ANNO A – FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA GIUSEPPE PRESE CON SÉ IL BAMBINO E FUGGÍ IN EGITTO Si avanza sempre cliccando
costituita da Gesù, Maria e Giuseppe, PROGETTO FAMIGLIA Nella prima domenica dopo Natale la liturgia ci chiede una particolare attenzione e contemplazione della unità familiare costituita da Gesù, Maria e Giuseppe,
Tale contemplazione può purificare il nostro modo di pensare ed agire; quasi fosse una risposta emblematica agli interrogativi (oggi particolarmente drammatici) che l’uomo si pone sul progetto‑famiglia. Tale contemplazione può purificare il nostro modo di pensare ed agire; siamo sottoposti infatti a possibili influenze di certe componenti sociologiche esterne, o addirittura opposte al progetto evangelico.
La famiglia oggi è uno dei grandi valori sottoposti a radicale trasformazione, e, come in ogni trasformazione, vicino all’emergere positivo di proposte nuove di vita (come la nuova collocazione della donna, il primato dell’amore sugli aspetti giuridici, il dialogo di parità tra i coniugi),
non mancano punti delicati che possono infrangere l’istituto familiare stesso (come la rimessa in discussione dell’indissolubilità; il modo nuovo di accogliere i figli, che alla «paternità responsabile» può contrapporre il rifiuto aprioristico; il grande problema del lavoro che a volte condiziona il rapporto familiare in senso negativo).
qualifica di più la persona, Anche l’esaltazione dei valori personali è un fatto unico e positivo, qualifica di più la persona, ma nel concreto quotidiano essa mostra caratteri di alto rischio e la fragilità di una autosufficienza individuale.
la famiglia di Nazaret, con un prototipo dinanzi, Su questo grande problema la chiesa propone un giorno di riflessione e di preghiera con un prototipo dinanzi, la famiglia di Nazaret, alla luce della fede ebraica (prima lettura), e della riflessione cristiana sulla famiglia, già avanzata nei primi tempi del cristianesimo come leggiamo nella seconda lettura.
che non aveva fatto mai parlare di sé. 2. LA SACRA FAMIGLIA è presentata dalla parola di Dio con una vita assolutamente ordinaria, immersa nel problema quotidiano della sopravvivenza come ogni altra famiglia, in una borgata piccola e insignificante, che non aveva fatto mai parlare di sé.
Sarebbe una storia comune, ma purtroppo su di essa si abbatte l’odio e la persecuzione dei poteri umani, fin dai primi passi della vita, per quella strana intuizione che i prepotenti hanno che Dio si faccia sentire perfino nell’insospettata impotenza di un bambino come Gesù di Nazareth.
diventa grande nell’unità, Questa famiglia così umile per le sue origini, proprio davanti alla persecuzione, alle difficoltà, diventa grande nell’unità, nella collaborazione e nell’essere un corpo solo davanti alla missione del Figlio.
non parla, ma è come la culla di Cristo. Nella famiglia di Nazareth ci si promuove promovendo gli altri. Maria compare solo come «sua madre»; non parla, ma è come la culla di Cristo.
e ne rispetta le particolari condizioni sociali del tempo. Giuseppe è colui che dirige i movimenti di tutti; a lui si rivolge l’angelo del Signore, quasi a dire che anche Dio si attiene agli schemi umani della famiglia e ne rispetta le particolari condizioni sociali del tempo.
Il Figlio è colui che porta il mistero della famiglia, un mistero che coinvolge e sorpassa. Il figlio è sempre un mistero, perché quando nasce una vita, è un mondo imprevedibile che prepotentemente entra nella sfera familiare.
per la missione del figlio; Il mistero non si spiega, ma va accolto per come si manifesta. Ci sono rischi grandi e prove grandi per la missione del figlio; ma la capacità di saper portare e condividere insieme i momenti più critici è l’esempio della Santa Famiglia.
IL VOLTO EBRAICO E CRISTIANO DELLA FAMIGLIA Nella prima lettura la parola di Ben Sirah (secondo secolo a.C.) ci presenta il padre e la madre come pilastri dell’istituto familiare, fino al punto che non vi è fedeltà a JHWH senza il rispetto e l’amore ai genitori. A tale ossequio è legato il perdono dei peccati, la benedizione della vita da parte di Dio, la gioia nell’esperienza familiare, la lunga vita.
Questo onore e rispetto costituisce la base di ogni sapienza della vita, per cui non deve mai venir meno, neanche quando il genitore raggiunge le normali manifestazioni di deterioramento biologico irreversibile.
E’ la famiglia trasformata dal discorso della montagna. Anche Paolo propone una morale di rapporti familiari in termini assolutamente evangelici: misericordia, bontà, umiltà, mansuetudine, pazienza, sopportazione, perdono; infine, pone la carità come riassunto di ogni comportamento e come vincolo di perfezione. E’ la famiglia trasformata dal discorso della montagna.
e l’amore resterà sempre il «vincolo», 4. FAMIGLIA SACRA OGGI I tempi, cambiando, possono offrire modelli di applicazione diversi, ma i valori ispiratori di fondo non muteranno mai, e l’amore resterà sempre il «vincolo», il legame ultimo che fonderà l’unità nella molteplicità;
la pace, l’armonia, il dialogo e la vicendevole dedizione, sarà il legame saldo di quella comunità che persegue come dimensione primaria di vita la pace, l’armonia, il dialogo e la vicendevole dedizione,
dove i coniugi non sono un rifugio vicendevole o un luogo rivendicativo, dove i figli non sono un possesso ma un affidamento da parte della vita, e dove i genitori non sono per i figli una schiavitù da cui emanciparsi.
deve essere il cammino di ciascuno La comunità familiare deve essere il cammino di ciascuno verso un Assoluto che ci supera tutti e al quale ci si educa insieme ad essere fedeli con impegno prioritario.
Sunto dell’Omelia odierna del Padre Dehoniano Natalino Costalunga F I N E