Un modo per spiegare la disoccupazione strutturale I salari efficienti Un modo per spiegare la disoccupazione strutturale
Un piccolo passo indietro… Quando avete affrontato nella macroeconomia di base la curva di offerta aggregata, avete visto che questa curva derivava dal comportamento di imprese price maker e lavoratori wage maker In definitiva avete visto: L’equazione dei prezzi P=(1+)W Equazione dei salari W=PF(u,z) Uguaglianza = equilibrio al livello di produzione naturale
L’equilibrio parziale nel mercato del lavoro Per comprendere come a livello macroeconomico compaia un certo livello di disoccupazione involontaria e persistente in equilibrio, occorre ricordare che l’offerta aggregata è determinata dall’equilibrio nel mercato del lavoro Questo equilibrio risulta dall’incrocio tra la curva dei prezzi dell’impresa (PS) e quella dei salari dei lavoratori (WS) Le soluzioni ottimali dipendono dal potere di mercato delle imprese e potere di contrattazione dei lavoratori In questo caso specifico le imprese decidono non il livello del prezzo, ma quello del salario L’equazione dei prezzi P=(1+)W Equazione dei salari W=PF(u,z) Uguaglianza = equilibrio al livello di produzione naturale
Perché l’impresa deve pagare di più del livello del salario di riserva? Perché la produttività del lavoratore dipende in modo positivo dalla retribuzione percepita per due ordini di motivi: fondamento biologico: un salario superiore al livello di sussistenza permette di migliorare le condizioni nutritive e produce un aumento della produttività del lavoro; motivazione del lavoratore: l’ipotesi centrale è che il pagamento di un salario più elevato del costo opportunità provoca un effetto incentivante sull’impegno dei lavoratori
Ma anche perchè Un salario superiore a quello di mercato può garantire all’impresa un numero di domande di lavoro sempre superiore ai posti vacanti e quindi un più ampio margine di scelta; inoltre, ipotizzando che l’abilità o la produttività sul lavoro degli individui sia correlata positivamente al salario di riserva di ciascuno, avremmo che una retribuzione più elevata attirerà i candidati migliori, elevando la qualità media dei lavoratori (Ipotesi di selezione: Weiss, 1980). In presenza di costi di selezione e addestramento per l’impresa, l’elevato turnover diventerà un onere aggiuntivo (Ipotesi di turnover).
Inoltre I costi di controllo dell’impegno profuso dal lavoratore nella sua mansione sono molto elevati. Prevedere dei meccanismi incitativi che permettono di estrarre il massimo impegno dai lavoratori fornisce la soluzione al problema degli elevati costi (Ipotesi della disciplina: Shapiro e Stiglitz,1984 ). La teoria dei contratti efficienti ha fondamenti sociologici e psicologici e vede nella relazione salariale tra lavoratore e impresa il riflesso della qualità della relazione del rapporto di lavoro (Ipotesi dello scambio di doni: Akerlof, 1982).
La funzione di produzione di Solow e le decisioni di fissazione del salario Il modello dei salari efficienti proposto da Solow (equilibrio parziale di breve periodo) Il livello di K è fissato nel breve periodo, ad es. K=1 Secondo Solow il punto fondamentale dell’analisi è la funzione di produzione, poiché l’output non è una funzione solo del numero di lavoratori impiegati (q=f(L)), ma è una funzione del numero effettivo/efficiente dei lavoratori impiegati. Quindi quel che conta non è tanto quanti siano i lavoratori impiegati, ma quanto intensamente lavori la manodopera, o meglio, quanto essi siano produttivi Sia e=e(w), con e=sforzo/impegno che è funzione del salario. La soglia inferiore sia data da wL, con e’(w)>0 e e”(w)<0, cioè un aumento del salario aumenta lo sforzo, ma a tassi decrescenti
Al di sotto del livello salariale wL, non ci sarà alcun impegno del lavoratore
Salari di efficienza e produttività: il modello La funzione di produzione può essere semplificata eliminando K fisso e pari a 1 introducendo l’impegno del lavoratore che si indica con e (effort o sforzo): Il costo del lavoro è pari a w=w/p (salario reale) e l’effort dipende dal salario reale, quindi: E la funzione di produzione diventa
La funzione obiettivo dell’impresa In termini reali (/p): Introducendo lo sforzo diventa:
Quale livello salariale dovrà scegliere l’impresa per max il profitto? Quindi il problema di decisione dell’impresa diventa: Scegliere il salario che massimizzi i profitti; Una volta scelto il salario scegliere il livello di occupazione che massimizzi i profitti
L’ottimo nel modello di Solow Calcoliamo la derivata della funzione di profitto rispetto a w e a L e poniamo le derivate parziali =0. = 0 sostituendo = f′(e(w)L) e′(w)L – L = 0 = 0 sostituendo = f′(e(w)L) e(w) – w = 0 Riordinando risulta: (1) f′(e(w)L) e′(w) = 1 (2) f′(e(w)L) e(w) = w Dividendo quindi la (2) per la (1): o (3)
Il modello di Solow (cont) La (3) può essere riscritta come: (3’) La condizione di Solow misura quindi l’elasticità dello sforzo al salario e: Assumendo che lo sforzo rientri nella funzione di produzione, l’impresa max i profitti scegliendo il livello di salario per il quale l’elasticità dell’effort rispetto al salario è pari a 1 Ci sono altri due modi semplici per derivare la “condizione di Solow”: minimizzare i salari per unità di effort Utilizzare una rappresentazione grafica della funzione di effort
La funzione di sforzo: la scelta del lavoratore = scelta impresa Funzione dell’impegno del lavoratore e(w) 1 2 ei(wi)/wi ei(wi)= funzione di efficienza e(w)* e/w 1 Salario di efficienza wL w* w
Il livello ottimo di occupazione Geometricamente, il salario ottimo è definito dal punto della funzione di impegno la cui tangente passa per l’origine degli assi. Una volta fissato il salario, l’impresa sceglie la quantità ottima di lavoro efficiente, che possiamo considerare: Λ =e(w*)L. Il livello occupazionale corrispondente è: L*= [Λ / e(w*)] Dunque, l’impresa fissa il salario ponderando la lievitazione del costo del lavoro con l’aumento indotto nella produttività del lavoro. Naturalmente non esiste alcuna ragione per cui questo salario garantisca l’equilibrio nel mercato del lavoro. Si ha DISOCCUPAZIONE INVOLONTARIA
ei=ei(wi); e'(wi)>0; e”(wi) Minimizzazione del salario per unità di effort (efficienza) – modo alternativo di scelta dell’impresa ei=ei(wi); e'(wi)>0; e”(wi) Costo per unità di Efficienza E
Il salario e l’occupazione: le conseguenze La determinazione del salario obbedisce innanzitutto ad imperativi di efficienza produttiva e non deriva solo dalle condizioni di domanda e offerta di lavoro, come postulato nei modelli di ispirazione neoclassica. Al livello di salario efficiente w*e avremo per ogni singola impresa Le occupati. Supposto che lo schema di riferimento sia di concorrenza perfetta, le M imprese presenti nel mercato saranno in grado di occupare MxLe lavoratori. Tale livello occupazionale non corrisponde necessariamente all’offerta di lavoro che può essere Ls(we)> M*Le, quindi l’economia si trova in una situazione di disoccupazione involontaria, poiché vi sono lavoratori che vorrebbero impiegarsi al salario corrente, ma non trovano imprese disposte ad assumerli: Ls(we )-M*Le =U.
Perché impegnarsi quando invece sforzo e prodotto non sono misurabili/verificabili? (Il lavoratore) Se, come suppone la teoria economica tradizionale, i lavoratori fossero retribuiti al loro salario di riserva e la disoccupazione (involontaria) non esistesse, Qualunque lavoratore non perderebbe nulla nel caso di licenziamento: Nel primo caso, perché è indifferente tra lavorare ed essere inoccupato, Nel secondo caso, perchè troverebbe immediatamente lavoro in un'altra impresa. HP: Supponiamo adesso che il lavoratore possa scegliere il proprio livello di impegno sul posto di lavoro. Per quale ragione dovrebbe impegnarsi se è consapevole di non perdere nulla in caso di licenziamento?
Quando impegnarsi? E' chiaro che la situazione descritta di salario uguale a salario di riserva e assenza di disoccupazione non è ammissibile in un contesto di informazione asimmetrica in cui i lavoratori possono porre in essere delle azioni nascoste per quanto concerne l'impegno sul posto di lavoro. Se il lavoratore ha qualche grado di libertà sul decidere quanto impegnarsi. Si impegnerà molto solo se conservare il posto di lavoro in cui è occupato ha un valore economico, cioè quando il salario ottenuto è superiore a quello di riserva ed esiste disoccupazione. Solo in questo caso il lavoratore preferisce mantenere il posto di lavoro, e si comporterà in modo tale da conservarlo.
Altro fattore importante nel modello di Solow Questo ha a che fare con la volatilità dell’occupazione e dei salari nel ciclo economico. Nel mondo reale si osservano andamenti per salari e occupazione come quelli riportati nella figura: Le due figure ci dicono che l’occupazione è molto più volatile del salario nel ciclo economico. In un mondo nel quale i salari sono molto rigidi questo andamento ha senso. Nel modello di Solow noi osserviamo una perfetta rigidità salariale nel ciclo: I salari rimangono fissati.
Il modello di Solow, cont. Per verificare questo ultimo punto introduciamo un elemento stocastico (s) nella domanda di lavoro nd, sia cioè snd. s rappresenta in questo caso una variabile casuale come la tecnologia, le preferenze o gli shock sui prezzi . s′ shock negativo s″ shock positivo Il fatto interessante in questa ipotesi è che gli shock sono assorbiti completamente dall’occupazione. Questa previsione del modello di Solow è piuttosto estrema e modelli successivi hanno fornito soluzioni più flessibili (come nel caso del modello di Shapiro e Stiglitz, 1984).
Lavorare stanca… L'ipotesi di base che utilizzeremo è molto semplice: lavorare “stanca", quindi in generale i lavoratori preferiscono lavorare il meno possibile. E' compito dell'impresa (il principale) porre in essere dei sistemi di incentivazione che spingano i lavoratori ad impegnarsi sul posto di lavoro.
Il modello del lavoratore scansafatiche (Shapiro e Stiglitz, 1984) Il salario è utilizzato come metodo di disciplina del lavoro Le imprese (il principale) non sono in grado di osservare senza costo (informazione imperfetta) la reale produttività dei lavoratori (gli agenti). I lavoratori si comportano in modo sleale, cioè preferiscono oziare (shirk) sul posto di lavoro in assenza di costi associati ad un eventuale licenziamento per scarsa produttività. E' la retribuzione offerta che fa decidere al lavoratore se lavorare od oziare: consideriamo cioè solo l’aspetto incentivante; Il salario che induce al comportamento corretto, è funzione dell'ammontare di disoccupazione esistente nell'economia.
Il MODELLO di SHIRKING L’impresa occupa un certo numero di lavoratori. Per ogni lavoratore si ha che quando il livello di sforzo è 𝜺 ≤𝟎; L’utilità v che il lavoratore percepirà offrendo un livello di sforzo positivo 𝜺 >0 comporterà che il suo salario w sarà diminuito di una disutilità legata allo sforzo: Se il lavoratore non offrirà lo sforzo richiesto 𝜺 =0 si apriranno tre possibilità: A) con probabilità 1-q non sarà licenziato e otterrà il salario w con probabilità q sarà licenziato e in questo caso ha due possibilità: B) ottenere un’altra occupazione al salario w nel mercato C) non trovare occupazione e con probabilità (1-h) riceverà un sussidio di disoccupazione b con
Shirking Efficiency Wage Models q Gioco senza ripetizione che dimostra I payoffs derivanti da shirking o da effort: Si sceglie di non impegnarsi, non si ha disutilità 𝑎 I lavoratori scelgono un certo livello di sforzo per sempre q
La no-shirking condition (NSC) è: Per (shirking) l’utilità attesa è (1-q)[w-c(a)]+qv. Si può porre anche 𝑙 ′ 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑡à= 1−𝑞 𝑤+𝑞𝑣 Per (no-shirking) l’utilità attesa è . Se si pone 𝑎= 𝑎 l’utilità sarà=𝑤−𝑐( 𝑎 ) La no-shirking condition (NSC) è: Per ottenere un valore positivo di deve essere che w>v e che il legame con v sia negativo, mentre con q e w sia positivo. Possiamo considerare anche l’opzione di disoccupazione con sussidi e quindi: w-c(a)=(1-q)w+q(hw+(1-h)b) E riordinando otteniamo: 𝑤 ∗ =𝑏+ 𝑎 𝑞(1−ℎ) = b+ 𝑎 𝑞𝑢 u
L’espressione precedente dà luogo ad una funzione di questo tipo se consideriamo la lettura del grafico in modo inverso e considerando w una variabile indipendente: Deriva da
La NSC nella versione di Shapiro e Stiglitz
Conseguenze del modello con salari efficienti Ci fornisce un fondamento per il comportamento ottimizzante dell’impresa, poiché a salari più elevati corrispondono produttività più elevate Tale relazione è vera solo per salari superiori ad un livello base se esplicitiamo Tale livello (v) determina il reddito “normale” (o outside option) che il lavoratore otterrebbe se abbandonasse (o fosse licenziato da) l’impresa. In questo secondo caso avremmo: w b+ 𝑎 𝑞𝑢
Le variazioni salariali Questo salario sarà tanto più elevato, quanto maggiore risulterà lo sforzo (ε) richiesto e quanto maggiori sono le opportunità alternative (v e b) e viceversa sarà tanto più basso, quanto maggiore è la probabilità di essere scoperti (q) a non lavorare e tanto più elevato è il costo in termini di sforzo (c) ( che può implicare una maggiore tasso di disoccupazione (u)). L'ipotesi di omogeneità del lavoro comporta che il fatto di essere licenziato, perché scoperto ad oziare, non crei nessun problema di reputazione (le altre imprese lo assumeranno senza problemi).
Shirking ed equilibrio di breve period WS-PS: Efficiency Wage Models Note that 𝑤 ∗ =𝑏+ 𝑎 𝑞𝑢 >𝑏+ 𝑎 if 0<𝑞𝑢<1: If there is a positive unemployment rate and a chance of dismissal the employee who is working receives a rent, as the wage is greater than the opportunity cost of working (𝑏+ 𝑎 ). Thus, the jobless worker (with utility 𝑏) is involuntarily unemployed (she prefers to be working and getting a utility of 𝑤 ∗ − 𝑎 >𝑏). Efficiency wages in the 𝑊𝑆−𝑃𝑆 model: As mentioned, wages minimize costs/ maximize firm profits: 𝑤 𝑊𝑆 =𝑏+ 𝑎 𝑞𝑢 (𝑊𝑆). The efficiency wage falls with unemployment, so the 𝑊𝑆 curve is upward sloping in the real wage – employment diagram. Also, 𝑢 cannot be zero otherwise 𝑤 𝑊𝑆 will go to ∞ (No full employment). The 𝑃𝑆 relies on the fact that all firms are symmetric and set the same profit- maximizing price: 𝑤 𝑃𝑆 = η−1 η ε , where η is the price elasticity of demand.
Shirking e WS-PS: Efficiency Wage Models The efficiency wage 𝑊𝑆−𝑃𝑆 model: q q (*) https://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=8292
Conclusioni: Efficiency Wage Models The efficiency wage 𝑊𝑆−𝑃𝑆 model shows how equilibrium 𝑢 ∗ can be pushed up: Fig 15.6 a.: An increase in 𝑏 shifts 𝑊𝑆 upwards since it reduces the cost of shirking & necessitates a higher 𝑤 ∗ to induce effort; Econ moves from ‘A’ to ‘B’. Fig 15.7 b: An increase in the disutility of work ( 𝑎 ↑) or a reduction in the probability of job loss from shirking (𝑞 ↓) increases the slope of the 𝑊𝑆; A higher 𝑤 ∗ has to be paid to induce effort, and this increases equilibrium unemployment. ∴ Improving work conditions ( 𝑎 ↓), lower unemployment benefits (𝑏↓) and harsher monitoring of work effort (𝑞↑) are substitute instruments to reducing 𝑢 ∗ . The empirical evidence on efficiency wages (see p.562-3) suggests that: Work effort increases if local unemployment increased and the probability of finding another job if dismissed increases. Higher wages are associated with higher effort and less shirking Productivity and effort varied positively with the expected income loss from job loss
Equilibrio di No-shirking-condition (NSC) nel mercato del lavoro Disoccupazione involontaria LdC
La conferma empirica della tesi dei salari efficienti La conferma della bontà della teoria viene confermata in parte dai risultati di indagini/interviste condotte tra i manager responsabili delle risorse umane da molti autori: Kahneman et al. (1986), Blinder and Choi (1990), Shafir et al. (1997), Bewley (1999), Kawaguchi e Ohtake (2007); Agell, J., Lundborg, P. (2003 e 2007)... I risultati fanno emergere che anche in assenza di inflazione e presenza di elevati tassi di disoccupazione la politica salariale è sempre quella che ne preserva i livelli per non minare la fiducia reciproca nel rispetto delle regole tra datore di lavoro e lavoratori e rifiuta offerte di outsider a condizioni inferiori. Si evidenzia inoltre che, se aumentano i salari delle altre imprese, allora si teme una riduzione della produttività interna per oltre la metà degli intervistati.
Conclusioni su disoccupazione Nell’equilibrio macroeconomico, quando tutti i prezzi e i salari sono aggiustati completamente, si registrerà disoccupazione involontaria. Nel modelli di equilibrio parziale la disoccupazione involontaria era possibile. Perchè ora è anche necessaria? Si ricordi che se allora . Ogni impresa vuole aumentare il salario al di sopra del livello v, che sarà pari al livello del salario quando u=0. Fintanto che u=0, ci sarà una pressione sui salari che farà mantenere w=v. Solo se u>0, si potrà osservare w>v, come richiesto dall’equilibrio. Questo avviene perché i lavoratori aumentano la loro produttività solo se pagati ad un salario superiore a In conclusione, le imprese alzano i salari per stimolare l’aumento della produttività a un livello per il quale il profitto sarà positivo.
Conclusioni per una politica strutturale Un livello più elevato dei sussidi di disoccupazione (b) implicano un livello più elevato di disoccupazione strutturale ( e di fatto salari reali invariati) Ricordiamo che è l’elasticità del prezzo alla domanda è difficile pensare a politiche che agiscano su η, mentre è tipico agire su σ e b
Maggiore concorrenza nel mercato dei prodotti implica un livello più basso di disoccupazione strutturale e salari reali più elevati L’elasticità misura il tasso di sostituzione tra prodotti. Un valore elevato di sta ad indicare una minore forza contrattuale dell’impresa, mentre con i mercati diventano di concorrenza perfetta.
Alcune critiche I modelli con salari efficienti mettono in evidenza il conflitto tra politiche occupazionali (attive) e politiche sociali (passive) Ma lo stesso incentivo funzionerebbe anche con un sussidio di disoccupazione più basso per i lavoratori licenziati ( ad es. per motivi di disciplina), quindi tenendo conto della reputazione Al contrario, l’aumento del sussidio di disoccupazione può anche indurre un effetto negativo sulla performance dei lavoratori per due ragioni: riduce il numero di lavoratori che accetterebbero un’offerta (trappola della disoccupazione) se il diritto al sussidio viene maturato dopo un lasso di tempo lavorativo, per i lavoratori “che oziano” il valore del mantenimento della posizione lavorativa aumenta all’aumentare del sussidio