Livio Sintesi
La vita e l’opera 59 a. C. – Nasce a Padova, città conservatrice e di simpatie repubblicane. Asinio Pollione gli rimproverava la sua patavinitas: allusione alle caratteristiche linguistiche, ma anche allo spirito conservatore tipico della sua terra natia. Si trasferì a Roma dopo la battaglia di Azio, dove entrò in amicizia con Augusto e pubblicò il I libro dell’opera; Tacito negli Annales riferisce che Augusto lo considerava un Pompeiano, pur restandogli amico: ciò testimonia il carattere indipendente e l’orientamento repubblicano di Livio: ciononostante condivise con la sua opera il progetto augusteo di restaurazione civile e morale di Roma. Morì a Padova il 17 d.C. Non rivestì cariche né militari né politiche, a differenza dei suoi predecessori; di formazione retorica, letteraria e filosofica, non militare. Ciò forse spiega l’impostazione letteraria e morale della sua opera, non politica e propagandistica.
Ab Urbe Condita libri - struttura Titolo: Ab Urbe Condita (Dalla fondazione di Roma): Progetto probabile: 150 libri, dalla fondazione di Roma (753 a.C.) alla morte di Augusto (14 d.C.) Compose invece 142 libri divisi in decadi: dalle origini mitologiche di Roma: Arrivo di Enea nel Lazio, fino alla morte di Druso in Germania (9 a.C) o alla sconfitta di Teutoburgo (9 d.C.). Periochae: compendi composti dal I a.C. al IV d. C. ad uso delle scuole, salvatesi spesso al posto degli originali. Sezioni pervenute fino a noi: libri I-X (fino al 293 – fine della III guerra sannitica) libri XXI-XLV (dal 219, inizio della II guerra punica al 167 a.C. – fine della III guerra macedonica) Delle parti perdute sono pervenuti alcuni frammenti, come quello sulla morte di Cicerone, per tradizione indiretta.
Struttura, finalità e metodo Schema annalistico - narrazione anno per anno : man mano che ci si avvicina al presente diviene più lenta e dettagliata. Finalità dell’opera: definite nel Proemio programmatico: carattere etico ed esemplare della narrazione; protagonista il popolo romano, grande per grandi virtù e ottimi costumi (paupertas e parsimonia) cui si oppone la decadenza contemporanea (avaritia luxuriaque); lo scopo della storia è pedagogico e morale tramite exempla virtuosi per esortare al ritorno all’antica morale. Criteri storiografici: accoglie le antiche leggende, pur non dando ad esse credito, per rispetto della tradizione; quando due o più fonti sono in contrasto sceglie: la versione dei fatti più favorevole a Roma. o con un criterio più artistico che scientifico. Il criterio della verità è subordinato allo scopo etico- pedagogico e a quello letterario.
Religiosità o scetticismo? La storia di Livio un’epopea della storia romana: Celebrazione delle virtù arcaiche romane: pietas, fides, concordia, disciplina, dignitas, parsimonia, ecc; ogni deviazione dal passato idealizzato è visto come una decadenza; i personaggi storici positivi sono visti come incarnazioni di quelle virtù: Orazio Coclite, Muzio Scevola, Clelia, Camillo, Cicinnato, ecc. Sembra credere nel dominio romano voluto dal fato: trovano posto nella narrazione riti e prodigi divini; sconfitte e vittorie correlate ad atti di pietà o empietà verso gli dei; la decadenza della res publica correlata a quella della religione. In apparente contraddizione è il fatto che aderisse allo scetticismo razionalistico di età ellenistica. In realtà Livio aderisce all’universo dei miti, dei prodigi e dei riti religiosi in quanto fondamenti costitutivi di quella romanitas cui la sua opera rende ossequio.
Ideologia politica Conservatore, simpatizzante per la nobilitas senatoria, nostalgico della repubblica aristocratica delle origini. Egli considera la libertà non un bene assoluto: è bene quando c’è la concordia tra le classi sociali; non lo è quando degenera in lotte, caos e iilegalità: perciò non approvò i Gracchi e in genere i tribuni della plebe che considera demagoghi La repubblica è la forma più elevata di governo, ma la monarchia non è da condannare: essa si rende necessaria nei periodi di confusione e di lotte civili e in cui solo una figura autorevole e prestigiosa può: riportare la pace civile, garantire l’ordine sociale e restaurare la moralità dei costumi e dei valori. Evidente in ciò l’allusione ad Augusto.
Le fonti Si rifà agli annalisti romani: Fabio Pittore, Cincio Alimento, Valerio Anziate (I decade); Celio Antipatro e Polibio (III decade = II guerra punica); Polibio (IV decade). Pur essendo Polibio una delle sue fonti principali, assai diversa è la concezione storiografica: manca in Livio la concezione pragmatica della storia; prevale il modello erodoteo e isocrateo, e quello della storiografia ellenistica: opera storiografica non come opera scientifica, ma retorica, letteraria, morale e pedagogica. per tale motivo si trovano in Livio anche influssi dell’epica di Ennio e della tragedia euripidea.
La tecnica narrativa Qualità artistica della narrazione basata sulla varietà e la drammatizzazione: storia come galleria di exempla: fatti gloriosi ed esemplari; spesso gli episodi vengono isolati ed enfatizzati; ricchezza di pathos e di tensione emotiva. per evitare che la lunghezza ingenerasse noia e monotonia si alternano scene dinamiche a brani cronachistici, a ritratti, a excursus e discorsi: molto curati i discorsi per indagare le motivazioni e la psicologia dei personaggi . scarso interesse per ambienti e paesaggi al contrario di Polibio.
Lingua e stile Quintiliano contrappone la brevitas sallustiana alla lactea ubertas (= abbonante flusso di latte) di Livio: la prosa è piacevole (iucunditas) e limpida (candor); il periodo è ampio e complesso, ricorrono termini poetici e forme arcaiche. Lo stile è dunque al confine tra la prosa classica ciceroniana, armoniosa e proporzionata) e la prosa imperiale (più ricca e variata, più tesa alla coloritura retorica e patetica.