APPUNTI DI INFORMATICA

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Transcript della presentazione:

APPUNTI DI INFORMATICA SISTEMI OPERATIVI prof. Riccardo Conti

Il software si divide in : APPLICATIVO e DI BASE. Le componenti di un elaboratore si dividono in due grandi categorie : HARDWARE – SOFTWARE . Il termine hardware indica la parte della componentistica cosiddetta “dura” (monitor – scheda madre – tastiera – schede etc .etc. ) Il termine software indica l’insieme dei comandi,programmi,usati per determinare le operazione che il computer deve svolgere. Il software comanda L’hardware. Il software si divide in : APPLICATIVO e DI BASE. I software applicativi sono quelli che vengono applicati successivamente all’atto dell’acquisto, o che comunque non fanno parte del sistema operativo.Sono software applicativi , elaborazione testi, fogli di calcolo programmi di grafica , gestione di archivi ,compilatori Il software di base viene fornito all’atto dell’acquisto del P.C. e permette al computer di funzionare perfettamente.(sistema operativo) prof. Riccardo Conti

prof. Riccardo Conti

prof. Riccardo Conti

prof. Riccardo Conti

I SISTEMI OPERATIVI COSTITUISCE UNA INTERFACCIA TRA IL P.C. E L’UTENTE RENDENDO QUEST’ ULTIMO IN GRADO DI OPERARE IN MODO SEMPLICE EFFICIENTE E SICURO Un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono di gestire le risorse di un sistema informatico facilitando l’interazione dell’utente con il sistema prof. Riccardo Conti

Le due parti fondamentali nelle quali possiamo vedere suddiviso un S.O. sono il KERNEL e la SHELL. Il kernel è il nucleo del SO, ed è responsabile della creazione dell’ambiente nel quale vengono calate le applicazioni utente. Il kernel è il nocciolo del sistema operativo. I programmi utilizzano le funzioni fornite dal kernel, e in questa maniera sono sollevati dall'agire direttamente con la CPU. L’utente non comunica mai direttamente con il kernel, ma esegue le necessarie operazioni facendo uso di un apposito linguaggio di comando che viene interpretato dallo shell (l’interprete dei comandi di un SO). Un SO è schematizzabile come una ‘cipolla’, ossia è formato da più strati o “livelli” concentrici. prof. Riccardo Conti

La shell La shell è il programma più importante in un sistema operativo, dopo il kernel. È in pratica il mezzo con cui si comunica con il sistema e attraverso il quale si avviano e si controlla l'esecuzione degli altri programmi. La shell ha questo nome (conchiglia) perché di fatto è la superficie con cui l'utente entra in contatto quando vuole interagire con il sistema: la shell che racchiude il kernel. Una shell è qualsiasi programma in grado di consentire all'utente di interagire con il sistema. Può trattarsi di qualcosa di molto semplice come una riga attraverso cui è possibile digitare dei comandi, oppure un menù di comandi già pronti, o un sistema grafico a icone, o qualunque altra cosa possa svolgere questo compito. prof. Riccardo Conti

Quando una shell attende ed esegue i comandi impartiti dall'utente, si trova in una modalità di funzionamento interattivo. La disponibilità da parte della shell di ricevere comandi viene evidenziata sullo schermo del terminale con un messaggio di invito o prompt. C prof. Riccardo Conti

STRUTTURA A LIVELLI DI UN SISTEMA OPERATIVO Oggi prendiamo in considerazione la struttura a livelli dei SO. Si tenga presente che i SO reali possono avere una struttura meno articolata di quella che presentiamo qui di seguito. 1) PROGRAMMA UTENTE. 2) INTERPRETE DEI COMANDI (SHELL). Questo livello si occupa della traduzione dei comandi simbolici in invocazioni di moduli di memoria. 3) PROGRAMMI DI UTILITÀ. Programmi di sistema per il supporto allo sviluppo dei programmi, editor di testi, fogli elettronici, database, videogiochi etc.[1]. 4) FILE SYSTEM. Gestione di blocchi di informazioni strutturati logicamente e registrati nella memoria secondaria (file), e controllo degli accessi (chi può leggere, scrivere, modificare i file). 5) PERIFERICHE VIRTUALI. Simulazione di periferiche virtuali dedicate: implementazione di primitive di I/O, gestione parziale dei malfunzionamenti, etc.. 6) GESTIONE MEMORIA VIRTUALE. Corrispondenza tra indirizzi logici & fisici. Allocazione della memoria ai programmi che ne fanno richiesta. Caricamento e scaricamento delle informazioni. Protezione della memoria. 7) NUCLEO. Gestione degli eventi asincroni, primitive di sincronizzazione, allocazione dell’unità centrale (CPU) tramite scheduler. 8) HARDWARE. . prof. Riccardo Conti

S.O. come gestore di risorse Considerate un ristorante con un capo-cuoco e i suoi aiutanti, una cucina, camerieri e clienti i clienti scelgono un piatto da un menu un cameriere prende l'ordine e lo consegna al capo-cuoco il capo-cuoco riceve l'ordine e assegna uno o più aiutanti alla preparazione del piatto ogni aiutante si dedicherà alla preparazione di un piatto, il che potrà richiedere più attività diverse il capo-cuoco supervisiona la preparazione dei piatti e gestisce le risorse (limitate) disponibili prof. Riccardo Conti

S.O. come gestore di risorse Il capo-cuoco è il sistema operativo! i clienti sono gli utenti le ricette associate ai piatti corrispondono ai programmi il menu e il cameriere costituiscono l'interfaccia verso il sistema operativo (grafica e non) gli aiutanti corrispondono ai processi la cucina corrisponde al computer; pentole, fornelli, etc. corrispondono alle componenti di un computer prof. Riccardo Conti

GESTIONE DELLE RISORSE Il ruolo principale del sistema operativo è la gestione delle risorse di cui il sistema dispone LE RISORSE POSSONO ESSERE DEFINITE COME UNA QUALSIASI ENTITA’ (HARDWARE O SOFTWARE) PRESENTE IN UN SISTEMA DI ELABORAZIONE ALLO SCOPO DI PERMETTERE DI FARE AVANZARE UN PROCESSO prof. Riccardo Conti

RISORSE FISICHE RISORSE LOGICHE UTILIZZO E SINCRONIZZAZIONE DELLA CPU GESTIONE DELLA MEMORIA GESTIONE DELLE PERIIFERICHE DI I/O RISORSE LOGICHE GESTIONE DELLE INFORMAZIONI INTERFACCIA REALIZZATA DAI LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONE FUNZIONI DI UTILITA’ PER L’UTENTE prof. Riccardo Conti

Una risorsa può essere riusabile e non riusabile, Una risorsa può essere assegnata in modo statico o dinamico , questo dipende dalla complessità della risorsa e dalla gestione del S.O. (monoprogrammazione – time sharing) Una risorsa può essere riusabile e non riusabile, in quanto alcune risorse possono essere ripetutamente usate da più processi prof. Riccardo Conti

Gestione dei PROCESSI Il PROGRAMMA E’ UNA ENTITA’ STATICA DATA DA UNA SEQUENZA DI ISTRUZIONI DA ESEGUIRE . IL PROCESSO E’ UNA ATTIVITA DINAMICA , CONSEGUENZA DELL’ESECUZIONE DI TALI ISTRUZIONI E QUINDI DELLO SFRUTTAMENTO E DELLA GESTIONE DELLE RISORSE COINVOLTE. IL PROCESSO E’ L’INSIEME DEGLI STATI ASSUNTI DALL’ELABORATORE DURANTE L’ESECUZIONE DEL PROGRAMMA prof. Riccardo Conti

STATI DI UN PROCESSO Processo in stato di esecuzione (running), quando il processore sta operando per il suo avanzamento Processo in stato di pronto (ready) quando attende la disponibilita’ del processore Processo in stato di attesa (waiting) quando richiede l’intervento di una risorsa non disponibile Il nucleo del sistema operativo governa le transizioni tra gli stati prof. Riccardo Conti

Ci sono due strategie fondamentali nello stato di un processo : EVENT DRIVEN : Il passaggio da uno stato all’altro avviene in base ad eventi , come la terminazione di un processo in esecuzione o una richiesta di interruzione TIME DRIVEN : Il passaggio da uno stato all’altro avviene in base al fattore tempo. La CPU serve a turno i vari processi , ripartendo equamente il tempo di servizio fino all’esaurimento delle richieste prof. Riccardo Conti

POLITICA DEL TIME DRIVEN GESTIONE DEL ROUND ROBIN Ogni processo ottiene la CPU per un tempo massimo prefissato , terminato il quale passa dallo stato di running allo stato di ready , a meno che nel corso dell’elaborazione no debba passare anticipatamente allo stato di waiting. prof. Riccardo Conti

GESTIONE DELLA CPU prof. Riccardo Conti

COMPONENTI DI BASE DI UN PERSONAL COMPUTER UNITA’ CENTRALE DI ELABORAZIONE (C.P.U.) Componente hardware che gestisce controlla e coordina le attività del computer È composta da due parti fondamentali UNIT CONTROL (U.C.) che ha la funzione di verificare la corretta esecuzione delle istruzioni e coordina il lavoro degli altri elementi hardware. ARITMETIC LOGIC UNIT (A.L.U.)Esegue i calcoli logici e matematici . La potenza dei microprocessori (a.l.u.) si misura in MIPS (MILIONI DI ISTRUZIONI PER SECONDO) . La velocità della CPU si misura in megahertz,il lavoro è scandito da impulsi detti clock LA POTENZA DI UN ELABORATORE SI MISURA IN MIPS ,MILIONI DI ISTRUZIONI PER SECONDO.Un processore a 32 bit vuol dire che elabora i dati a 32 bit per volta prof. Riccardo Conti

La CPU è una risorsa attiva ,non divisibile,ma interrompibile. Non è divisibile , come un motore non può muovere contemporaneamente due macchine , ma è interrompibile , ossia può ripartire il suo tempo tra processi , servendone prima uno poi l’altro secondo criteri imposti dal sistema di gestione THROUGHPUT : NUMERO DI PROCESSI SERVITI DALLA CPU NELL’ UNITA’ DI TEMPO prof. Riccardo Conti

MONOPROGRAMMAZIONE E’ una modalità di gestione che prevede che un solo programma alla volta stia in memoria centrale durante l’esecuzione . L’eccessivo spreco di tempo di CPU che resta inutilizzata a lungo , la scarsa ottimizzazione delle risorse , hanno condotto a cercare nuove soluzioni per ridurre i tempi attesa e di ottimizzazione delle risorse. prof. Riccardo Conti

Le interruzioni Un’interruzione è un evento che causa la sospensione dell’esecuzione di un processo.Si può trattare di una interruzione esterna , come la richiesta di immissione di un dato , oppure di una interruzione interna , come il verificarsi di un errore di esecuzione (divisione per zero), in questo caso si parla di TRAP prof. Riccardo Conti

Caratteristiche introdotti per aumentare l'efficienza di un sistema di calcolo permettono ad un S.O. di "intervenire" durante l'esecuzione di un processo utente, allo scopo di gestire efficacemente le risorse del calcolatore ,processore, memoria, dispositivi di I/O possono essere sia hardware che software , possono essere mascherati (ritardati) se la CPU sta svolgendo compiti non interrompibili prof. Riccardo Conti

Gestione Interrupt – Panoramica Cosa succede in seguito ad un interrupt Un segnale "interrupt request" viene spedito al processore Il processore sospende le operazioni del processo corrente salta ad un particolare indirizzo di memoria contenente la routine di gestione dell'interrupt (interrupt handler) L'interrupt handler gestisce nel modo opportuno l'interrupt ritorna il controllo al processo interrotto (o a un altro processo, nel caso di scheduling) Il processore riprende l'esecuzione del processo interrotto come se nulla fosse successo prof. Riccardo Conti

Schema Interrupt prof. Riccardo Conti

Gestione Interrupt - Dettagli 1. Un segnale di interrupt request viene spedito alla CPU 2. La CPU finisce l'esecuzione dell'istruzione corrente 3. La CPU verifica la presenza di un segnale di interrupt, e in caso affermativo spedisce un segnale di conferma al device che ha generato l'interrupt prof. Riccardo Conti

Multiprogrammazione Definizione: multiprogrammazione Più programmi risiedono contemporaneamente in memoria e possono concorrere all’uso di risorse utilizzare il processore durante i periodi di I/O di un job per eseguire altri job Vantaggi il processore non viene lasciato inattivo (idle) durante operazioni di I/O molto lunghe la memoria viene utilizzata al meglio, caricando il maggior numero di job possibili Nota per gestire la multiprogrammazione, il S.O. deve gestire un pool ("insieme") di job da eseguire, fra cui alternare il processore Simultaneous Peripheral Operation On-line (SPOOL) ad esempio: print spooler prof. Riccardo Conti

Caratteristiche tecniche: Più job contemporaneamente in memoria Una componente del S.O. detto scheduler si preoccupa di alternarli nell'uso della CPU quando un job richiede un'operazione di I/O, la CPU viene assegnata ad un altro job. prof. Riccardo Conti

Time-sharing Definizione E’ l’estensione logica della multiprogrammazione L'esecuzione della CPU viene suddivisa in un certo numero di quanti temporali Allo scadere di un quanto, il job corrente viene interrotto e l'esecuzione passa ad un altro job anche in assenza di richieste di I/O I passaggi (context switch) avvengono così frequentemente che più utenti possono interagire con i programmi in esecuzione prof. Riccardo Conti

S.O. time-sharing: quali caratteristiche? Gestione della memoria Il numero di programmi eseguiti dagli utenti può essere molto grande; si rende necessario la gestione della memoria virtuale (non è una memoria effettiva , ma il risultato di una opportuna gestione della memoria reale con l’ausilio di una memoria periferica ad accesso veloce) prof. Riccardo Conti

La memoria virtuale La memoria virtuale è un'estensione della memoria centrale attraverso l'utilizzo della memoria di massa. In pratica, l'estensione apparente della memoria RAM avviene attraverso lo scambio con un'area adibita a questo scopo nel disco fisso. Il termine inglese swap deriva da questa continua operazione di scambio. prof. Riccardo Conti

Questa tecnica può essere applicata sia nell’ambito di una memoria paginata, sia nell’ambito di una memoria segmentata. Noi esamineremo in particolare la tecnica della memoria virtuale applicata alla paginazione. La memoria (segmentata o paginata che sia) non coincide più con la RAM ma risulta essere fisicamente allocata sulla memoria di massa; solo un sottoinsieme di questa memoria rimane nella RAM. Durante l’esecuzione di un processo, può accadere che lo stesso abbia bisogno di accedere ad una particolare pagina residente non nella RAM ma sul disco; in questo caso il SO deve prevedere un meccanismo automatico che effettui l'arresto del processo, l'ingresso della pagina mancante in memoria e la ripresa del processo, il tutto in maniera completamente trasparente rispetto all'utente. prof. Riccardo Conti

in questo caso la trap (detta di page fault) non provoca un abort del processo, bensì il travaso di una pagina dalla memoria di massa alla RAM o viceversa. Naturalmente è possibile che questo travaso, chiamiamolo (per pura comodità) Swap in, comporti preventivamente un trasferimento inverso, ovvero uno Swap out da RAM a disco, perché potrebbe non esserci memoria RAM a sufficienza per effettuare il solo Swap in. prof. Riccardo Conti

Sistemi real-time hard real-time: Definizione: sistemi real-time Sono i sistemi per i quali la correttezza del risultato non dipende solamente dal suo valore ma anche dall'istante nel quale il risultato viene prodotto I sistemi real-time si dividono in: hard real-time: se il mancato rispetto dei vincoli temporali può avere effetti catastrofici controllo assetto velivoli, controllo centrali nucleari, apparecchiature per terapia intensiva soft real-time: se si hanno solamente disagi o disservizi , programmi interattivi , programmi gestionali N.B. real-time non significa necessariamente esecuzione veloce prof. Riccardo Conti

L’ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE E LO STALLO SI PARLA DI SITUAZIONE DI STALLO QUANDO DUE O PIU’ PROCESSI SONO IN ATTESA DI EVENTI CHE POSSONO CAPITARE PERCHE’ IN MUTUO CONFLITTO , COME AD ESEMPIO LA DISPONIBILITA’ DI UNA RISORSA (CPU O ALTRO) CHE NON PUO’ ESSERE RILASCIATA IN QUANTO ASSEGNATA AD UNO DEI PROCESSI BLOCCATI. ESEMPIO: due processi P1 P2 richiedono le stesse risorse R1 R2 per avanzare . Se il sistema risponde ad entrambe le richieste,concedendo la risorsa R1 al processo P1 , e la risorsa R2 al processo P2 , allora nessuno dei due processi potrà proseguire perché ognuno necessita della risorsa che è stata assegnata all’altro . prof. Riccardo Conti

Soluzione possibile (priorità dei processi ) Per evitare lo stallo prevenzione :Le risorse vengono assegnate solo quando sono tutte disponibili fuga : Se dopo un certo tempo una risorsa non è disponibile il processo viene bloccato Soluzione possibile (priorità dei processi ) prof. Riccardo Conti

GESTIONE DELLA MEMORIA La memoria centrale interviene nella gestione del sistema, realizzando la funzione di magazzino di informazioni (dati e istruzioni). E’ costituita da un insieme di locazioni dette anche parole indirizzabili singolarmente. Un programma sorgente contiene istruzioni simboliche che agiscono su aree logiche e non su aree fisiche della memoria centrale.Dovrà allora attuarsi a carico dell’S.O. Un passaggio detto ALLOCAZIONE O RILOCAZIONE tra tali istruzioni tradotte in linguaggio macchina e lo spazio fisico in memoria. prof. Riccardo Conti

Indirizzi logici e indirizzi fisici Spazio di indirizzamento logico ogni processo è associato ad uno spazio di indirizzamento logico gli indirizzi usati in un processo sono indirizzi logici, ovvero riferimenti a questo spazio di indirizzamento Spazio di indirizzamento fisico ad ogni indirizzo logico corrisponde un indirizzo fisico la MMU opera come una funzione di traduzione da indirizzi logici a indirizzi fisici Indirizzi prof. Riccardo Conti

La fase di rilocazione di dati e di istruzioni consiste nel far corrispondere ad uno spazio logico (il programma) uno spazio fisico (gli indirizzi di memoria centrale,ossia le locazioni effettive ove andranno a risiedere istruzioni e dati). prof. Riccardo Conti

INDIRIZZAMENTO ASSOLUTO Si parla di rilocazione assoluta se durante la fase di compilazione del programma vengono calcolati gli indirizzi effettivi di memoria centrale RILOCAZIONE STATICA Gli indirizzi effettivi vengono calcolati solo al momento del caricamento del programma in memoria centrale per l’esecuzione e quindi possono variare da un esecuzione all’altra. Una volta stabiliti restano tali prof. Riccardo Conti

RILOCAZIONE STATICA In memoria centrale posson coesisterepiù processi , purchè lo spazio totale disponibile lo consenta .In ogni caso l’aera occupata deve essere sempre contigua e deve essere la massima prevista per ogni processo.Questo crea uno dei principali inconvenienti relativi alla gestione della memoria : LA FRAMMENTAZIONE. Tale situazione viene causata dal rilascio di aree liberate da processi ormai conclusi , ma che non sono recuperabili prof. Riccardo Conti

RILOCAZIONE STATICA Supponiamo che in una memoria con una disponibilità di 64 k vengono allocati quattro processi A,B,C,D, rimane ancora disponibile un’area di solo 2K,non utilizzabile per un ulteriore processo E che richieda uno spazio maggiore , esempio 12K.Alla terminazione dei processi B e D , si ottengono due ulteriori spazi con disponibilità totale sufficiente per il processo E , ma non utilizzabili in quanto non su aree contigue. A(12K) A(12K) B(8K) B(8K) E(12K) C(40K) C(40K) D(2K) D(2K) (2 K liberi) (2 K liberi) prof. Riccardo Conti

RILOCAZIONE DINAMICA E’ caratterizzata dalla possibilità di effettuare una traduzione degli indirizzi durante l’esecuzione del processo,per riconfigurare la memoria in caso di evenienze sopraggiunte.Si tratta della modalità più sofisticata e complessa , per ridurre la frammentazione e recuperare aree di memoria non contigue prof. Riccardo Conti

LE PARTIZIONI PARTIZIONI DINAMICHE PARTIZIONI FISSE prof. Riccardo Conti

Da completare ************** prof. Riccardo Conti

Da completare ******************* prof. Riccardo Conti

Da completare ******************* prof. Riccardo Conti

LINGUAGGI E COMPILATORI La funzione di ogni linguaggio è soprattutto quella di permettere la comunicazione di messaggi ‘corretti’ da una sorgente (ente che emette il messaggio) a una destinazione (ente che lo riceve), in grado di comprenderne il significato. Qualunque linguaggio è caratterizzato da un alfabeto . Con questo termine si indica un insieme non vuoto di elementi detti caratteri. Un computer per poter “capire” le istruzioni di un programma scritto in un linguaggio ad alto livello deve “tradurlo” in un linguaggio comprensibile alla macchina. Semplificando si può dire che è un sistema di codifica di dati alfanumerici prof. Riccardo Conti

Introduzione sulla COMPILAZIONE e INTERPRETAZIONE Per Compilazione PURA, si intende l' operazione attraverso la quale si sostituisce al programma originario(programma sorgente) un programma funzionalmente equivalente scritto in linguaggio a basso livello (linguaggio macchina). L' operazione viene eseguita in maniera statica, ovvero, prima di poter eseguire il programma, è necessario completare correttamente la fase di compilazione: Programma Programma Dati Risultati Sorgente Oggetto FASE DI COMPILAZIONE FASE DI ESECUZIONE Per Interpretazione PURA, si intende quando il programma originario, rimane in macchina, durante l'esecuzione,in forma originale, ed è eseguito tramite un programma (interprete) che effettua un procedimento di interpretazione di ogni singola istruzione. Dati Risultati prof. Riccardo Conti

INTERPRETAZIONE Le soluzioni Compilazione/Interpretazione pure,offrono vantaggi e svantaggi contemporaneamente.Nella compilazione, si ha la difficoltà che bisogna, per effettuare delle modifiche, disporre del programma originario, per poi compilarlo e quindi lanciarlo in esecuzione; al contrario, l' interprete, permette molta più flessibiltà in quanto consente di individuare facilmente eventuali errori semantici e di correggerli immediatamente. prof. Riccardo Conti

Per quanto riguarda la velocità di esecuzione, utilizzando dei compilatori, avremo una efficenza molto maggiore che nel caso di interpreti, con in più anche la sicurezza che non si verifichino errori sintattici durante l'esecuzione. Esiste anche la possibilità di adottare una soluzione mista, ovvero di poter definire un linguaggio intermedio, ottimizzato per l'interpretazione da parte di un opportuno programma (run time executor). In questo caso, infatti, si otterranno tutte le garanzie date dalla compilazione, si migliorerà l'efficenza in fase di interpretazione e, sicuramente si ottimizzeranno gli ingombri del programma oggetto, in quanto le primitive ricorrenti saranno contenute nel Run-Time. prof. Riccardo Conti

La generazione del linguaggio intermedio, permette anche di poter utilizzare linguaggi diversi che utilizzino un unico run-time, consentendo al programmatore di scrivere programmi per una stessa procedura, utilizzando il linguaggio che più si adatta per ogni situazione. A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi se esistano dei procedimenti di traduzione (procedimento statico: ogni componente al livello i, viene SOSTITUITO da un insieme di componenti al livello j) o interpretazione prof. Riccardo Conti

(procedimento dinamico: non avviene la sostituzione , ma possono coesistere elementi appartenenti al livello i ed al livello j) che permettano di definire i meccanismi al livello i tramite politiche al livello j. Per chiarire meglio questa posizione, cerchiamo di focalizzare opportunamente cos'é un Linguaggio Generalizzato. Facendo riferimento alle situazioni pratiche, possiamo individuare come Linguaggio Generalizzato, sia Pacchetti Applicativi, sia i linguaggi di programmazione, sia i Sistemi di comunicazione con altri sistemi e/o strumenti. Secondo questa definizione, il senso della relazione gerarchica va individuato essenzialmente al tempo di esecuzione (RUN-TIME). prof. Riccardo Conti

Possiamo associare, in definitiva, ad ogni livello virtuale MVi un "supporto a tempo di esecuzione" (runtime- support) di Li, che chiameremo RTS(Li). In definitiva, un RTS(Li) può essere visto come una libreria di algoritmi e strutture dati, implementati utilizzando l'insieme dei livelli Mvj (0<j<i), atti ad eseguire i meccanismi di Li. Possiamo a questo punto dare una prima definizione di ARCHITETTURA di SISTEMA, riferendoci alla prof. Riccardo Conti

FASI DELLA COMPILAZIONE Questa fa se di traduzione si chiama compilazione. Un compilatore converte un programma o un segmento di programma scritto in un linguaggio ad alto livello in un modulo oggetto in codice macchina. FASI DELLA COMPILAZIONE ANALISI LESSICALE ANALISI SINTATTICA ANALISI SEMANTICA GENERAZIONE DEL C ODICE prof. Riccardo Conti

Bibliografia ********** ********* prof. Riccardo Conti