Il corpo e la moda Patrizia Calefato
Alphonse Bertillon (1853-1914), antropometria
Saartje Bartmann (1789-1816), la “Venere ottentotta”
Il faux-cul
Crinolina
Il corsetto, 1880
Esposizione Universale di Torino 1911
“Il vaso di Pandora”: Louise Brooks
Coco Chanel (1883-1971)
Greta Garbo (1905-1990)
Marlene Dietrich (1901-1992)
Rodolfo Valentino (1895-1926), Gösta Ekman (1890-1938), Ettore Petrolini “Gastone” (1884-1936)
Cinema dei “telefoni bianchi” Assia Noris e Vittorio De Sica in Il conte Max Luisa Ferida
Alida Valli (1921-2006)
Le “maggiorate” italiane Silvana Mangano Gina Lollobrigida
Sophia Loren
Anna Magnani
Rita Hayworth, Gilda
Ava Gardner con l'abito "pretino" delle Sorelle Fontana che ispirò quello di Anita Ekberg per il film "La dolce vita" di Federico Fellini
Moda e cinema Grace Kelly
Audrey Hepburn
Ursula Andress, 1962
Brigitte Bardot
La minigonna Twiggy, 1963
Corpo e pubblicità Toscani/Pirella 1973
Pubblicità per collant, anni’60
Naomi Campbell, 1992
Top Model Le donne, o per meglio dire le ragazze, prese singolarmente, erano belle. Tutte insieme, toglievano il fiato. (...) Camminavano sinuose sui tacchi a spillo, muovendo i fianchi come modelle, e, giunte alla mia scrivania, tendevano la morbida manina fresca di manicure, presentandosi “Sono Jacelyn che lavora con Hope”; “Nicole della Moda”; “Stef degli Accessori”. Erano tutte sopra il metro e settanta, tranne una, Shanya, così minuta e ben proporzionata da risultare ugualmente assolutamente perfetta. Nessuna pesava più di 55 chili (Il diavolo veste Prada, p. 62). The Wild Ones, foto Peter Lindbergh 1991
Pubblicità Ferré jeans
Moda, bellezza e pubblicità
C. Sherman, Untitled Film Stills
C. Sherman, Untitled Film Stills
C. Sherman, Untitled Film Stills
C. Sherman, Untitled Film Stills
Lussificazione del corpo “STIVALI ALLE GINOCCHIA? CON UNA GONNA DI QUESTA LUNGHEZZA? MI PRENDI IN GIRO? PICCOLA, NEL CASO TU NON LO SAPPIA, NEL CASO TU NON ABBIA NOTATO L’INSEGNA ALL’INGRESSO, QUESTA E’ LA REDAZIONE DI ‘RUNWAY’, IL TOP DEI TOP DEI GIORNALI DI MODA AL MONDO. DICO AL MONDO! MA NIENTE PAURA, TESORINO, NIGEL TI LIBERERA’ DA QUESTO LOOK DA CENTRO COMMERCIALE”. (...) “FAREMO IN FRETTA, DOLCEZZA, TE LO PROMETTO. LA MATERIA PRIMA NON E’ AFFATTO MALE, CREDIMI: BELLE GAMBE, CAPELLI FOLTI, E SOPRATTUTTO FISICO ASCIUTTO PERCHE? IO NON LAVORO SULLE CICCIONE, DOLCEZZA, LO SANNO TUTTI. TEMPO DUE GIORNI E SARAI UNO SCHIANTO, VEDRAI” (Il diavolo veste Prada p. 81). Cindy Sherman, Untitled Film Stills (138)
Uomini Gli uomini erano palesemente gay, in pantaloni superaderenti e T-shirt a costine ben tese su bicipiti e pettorali. L’art director, un tipo di mezza età con i capelli color champagne e un principio di calvizie, portava l’eye liner, una giacca di vinile e mocassini pelosi. L’insieme faceva pensare al fratello gemello di Elton John (Il diavolo veste Prada p. 62). Vivienne Westwood, coll. 1998-99
Corpi in opposizione Dopo mezz’ora di simili ragionamenti, spuntò un’altra ragazza altissima e terribilmente magra. Si presentò subito, ma io ero troppo occupata a studiare il suo aspetto per fare caso al nome. Indossava una gonna di jeans strappata, camicia bianca trasparente e dei sandali argentati col cinturino. Sfoggiava una tintarella perfetta, una manicure impeccabile e chilometri di pelle nuda. Fu soltanto quando mi efce segno di alzarmi e seguirla che mi colpì la completa e devastante consapevolezza di quanto triste dovessi apparirle nel mio completino raffazzonato, con quella specie di ventiquattr’ore che mi trascinavo appresso, i capelli flosci, senza ombra di trucco, accessori, gioielli (Il diavolo veste Prada pp. 34-35)
Fotografia di Helmut Newton Corpi e nomi propri Quanto alle donne, non avevo mai ammirato capelli di un biondo così radioso, né immaginavo che la manutenzione di quelle meches rigorosamente firmate costasse in media seimila dollari all’anno. Le borse e le scarpe che si aggiravano per la lobby gridavano “Prada! Armani! Versace!”. Fotografia di Helmut Newton
Il nome segreto Allora io non potevo saperlo, ma capitava spesso che, nei corridoi dell’Elias-Clark Building, tali prestigiosi accessori s’imbattessero nello stilista che li aveva creati. Erano toccanti ricongiungimenti, grazie ai quali Miuccia, Giorgio o Donatella potevano rimirare commossi l’efficacia erotizzante degli stivali autunno-inverno 2003-2004 o la sublime eleganza della borsa haute-couture per la primavera (Il diavolo veste Prada p. 20).
Scarnificazioni Un’appariscente ragazza di colore mi raggiunse e si presentò. Era Allison, l’assistente senior appena promossa a caporedattore della Bellezza. La prima cosa che notai fu la sua magrezza. Con lo stomaco incavato e le ossa pelviche sporgenti, era semplicemente troppo magra. Secondo, andava a lavorare con la pancia scoperta. Indossava pantaloni di pelle nera, morbidi e stretti, e un top di pelliccia bianca (vera o sintetica, non so) largo poche decine di centimetri. I capelli neri come l’inchiostro le scendevano lungo la schiena come una spessa coperta luccicante. Aveva le unghie dei piedi e delle mani dipinte di un bianco opalescente, e i sandali aperti aggiungevano una decina di centimetri a un’altezza già di per sé vertiginosa. Era indiscutibilmente sexy, seminuda ed elegante allo stesso tempo, ma a me comunicava soprattutto un senso di freddo. Letteralmente: dopo tutto, era novembre (Il diavolo veste Prada p. 33).
Corpi virtuali Lara Croft
Second Life
Neytiri (Avatar)
Riduzione del corpo Isabelle Caro, la modella morta di anoressia nel 2010. Poco tempo prima di morire, aveva posato per Oliviero Toscani in una campagna contro l’anoressia.