Scrivere per farsi leggere

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Transcript della presentazione:

Scrivere per farsi leggere La maggior parte delle persone, quando deve stendere un documento non elabora uno schema visivo di quello che vuole dire e non si sforza di prevedere come reagirà il lettore. Succede la stessa identica cosa per la grafica (viene come viene, frutto dei gusti e delle abitudini personali).

Il modo di scrivere di una persona è talmente soggettivo e personale da avvicinarsi alla sua unicità e individualità. Quando un individuo realizza un testo scritto, infatti, è come se realizzasse una sorta di propria proiezione mediante le parole e frasi che sceglie per tra-smettere il suo pensiero.

In altri termini si diventa facilmente vittima di un paradosso logico, dato che una persona realizza e verifica l’efficacia di un testo utilizzando il proprio sistema di opinioni, credenze, convinzioni, valutazioni e conoscenze

Quindi possiamo dire che impiega i suoi criteri, in genere totalmente inconsapevoli, per realizzare scritti che vengono inviati a persone diverse da lui e quindi a soggetti che hanno un mondo percettivo e un insieme di criteri valutativi differenti dai suoi

Invece di adattarsi alle necessità percettive dei propri destinatari chiede loro di adattarsi e di accettare come ottimale il suo modo di scrivere Avere una chiave che apre il proprio ufficio e pretendere di poter aprire con la stessa chiave altri uffici.

Vari modi di comunicare Differenza abissale tra una comunicazione scritta, telefonica o “faccia a faccia”

Una delle differenze più salienti è data dal fatto che nella comunicazione scritta il ricevente quando legge non è vincolato a livelli di attenzione e ascolto tali da poter fornire immediatamente dei feedback o essere controllato nelle reazioni

Infatti: Il lettore potrebbe leggere oppure non leggere la lettera Potrebbe leggerla con attenzione oppure solo distrattamente Guardare solo il testo parzialmente o in modo molto superficiale

Esiste quindi una problematica di controllo carente sui tempi e sui modi in cui viene svolta una lettura da parte dei nostri destinatari

Quindi risulta fondamentale oltre a pensare che se da una parte abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere, dall’altra vi è la più o meno totale libertà del lettore di stabilire i luoghi, i tempi e modi della sua lettura.

Come migliorare l’impatto sul destinatario Essere ben consapevoli degli effetti che si vogliono ottenere sul lettore, o sui lettori, mediante lo scritto prima di predisporlo. Prestare molta attenzione all’aspetto relazionale che si invia al lettore, mediante i contenuti scelti nel costruire il testo Ipotizzare se il lettore farà una lettura superficiale oppure molto attenta (come posso rendere più interessante e attraente il testo per il destinatario?). Ipotizzare che tipo di reazione emotiva avrà, ricevendo il testo e se tale presumibile reazione è coerente con i nostri scopi: organizzare i contenuti in modo da ottenere risposte pienamente favorevoli da essi.

I primi 10/20 secondi che un qualsiasi lettore dedica ad un testo sono quelli più importanti per orientarlo a leggere con attenzione ed interesse o per convincerlo a leggere superficialmente, o distrat-tamente, o criticamente, o per fargli pro-crastinare o rifiutare la lettera.

I movimenti oculari e i processi deci-sionali durante la pre-lettura di un testo Osservando una persona mentre legge si può notare che gli occhi del lettore effettuano dei movimenti rapidi e discontinui; gli occhi del lettore infatti non si spostano alla stessa velocità da sinistra verso destra, ma compiono dei salti orizzontali e verticali con una velocità che varia da persona a persona. Durante questi movimenti c’è un istante che viene chiamato fissazione. È durante la fissazione che il lettore capisce e trae informazioni dal testo.

È come se il lettore scattasse una serie di fotografie, ma solo negli istanti prima menzionati, e ad ogni istante è come se il lettore si ponesse delle domande le cui risposte possono essere del tipo si (questo mi interessa) no (questo non mi interessa, riguarda altri non me).

Sei principali movimenti oculari: le analisi automatiche del lettore 1° movimento oculare è finalizzato a trovare la risposta alla domanda: a chi è rivolto questo testo? È proprio rivolto a me? 2° movimento chi manda questo scritto?come mai proprio a me? Cosa vuole da me? 3° movimento in che data? È una comunicazione ancora attuale? Devo occuparmene?

4° movimento Perché mi scrive? Che cosa vuole da me? È importante o no per me? Quale utilità me ne deriva? 5° movimento Chi me lo manda? Chi mi scrive effettivamente? È rilevante o no per me questo specifico mittente? (fa parte di qualche ente?) 6° movimento (usare le tecniche di lettura guidata) Come rinviare il lettore ai contenuti del testo e rinforzare l’effetto della missiva o la conclusione scelta, ovvero: come rendere più chiaro anche ad un lettore superficiale cosa vogliamo da lui scrivendogli.