Esiodo Vita e opere.

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Transcript della presentazione:

Esiodo Vita e opere

La vita (notizie tratte dalla sua opera) Nasce A Cuma, colonia eolica dell’Asia Minore, o a Ascra, aspro borgo della Beozia, in cui il padre era emigrato da Cuma per sfuggire alla povertà. Cronologia incerta – probabilmente all’inizio del VII secolo. Evento da ricordare: Lite con il fratello Perse per l’eredità paterna (cfr. “Opere e Giorni”). Condizione economica: Piccolo proprietario terriero, ma agiato; Condizioni economiche meno disagiate di quelle cui allude nella sua opera.

Opere Di sicura attribuzione Teogonia (Qeogon·a) 1022 esametri. Opere e Giorni (]Erga ka¸ ¢m™rai) 828 esametri. Di incerta attribuzione (in frammenti) Catalogo delle donne (o Eoie) Scudo di Eracle Frammenti di opere minori

La Teogonia Poema non epico, ma di argomento religioso. Teogonia = “generazione o genealigia degli dei”

Proemio della Teogonia Inno alle Muse Muse, Μοῦσαι, -ῶν figlie di Zeus e di Mnemosine (la "Memoria"), la cui guida è Apollo. In Esiodo per la prima volta compaiono i loro nomi: Clio (Storia); Euterpe (Poesia lirica); Talia (Commedia); Melpomene (Tragedia); Tersicore Danza); Erato Poesia amorosa); Polimnia (Mimo); Urania (Astronomia); Calliope Poesia epica). Esiodo racconta di aver ricevuto sull’Elicona direttamente dalle Muse l’investitura poetica.

Differenze con Omero Compare il nome dell’autore. L’invocazione alla musa omerica è impersonale, quella esiodea manifesta l’orgoglio individuale della propria investitura poetica. Le Muse insegnano ad Esiodo a cantare il Vero, mentre Esiodo dice che ad altri insegnarono a cantare “menzogne simili al vero”.  INDIPENDENZA IDEOLOGICA DALL’EPOS.

Contenuto della Teogonia I primi elementi cosmogonici sono Chaos (il caos primordiale), Gaia (la terra), Eros (l’energia generatrice). Da Chaos nascono il Tartaro (il dio degli Inferi) e da lui Notte ed Erebo (l’oscurità) Chaos Gaia Eros Ttani e Olimpi Tartaro Erebo Notte

La generazione degli Olimpi Gaia Urano Kronos Rea Zeus Kronos evira Urano e ne prende lo scettro; a sua volta Zeus inganna il padre con la complicità della madre. Zeus, alleatosi con i Giganti e gli altri figli di Kronos, sconfigge il padre e gli altri Titani e prende lo scettro. In Omero invece la prima coppia era formata da Oceano e Teti  TRADIZIONI COSMOGONICHE DIVERSE DALL’EPOS.

La conclusione del poema Gli ultimi versi sono probabilmente spuri in quanto presentano un collegamento con il Catalogo delle donne.

Opere e giorni Le opere e i giorni (Ἔργα καὶ Ἡμέραι) è un poema didascalico di 828 esametri nel quale si illustrano la necessità del lavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nel quale compiere determinate attività. Nella forma poetica dell’epos tradizionale sono forniti precetti tecnici minuziosi sui lavori dei campi divisi per stagioni, cui fanno da cornice splendide descrizioni di fenomeni naturali.

Proemio – Le due contese Proemio di 10 versi preghiera a Zeus, che dispensa fama e fortuna, punisce i superbi e tracotanti, e alle Muse della Pieria (non alle Muse Eliconie). Allegoria delle due Contese. Esistono due generi di contese (Eris), quella buona, posta sulla terra per volere di Zeus, spinge gli uomini, tramite un nobile spirito di emulazione, a lavorare e a migliorare la propria condizione. quella cattiva favorisce la guerra e la discordia. Contesa col fratello Perse il quale, dopo aver sperperato la parte della propria eredità concessa dal padre, vuole impossessarsi anche dell'eredità di Esiodo e pertanto intenta contro di lui un processo nel quale corrompe i giudici.

Il lavoro come dovere L'autore passa quindi a descrivere la necessità del lavoro da parte degli uomini per fugare la punizione degli dei e vivere secondo giustizia. Questi concetti vengono espressi tramite tre episodi: il mito di Prometeo e di Pandora il mito delle Cinque Età Il breve Apologo dello Sparviero e dell'Usignolo.

Il mito di Prometeo e di Pandora "Gli Dei tengono nascosti agli uomini i mezzi di vita" a causa dell'inganno di Prometeo,che provocò l'ira di Zeus. Zeus privò l'umanità del fuoco, ma Prometeo lo recuperò con un nuovo inganno. Zeus allora ordinò ad Efesto di creare la donna, chiamata Pandora, impastandola con acqua e terra e ad Afrodite di dotare la nuova creatura di ogni facoltà di seduzione. Ella recava con sé un vaso regalatole da Zeus, che però le aveva ordinato di lasciare sempre chiuso. Recata in dono ad Epimeteo, fratello di Prometeo, ben presto Pandora, presa dalla curiosità, aprì il famoso vaso, in cui erano racchiusi tutti i mali che potessero tormentare l'uomo, disperdendo tutti i mali nel mondo. La fatica, la malattia, la vecchiaia, la pazzia, la passione e la morte uscirono e immediatamente si sparsero tra gli uomini; solo la speranza, rimasta nel vaso tardivamente richiuso, da quel giorno sostenne gli uomini anche nei momenti di maggior scoraggiamento.

Il mito delle cinque età Nel secondo mito si narrano le cinque età nelle quali vissero gli uomini dalle origini fino al presente: Età dell'Oro: ai tempi di Crono gli uomini perennemente giovani erano nutriti dalla terra stessa senza fare nessun lavoro. Età dell'Argento: prima età degli uomini sotto Zeus; poiché litigavano tra di loro e non veneravano gli dei, furono fatti estinguere da Zeus. Età del Bronzo: uomini forti e violenti che si scontravano a vicenda, fino ad estinguersi per la loro stessa scelleratezza. Età degli Eroi: eroi, uomini-dei o semidei, che combatterono a Troia e a Tebe. Età del Ferro: è la stirpe che tuttora vive sulla terra caratterizzata dalla sofferenza, dall'ingiustizia e dal fatto di dover lavorare per sopravvivere. Esiodo non intravede nessuna possibilità di salvezza per l'uomo.

La favola dello sparviero e dell’usignuolo La più antica favola giunta dall'antichità Uno sparviero dopo aver afferrato un usignolo risponde alla sua richiesta di libertà affermando che farà di lui ciò che vuole: il più forte domina sul più debole che oltre al danno subisce la beffa se vuole opporre resistenza a questa legge di natura. "Stolto è chi vuole combattere contro i più forti".

Giustizia e necessità del lavoro Giustizia ed Ingiustizia. Esortazione a Perse a seguire la via della giustizia, dispensatrice di pace e prosperità. L'ingiustizia invece porta alla guerra ed alla rovina. Ammonimento ai giudici. Esiodo si rivolge ai giudici "divoratori di doni“ ammonendoli che il loro operato è osservato dall'occhio di Zeus. La vergine Dike (personificazione della giustizia) si rivolge a suo padre Zeus quando viene offesa. La legge degli uomini. L'osservare la giustizia è prerogativa degli uomini, mentre le bestie usano divorarsi fra loro. Zeus, che donò la giustizia all'umanità, premia i giusti e punisce gli ingiusti. La via del bene. La via del bene è la più faticosa e difficile, ma la sola che premia chi la percorre. Necessità del lavoro. Esortazione a Perse a costruire il proprio benessere con il lavoro. Il lavoro produce ricchezza ed allontana la fame. Chi lavora è caro agli dei ed agli uomini giusti. La violenza e il furto. La ricchezza acquisita con il furto non è duratura, ladri e violenti saranno puniti dagli Dei.

I lavori e i giorni Si passano poi in rassegna le varie attività da svolgere nelle quattro diverse stagioni, norme del vivere quotidiano e singole date fauste e infauste. Aratura e Mietitura. L'aratura e l'autunno. L'inverno. La primavera. L'estate. L'autunno. La navigazione. Matrimonio. Amici. La moderazione, la convenienza e la fama. IL CALENDARIO RELIGIOSO: giorni fausti ed infausti. Conclusione. Fortunato e felice chi lavora senza colpe ed evita le trasgressioni.

Proverbi e kenningar Esiodo introduce anche elementi di origine popolare, come proverbi; es. : La giustizia vale più della violenza. Tanto è bello poter approfittare di ciò che si ha, tanto è penoso aver bisogno di ciò che non si ha. Chi si fida della donna, si fida dei ladri. o particolari denominazioni (kenningar), es.: il polpo è il "senza-osso", il vecchio è il "tre-piedi", il ladro "dorme-di-giorno", la chiocciola è la "casa-in-groppa“.

Quale genere letterario? L’epica didascalica come genere letterario nasce in età alessandrina con Arato (III sec. a.C.) e si sviluppa a Roma con Virgilio (Georgiche), ponendo come modello l’opera di Esiodo. All’epoca di Esiodo questo genere non esisteva ancora, per cui è probabile che la sua opera venisse considerata epica in assoluto, sebbene in forma innovativa, perché ai temi eroici si sostituiva la vita quotidiana.

Quali destinatari? Il fratello Perse e i giudici cui si rivolge Esiodo sono storicamente esistiti, ma l’apostrofe ad essi non è che un espediente letterario. Le Opere non sono un’epistola privata, ma si rivolgono a tutta la comunità greca.

Composizione orale o scritta? Probabile composizione scritta, a causa dell’epoca di fioritura di Esiodo in cui già la tradizione omerica era stata fissata in testi scritti. L’opera non era destinata alla lettura, ma alla recitazione in occasione delle feste panelleniche.

Altre opere Catalogo delle donne Scudo di Eracle Opere minori

Catalogo delle donne Eoie ed Eee (in greco Ἠοῖαι, in latino Eoeae o Ehoeae), derivato dalla formula ἢ οἵη, «O quale donna...», che introduce ogni strofa del poema. Il catalogo narrava la discendenza delle donne della mitologia greca che si erano unite agli dei e degli eroi e dei semidei che avevano generato. Sebbene molti mettano in dubbio l’autenticità dell’opera, la paternità esiodea appare verosimile e non è da escludere.

Scudo di Eracle Il poema inizia come una Eoia si celebra di Alcmena, madre di Eracle, e prosegue con la battaglia di Ercole contro Cicno, sanguinario brigante figlio di Ares. Gran parte dell’opera è dedicata alla descrizione dello scudo dell'eroe, con evidente allusione allo scudo di Achille, descritto nell'Iliade. poema spurio, attribuito erroneamente ad Esiodo, di 480 esametri. Delle altre opere minori non restano che pochi frammenti.