne la bellezza o la qualità: la sua “qualificazione” può consistere esclusivamente nella sua espressione in termini monetari. P. Russo 8

I valori finanziari Appartengono a questa categoria: la moneta e le banconote gli assegni e le cambiali le disponibilità su conti correnti bancari e postali i crediti e i debiti, una volta che sono stati formalizzati dall’emissione di un documento (ad esempio, una fattura) P. Russo 9

I valori economici Si definisce “valore economico” quel valore che non è per sua natura espresso in moneta e che, per esserlo, necessita di una valutazione soggettiva. Tale elemento di soggettività fa sì che tali beni possano anche vedersi attribuire valori diversi da un soggetto valutatore a un altro. P. Russo 10

I valori economici Tale categoria è estremamente numerosa e composita. Si va dai fabbricati, terreni, automezzi, arredamento fino alle materie prime, alle merci e ai prodotti finiti, passando per le partecipazioni azionarie. In generale vi rientrano tutti i beni per i quali è possibile parlare delle loro qualità senza dover necessariamente parlare in termini monetari. P. Russo 11

Le grandezze Tutti questi beni, che da adesso si chiamano “valori”, subiscono delle variazioni per effetto delle operazioni di gestione. Ogni azienda è interessata a conoscere costantemente qual è la grandezza, cioè l’entità del valore suscettibile di variazione. P. Russo 12

Il conto La necessità di soddisfare questa esigenza ha portato a costruire degli schemi (tanti quanti sono i valori aziendali) nei quali sia possibile tenere nota delle quotidiane variazioni dei singoli valori aziendali. Poiché le variazioni possono avere soltanto due direzioni (o in aumento o in diminuzione), tale schema è rappresentato da un prospetto a due sezioni divise verticalmente. P. Russo 13

Il conto Il conto è la serie ordinata di scritture relative a un dato oggetto (un valore aziendale), che ha per scopo quello di seguirne la variabile e misurabile grandezza. Ha questa forma: P. Russo 14

Le categorie dei conti Ciascun valore aziendale comporta di intestare ad esso un apposito conto nel quale vengono rilevate le sue (e soltanto le sue) variazioni. Se un conto è intestato a un bene che rappresenta un valore finanziario, il conto in esame sarà un conto finanziario. Viceversa, si tratterà di un conto economico se è intestato a un bene che rappresenta un valore economico. P. Russo 15

Le variazioni Poiché si tiene il conto di ciò che varia, è normale che si verifichino delle “variazioni” nella grandezza che, volta per volta, si tiene sotto osservazione. Tali variazioni possono riguardare o conti finanziari o conti economici. P. Russo 16

Le variazioni Si definisce “variazione finanziaria” la variazione che riguarda un conto finanziario. Tale variazione può avere segno positivo o negativo. Nel primo caso si parla di “variazioni finanziarie attive”. Nell’altro caso, si avranno “variazioni finanziarie passive”. P. Russo 17

Le variazioni finanziarie Danno luogo a variazioni finanziarie attive: le entrate di moneta gli incrementi delle disponibilità bancarie e postali gli aumenti dei crediti (per esempio, per l’emissione di una fattura di vendita di nostre merci) le diminuzioni dei debiti (per esempio, per l’estinzione di un debito verso un fornitore) P. Russo 18

Le variazioni finanziarie Invece, danno luogo a variazioni finanziarie passive: le uscite di moneta i decrementi delle disponibilità bancarie e postali le diminuzioni dei crediti (per esempio, per la riscossione di un credito verso un cliente) gli aumenti dei debiti (per esempio, per il ricevimento di una fattura d’acquisto da un fornitore) P. Russo 19

Le variazioni economiche Si definisce “variazione economica” quella che interessa un conto economico. Anche questa variazione può avere segno positivo o negativo. Nel primo caso si parla di “variazioni economiche positive”. Nell’altro caso, si avranno “variazioni economiche negative”. P. Russo 20

Le variazioni economiche Danno luogo a variazioni economiche positive: il conseguimento di ricavi gli incrementi del Patrimonio Netto, per aumenti di Capitale Proprio (nuovi apporti) risultati positivi della gestione (utile d’esercizio) P. Russo 21

Le variazioni economiche Danno luogo, invece, a variazioni economiche negative: il sostenimento di costi i decrementi del Patrimonio Netto, per diminuzioni di Capitale Proprio (rimborsi) risultati negativi della gestione (perdite d’esercizio) P. Russo 22

I conti e il sistema contabile Un conto è una serie ordinata di scritture, cioè di registrazioni, relative a un oggetto “elementare”, vale a dire non ulteriormente scomponibile. Ad esempio, l’insieme delle liquidità di un’azienda è composto da: il denaro in cassa gli assegni in portafoglio le consistenze bancarie e postali Ciascuno di questi tre elementi darà vita a un conto. P. Russo 23

I conti e il sistema contabile L’insieme di tutti i conti utilizzati da un’azienda per la rilevazione dei propri fatti di gestione è denominato “sistema contabile”. Il sistema contabile ha lo scopo di consentire la corretta determinazione del patrimonio aziendale e del risultato economico della gestione. P. Russo 24

Il sistema contabile Quindi, un conto rileva scritture relative a un oggetto elementare. Un sistema contabile raccoglie scritture relative a un oggetto complesso. L’oggetto del sistema contabile generalmente utilizzato è il patrimonio e il risultato economico. P. Russo 25

Il metodo Creata l’impostazione contabile, occorre predisporre anche un metodo di contabilizzazione, cioè un insieme di regole che consentano di registrare le operazioni di gestione in maniera adeguata alle esigenze del sistema contabile, che mira alla determinazione del patrimonio di funzionamento e del reddito d’esercizio. P. Russo 26

Il metodo della Partita Doppia Il metodo ormai consolidato prende il nome di “Partita Doppia” (P.D.). Si basa su di un meccanismo che, attraverso una doppia rilevazione di ogni fatto di gestione, consente: di rispondere all’esigenza di tenere separati gli aspetti finanziario ed economico di consentire un controllo costante della correttezza delle registrazioni effettuate P. Russo 27

Le regole della P.D. Esistono due serie di conti, finanziari ed economici, aventi due sezioni: una a sinistra (chiamata “dare”) e una a destra (chiamata “avere”). Ogni fatto di gestione dà origine ad almeno due registrazioni contemporanee in due o più conti. Al termine di ogni scrittura, il totale della sezione “dare” deve essere uguale al totale della sezione “avere”. Le due serie di conti devono avere un funzionamento opposto (o “antitetico”). P. Russo 28