IL PERDONO TERAPEUTICO L’arte di guarire dentro prof Carluccio Bonesso.

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Transcript della presentazione:

IL PERDONO TERAPEUTICO L’arte di guarire dentro prof Carluccio Bonesso

Sorriso e pianto René Spitz, psicanalista viennese vissuto negli USA, scriveva che il bambino ha due potenti modulatori sociali per ottenere e comunicare ciò che vuole: il sorriso ed il pianto. Col passar degli anni il pianto diminuisce fino a diventare sporadico negli uomini e prerogativa efficace delle donne.

Il sorriso rappresenta nella cultura comune l’espressione più immediata della felicità. Manifesta serenità, benessere e apertura nei confronti di un’altra persona. La sua funzione è essenzialmente relazionale ed é un comunicare: “Con te sto bene, con te sono felice, ti accolgo serenamente, non ti sono ostile, con te voglio stare in pace”.

Angoli in su della bocca. Il sorriso Angoli in su della bocca. Denti in mostra. Occhi che ridono. Fronte spianata.

Gli angoli in su della bocca e i denti socchiusi in mostra indicano assenza di aggressività. Gli occhi che ridono, magari con le zampette di gallina agli angoli, raccontano una tenerezza ed una benevolenza sincera. La fronte spianata parla di spontaneità e di mancanza di un retro pensiero o di un volere nascosto.

Il sorriso triste Nel sorriso triste scompaiono i denti, la fronte può corrucciarsi e lo sguardo perdere profondità.

Sorriso e non …

Qual è il sorriso sociale e quale è quello vero: A o B?

Eccolo!

Al contrario … la rabbia Angoli della bocca in giù, labbra strette o denti stretti, sopracciglia e fronte a V.

Quando nella vita si va in discesa in balia dei sequestri emotivi, come la rabbia, il rancore, l’invidia ed altri sentimenti negativi, allora scompare il sorriso. Per mantenerlo si deve saper andare in salita, abbandonando i pesi dell’ostilità, delle vendette e l’abitudine del covar rancore.

Ma la vita riserva a volte più sberle che carezze, più ostilità che benevolenze, più sguardi torvi che sorrisi, più solitudine che compagnia. Allora tocca fare i conti con i risentimenti, con i rancori e addirittura con gli odi. Che fare? E come guarire le relazioni?

Cambiare prospettiva! Nella cultura occidentale si tende a separare in un modo quasi schizofrenico la relazione dall’azione, quando in realtà non esiste la relazione punto e basta, e l’azione punto e basta. Per relazionarsi si deve agire e per agire bisogna relazionarsi. Relazione ed azione sono le due facce di una stessa medaglia: l’interazione!

Inter-azione = azione dentro la relazione. Non vi è azione senza relazione e la relazione precede l’azione. Se siamo in relazione ostile, rabbiosa o rancorosa con qualcuno, le azioni conseguenti non saranno che negative, dal volto scomparirà il sorriso e l’espressione comunicherà contrarietà.

Per cambiare gli altri, bisogna cambiare se stessi! S’immagini l’interazione come un laghetto! Se si entra avendo le mani piene di zucchero (il sorriso), prima o poi tutto il laghetto diventerà dolce; ma se nelle nostre mani si nasconde il veleno (il rancore e l’odio) prima o poi tutto il laghetto si avvelena. Così accade nella relazione con gli altri.

Da che parte tira il tuo cuore? odio rancore rabbia o affetto amicizia amore ? antitropismo protropismo (l’altro mi è nemico) (l’altro mi è amico)

Dove stai andando? benessere piacevole gradevole soddisfacente positivo insoddisfacente sgradevole negativo spiacevole malessere

proedonia antitropismo protropismo antiedonia

proedonia distruttività benessere antitropismo protropismo malessere cambiamento antiedonia

ASSE DELLE EMOZIONI EMOZIONI del benessere EMOZIONI del malessere

EMOZIONI Emozioni del benessere: attrazione, fiducia, filia, saturazione, gioia e felicità. Emozioni del malessere: repulsione, paura, rabbia, carenza, tristezza e senso di colpa.

ASSE DEGLI ATTEGGIAMENTI DISTRUTTIVITÀ e fissazione RESILIENZA e cambiamento

ATTEGGIAMENTI della competenza emotiva Atteggiamenti del cambiamento: perdono, misericordia, tolleranza, pazienza; dialogo, incontro e confronto. accoglienza; ascolto, o riconoscere ed esprimere le emozioni; virtù, o agire secondo finalità positive; obbedienza, ob-audere, attenzione; resilienza, saper affrontare gli eventi traumatici e superare le difficoltà.

. RESILIENZA

ATTEGGIAMENTI distruttivi e della fissazione Atteggiamenti della fissazione: odio, intolleranza, distruzione, cattiveria; indifferenza, rifiuto, razzismo (ideologie); sordità relazionale, scontro e ostilità; emozioni agite o rimosse; Vizio, o agire per scopi egoistici; triade narcisista: paranoia (non fidarsi di nessuno, sospetto-invidia), ossessione (aver tutto sotto controllo, potere-dominio), disprezzo e distacco da tutti (schizoide, rifiuto-vendetta-ira).

.

Così il corpo cambia temperatura

Cosa batte dentro il tuo cuore? benessere ostile favorevole malessere vendetta disprezzo distruzione odio gioia felicità fiducia amore tristezza rabbia tormento paura tolleranza fatica perdono pazienza

Il pendolo terapeutico Vie illusorie: magie, riti, abuso di farmaci e droghe NON FUNZIONANO disprezzo vendetta odio distruzione felicità fiducia gioia amore tolleranza fatica perdono pazienza rabbia paura tristezza tormento

Ansie, rabbie, tristezze, invidie e rancori agiscono negativamente sul corpo: sul sistema immunitario, sul sistema scheletrico, sul sistema circolatorio, sulla digestione e sul sonno, sulla vita affettiva e su quella sessuale. Odiare non è né igienico, né salutare!

L’odio è la vittoria del nostro nemico, perché rovina soprattutto la nostra vita. Indipendentemente se lo si ripaga o meno, sicuramente fa male a noi. E poi la vendetta è sempre amara! Odiare è facile, perché si va in discesa dando ascolto all’istinto aggressivo del cervello primitivo, mentre a perdonare si va in salita.

Cos’è il perdono? Il perdono è un processo di cambiamento che attiene alla relazione, un processo che reintegra, guarisce e cambia la relazione da ostile a filiaca, e non l’azione sbagliata, la quale rimane fissa nella sua negatività, legata alla responsabilità e alla giustizia. “Si perdona la persona, non l’azione offensiva”.

I passi del perdono terapeutico I. Prendi consapevolezza delle tue rabbie, delle tue paure, delle tue tristezze e dei tuoi sensi di colpa e poniti con calma in silenzio la domanda: Che cosa non sto accettando, non sto sopportando e non riesco a perdonare in me e negli altri?

ASCOLTA LA SOFFERENZA CHE È IN TE ASCOLTA LA SOFFERENZA CHE È IN TE. RENDITI CONTO CHE SEI TU CHE SOFFRI, NON IL TUO NEMICO. ANCHE TUTTO IL TUO CORPO È DENTRO QUESTO MALESSERE.

SCELGO DI ODIARE, DI DISPREZZARE, DI VENDICARMI ed ESSERE DISTRUTTIVO! IL BIVIO II. Devi scegliere tra il perdono o la vendetta e l’odio, tra il cambiamento o la fissazione. SCELGO DI ODIARE, DI DISPREZZARE, DI VENDICARMI ed ESSERE DISTRUTTIVO!

CONSEGUENZA: IL CORTISOLO Il Cortisolo è prodotto dallo stress e dalle emozioni negative. Ad alti livelli il cortisolo uccide le cellule cerebrali, riduce la massa muscolare, aumenta i danni ossei, le osteopatie e molte altre patologie. Mentre l’adrenalina prodotta dalla rabbia aumenta i rischi cardiaci e le aritmie.

DEVI SAPERE CHE SALUTE E ODIO SONO ANTITETICI! Rabbia, ira  disturbi del sistema immunitario e disturbi cardiaci. Nevrosi da stress e comportamenti violenti. Eccesso di noradrenalina (perdita di controllo), deficit della serotonina, influenza le citochine.

DEVI SAPERE CHE SALUTE E ODIO SONO ANTITETICI! Invidia, ostilità malattie epatiche, coliti ulcerose, sindromi paranoidi, deficit di dopamina, deficit di ossitocina. Superbia, disprezzo  disturbi cardiaci, sindromi maniacali, eccesso di serotonina.

Qualche libro! Masi L. Vizi capitali e psicopatologia. Paoline. 2015 Sitskoorn M. I sette peccati del cervello. Orme. 2012 Pancheri P. Stress, emozioni e malattia. Mondadori.1986 Canali S. Pani L. Emozione e malattia. Mondadori. 2003 Dransart P. La malattia cerca di guarirmi. Amrita. 2006

IL PERDONO è UNA SCELTA SCELGO LA FATICA INTERIORE, PERCIÒ DECIDO DELLA GUARIGIONE INTERIORE, PERCIÒ DECIDO DI CAMBIARE ATTEGGIAMENTO E DI PERDONARE.

TI AUGURO OGNI BENE E TORNO A SORRIDERE. III. Voglio il bene dell’altro, perché il suo bene è anche il mio bene. TI AUGURO OGNI BENE E TORNO A SORRIDERE.

Effetti emotivi e fisici del perdono Il perdono produce una condizione di liberazione, di leggerezza, a volte di gioia e felicità intense. Durante il processo di perdono si manifestano nel fisico gradevoli sensazioni di piacere, che causano il rilascio di benefiche endorfine nel sangue. Mentre invece, con la rabbia diminuisce l’ossido di azoto nel sangue, che funge da vasodilatatore.

IL DHEA Quando siamo sereni il nostro corpo produce il DHEA, un ormone protettivo, il quale ha gli stessi precursori chimici del cortisolo, l’ormone dello stress. Il DHEA genera sensazioni di benessere ed è associato a molte funzioni protettive e stimolanti la salute ed è prodotto dalle emozioni positive. Ma quando il precursore nello stress viene utilizzato per produrre cortisolo, non può servire per il DHEA. (L. Childre, H. Martin 2000)

LA GRATITUDINE La condizione originale umana rimanda sempre al bisogno ineludibile dell’Altro. La consapevolezza di questo dato originale si esprime a livello emotivo attraverso la gratitudine, la quale insieme al perdono rappresenta la competenza relazionale di base. Perdono e gratitudine guariscono e nutrono la relazione, concorrono alla qualità della salute e della vita.

Il concetto di perdono è di origine biblica e compare molto presto in Esodo. Nel Sinai Dio dice di Sé a Mosè d’esser un Dio misericordioso, pietoso e buono che perdona (Es 34, 5-8). Il perdono quindi, discende da un’identità misericordiosa, pietosa e buona immersa in una relazione affettuosa.

Il termine misericordia in aramaico viene dalla radice raham (grembo, utero). Rahamin è il farsi grembo materno, cioè il prendersi il peso con amore, con compassione, un rendersi responsabili, un accettare ed accogliere.

La parola pietà viene dalla radice hen, antico termine giuridico che indicava il piegarsi del signore verso il debole per difenderlo dal potente. Qui è simbolicamente il piegarsi del padre per sollevare, riconoscere, soccorrere, è l’andar incontro.

Il termine bontà, hoesoed, indica un profondo atteggiamento di bontà Il termine bontà, hoesoed, indica un profondo atteggiamento di bontà. Quando s’instaura fra due persone, l’hoesoed descrive la benevolenza reciproca e la fedele continuità che si deve avere in questo rapporto. La traduzione che più s’avvicina al significato originale secondo i biblisti è: gratuito ed inaspettato.

Il termine perdono proviene dalla radice sibilante e onomatopeica zhl, innaffiare, aspergere, lavare le ferite, risanare. Il perdono è la risposta innocente al male, la quale guarisce e libera, è l’atto di cambiamento e di guarigione che nasce dal farsi grembo compassionevole del limite, piegandosi in modo gratuito ed inaspettato.

È il farsi madre e padre spontaneamente e gratuitamente di ogni limite e difficoltà! Scegliere di perdonare è liberarsi dalla delusione, dal rancore, dal risentimento e dall’odio (tutti portatori di stress). Il perdono è guarigione.

Uno dei mali della nostra società è sicuramente l’analfabetismo emotivo, base di tante tragedie ed incapacità a gestire il proprio sentire. Una delle evidenze più attuali è l’incapacità a stabilire relazioni positive sia con se stessi, causa di nevrosi, e sia con gli altri, con un carico di sofferenza e di conflitti che riempiono la cronaca quotidiana.

Perdono e riconciliazione Il perdono è sempre possibile, la riconciliazione, no.  C’è perdono senza riconciliazione, ma non c'è una vera riconciliazione senza un vero perdono. Diceva Shakespeare: «Avere rabbia è come bere del veleno e… aspettare che l’altro muoia». L’odio avvelena di cortisolo e ammazza lentamente di rancore ed odio! 

Tre perdoni Perdonare gli altri (reintegrare la relazione con gli altri), il caso di Giustina. Perdonare Dio o la Natura, come i gestor del destino (reintegrare la relazione con la propria storia, la disperazione, la rabbia contro la propria vita, la sfortuna e la malasorte) casi di fallimento ed insuccesso. Perdonare se stesso (reintegrare la relazione con se stessi) il caso del ragazzo obeso.

Perché ritorni la felicità ed il sorriso sul nostro volto, bisogna imparare a perdonare, perché solo quando si guarda l’altro con benevolenza, con il “tivogliobene” dentro e con accoglienza, le labbra si sollevano mostrando i denti socchiusi, gli occhi sorridono con le zampette di gallina agli angoli e la fronte è libera da ogni rancore o volere diverso.

Perdono Quando non sei con me, le mie braccia sono inchiodate all’abbraccio che non si chiude su di te. i miei piedi sono inchiodati ai passi che non vanno da te.

Dal mio cuore l’acqua ed il sangue salgono al pianto della ferita aperta dalla tua assenza. Allora ascolto la solitudine dell’amore d’un dio morto sul sentiero dell’abbandono

sul Calvario del silenzio attendo la tua mano che disegni sul mio volto le poesie del perdono. Carluccio Bonesso

V I S O R D Il segreto della felicità si nasconde nel cuore del perdono e della gratitudine.