LA “CONVERSIONE” DI PAOLO I NTRODUZIONE A S AN P AOLO I Vita, contesto storico e scritti.

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Transcript della presentazione:

LA “CONVERSIONE” DI PAOLO I NTRODUZIONE A S AN P AOLO I Vita, contesto storico e scritti

I NFORMAZIONI IMPORTANTI SU P AOLO 1.F ONTI  Lettere protopaoline (1 e 2 Ts, 1 e 2 Cor, Fil, Gal, Rm, Fil, Fl)  Gli Atti degli apostoli  Documenti profani (Giuseppe Flavio, Filone, epigrafi) 2.C RONOLOGIA  La fuga da Damasco è prima del 39 d.C. (cfr. At 9,24b-25; 2Cor 11,30-33 e morte del re Areta)  Primo soggiorno a Corinto tra 50 e 52 (cfr. At 18,12-17; epigrafe su Gallione) 3.P AOLO PRIMA DI D AMASCO  Saulo, latinizzato in Paolo, cittadino romano  Ebreo della diaspora, di lingua greca, nato a Tarso  Fariseo, discepolo di Gamaliele, “persecutore” dei cristiani

L’ ESPERIENZA DI D AMASCO Che cosa significa la parola “conversione”? Che cosa pensi sia successo a Saulo a Damasco? Nel linguaggio comune si parla della “conversione” di Paolo, ma non è il lessico usato dall’apostolo nelle sue lettere. In che cosa consista questa esperienza: una crisi di coscienza? Un’esperienza “mistica” interiore? Un approccio con il movimento cristiano? C ARAVAGGIO, Conversione di San Paolo, Roma.

At 9,3-6At 22, 6-11 At, 26, E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?". 5 Rispose: "Chi sei, o Signore?". Ed egli: "Io sono Gesù, che tu perséguiti! 6 Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. 6 Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; 7 caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?". 8 Io risposi: "Chi sei, o Signore?". Mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti". 9 Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. 10 Io dissi allora: "Che devo fare, Signore?". E il Signore mi disse: "Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia". 11 E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco. 12 In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con il potere e l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti, 13 verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. 14 Tutti cademmo a terra e io udii una voce che mi diceva in lingua ebraica: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti? È duro per te rivoltarti contro il pungolo". 15 E io dissi: "Chi sei, o Signore?". E il Signore rispose: "Io sono Gesù, che tu perséguiti. 16 Ma ora àlzati e sta' in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto di me e di quelle per cui ti apparirò. 17 Ti libererò dal popolo e dalle nazioni, a cui ti mando 18 per aprire i loro occhi, perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ottengano il perdono dei peccati e l'eredità, in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me". Quali sono gli elementi comuni nei 3 testi? Quali le particolarità? Quali altri racconti biblici ti ricordano?

1.I 3 racconti seguono la stesso FORMA: – Viaggio a Damasco – Luce accecante, caduta di Paolo e voce divina – Dialogo di presentazione e ordine di andare in città 2.I racconti di Atti possiedono gli elementi tipici della TEOFANIA (racconto di rivelazione divina) cfr. Trasfigurazione e Es 3 3.La voce non invita Paolo a cambiare vita ma si presenta (“Gesù che tu perseguiti”) ma gli dà una MISSIONE: diventare testimoni alle genti (racconto di vocazione cfr. Is 6) 4.Paolo non vede Gesù, né lo tocca, come, invece, avviene nei racconti di Risurrezione C ARAVAGGIO, conversione di San Paolo particolare, Roma. R AFFAELLO, Trasfigurazione, Vaticano. R AFFAELLO B OTTEGA, Mosè e il roveto ardente, Vaticano.

D AMASCO NELLE LETTERE DI P AOLO Paolo fa riferimento in alcuni passi all’evento di Damasco ma non mostra alcun interesse nel raccontarci gli avvenimento. Egli si concentra sul significato teologico dell’evento. Paolo parla di Damasco solo quando è messa in discussione la legittimità della sua azione apostolica ai pagani da parte giudaica. Egli rivendica soprattutto e a pieno diritto il suo titolo di “apostolo” perché “chiamato” per annunciare il vangelo di Dio. (intento apologetico). V ALENTIN DE BOULOGNE, San Paolo scrive le sue lettere, Houston.

Dalla prima lettera ai Corinzi «Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se per altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. Questa è la mia difesa contro quelli che mi accusano» (1Cor 9,1-3).+ Contesto: Paolo si sta difendendo dalle critiche di alcuni che mettevano in dubbio che lui fosse un apostolo (questione del sostentamento). Paolo lo afferma con forza basando questo sul fatto che ha visto Gesù risorto come gli altri apostoli. È evidente che l’esperienza di Damasco lo ha reso testimone della risurrezione Che cosa significa che Paolo “ha veduto il Signore”?

«Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perchè ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1Cor 15,3-10). 1.Contesto: Paolo, di fronte ai dubbi dei Corinzi sulla risurrezione, ricorda il cuore del Vangelo. 2.Struttura: Introduzione Introduzione Formula kerygmatica Formula kerygmatica Lista dei testimoni Lista dei testimoni Inserimento autobiografico Inserimento autobiografico 3.Paolo ha visto Gesù risorto, come gli altri apostoli, anche se prima perseguitava i cristiani.

Dalla lettera ai Galati (Gal 1,11-17) 1.C ONTESTO : i giudeo- cristiani contestavano il Vangelo di Paolo, affermando che egli era un arrogante parvenu. Paolo risponde che il Vangelo gli stato dato per Rivelazione. 2.G UADAGNI : R IVELAZIONE DIVINA ( APOKALYPSIS ) L’ OGGETTO DELLA RIVELAZIONE È G ESÙ STESSO L O SCOPO È LA MISSIONE AI PAGANI V OCAZIONE GRATUITA ( CFR. G ER 1,5) 11 Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; 12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. 13 Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, 14 superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. 15 Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque 16 di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, 17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. Dove Paolo parla dell’evento di Damasco? Con quali espressioni?

Dalla lettera ai Filippesi (Fil 3,4-9) 1.C ONTESTO : Paolo lancia un’invettiva contro un gruppo di contestatori, che cercavano di farsi largo nella comunità vantando la loro origine ebraica. Paolo risponde che anche lui è ebreo, ma che tutto ciò ha perso valore di fronte al mistero di Cristo. 2.G UADAGNO : il testo mostra che l’incontro con Gesù risorto è stato per Paolo un capovolgimento di prospettiva: le cose che prima erano centrali (l’appartenenza al popolo, la circoncisione, la legge), ora sono inutili di fronte alla fede in Gesù. Della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge. Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede»

Riflessione finale 1.I testi non ci danno una cronaca dell’evento ma una spiegazione teologica. Si sottolinea, con forza, l’azione divina gratuita (no spiegazione psicologica) 2.L’esperienza di Damasco è – Incontro con il Risorto per grazia. – Capovolgimento di prospettiva: dalla sottomissione alla legge alla fede in Cristo. – Chiamata ad annunciare alle genti (vocazione) 3.l’espressione Conversione: Non è un cambiamento nei costumi, né un cambiamento di religione. Un cambiamento evangelico che coinvolge tutta la persona. M. R UPNIK, Conversione di San Paolo, Barletta.