MORFOLOGIA Dal greco morphé = forma Lógos = studio È la parte della grammatica che studia la forma delle parole e le loro trasformazioni
Filastrocca Ciarlestroniana Era Brillosto e i tospi agìluti Facèan girelli nella civa; Tutti i parussi erano mélacri, Ed il trugon striniva
Analizziamo la filastrocca QUALI SONO LE PAROLE NOTE E QUELLE INVENTATE? CHE FUNZIONE HANNO LE PAROLE ALL’INTERNO DELLA FRASE? CI SONO DELLE CONCORDANZE? O DELLE PAROLE DI COLLEGAMENTO? CI SONO PAROLE VARIABILI E INVARIABILI?
CLASSIFICAZIONE DELLE PARTI DEL DISCORSO NOMI ARTICOLI VERBI AGGETTIVI
Ci sono alcune parole inventate, ma non tutte Ci sono alcune parole inventate, ma non tutte! Alcune poi, come brillosto, hanno l’aspetto di parole italiane, perché sono composte da consonanti e vocali combinate in modo da formare sillabe. Brillosto, quindi, come parola, ha una forma che potrebbe andare bene, anche se non ha un significato.
Le parole: forma e significato Ogni parola è formata da: Forma: cioè la catena di suoni, vocali e consonanti, che formano la parola e che possiamo sentire con le nostre orecchie. Ex. La parola topo è formata da 4 suoni (fonemi): t – o – p – o. significato: cioè l’idea che la parola ci fa venire in mente Ex. Se sentiamo o leggiamo topo pensiamo ad un animale piccolo, con una lunga coda, muso e denti aguzzi…
DAL PUNTO DI VISTA DELLA FORMA LE PAROLE SONO COSTITUITE DA DUE PARTI: RADICE + DESINENZA BELL + O BELL + A BELL + I RADICE: PARTE INIZIALE E IMMUTABILE, CI DÀ INFORMAZIONI SUL SIGNIFICATO DELLA PAROLA DESINENZA: PARTE FINALE E VARIABILE DI UNA PAROLA, CI INDICA LE CARATTERISTICHE GRAMMATICALI DELLA PAROLA STESSA (M., F.; S. , P. ) Di solito le parole, per accordarsi tra di loro, cambiano solo la parte finale, che chiamiamo desinenza, la parte iniziale, che chiamiamo radice, rimane fissa.
QUINIDI, Se guardiamo alla forma, possiamo distinguere le parole in: Variabili: quelle che hanno più di una forma perché riescono a «flettersi» per accordarsi con le altre parole. Ex. topo, grigio, fare Invariabili: hanno una forma rigida, che rimane sempre uguale. Ex. E, tardi, per, in
Le parole, all’interno di una frase, formano dei gruppi e, in questi gruppi, ce n’è sempre una che comanda sulle altre e che stabilisce l’accordo. Esempio: se scrivo i topi grigi, topi comanda su i e su grigi, imponendo il genere M e numero P Allo stesso modo funziona i tospi agìluti QUINDI La variabilità coincide con l’esistenza di diverse forme di parola (era – erano; tospi – tospo; il – i). L’invariabilità coincide con una sola forma (e, ma, poi, qui…).