FEDERICO II di Svevia A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda.

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Transcript della presentazione:

FEDERICO II di Svevia A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda

Federico Barbarossa Federico Barbarossa combinò le nozze tra suo figlio Enrico e Costanza d’Altavilla, ultima discendente della dinastia normanna. In questo modo il regno normanno dell’Italia meridionale venne unito all’impero. Costanza D’Altavilla

Nel 1190 Barbarossa morì e nel 1197 morì anche suo figlio Enrico, che lasciò un erede di appena tre anni, Federico II Federico II

La madre Costanza d’Altavilla pose sotto la tutela del papa Innocenzo III il giovane Federico II Innocenzo III, secondo gli ideali della teocrazia, si riteneva superiore a tutti gli uomini e quindi al’imperatore e intendeva porsi come incontrastato arbitro delle vicende internazionali Papa Innocenzo III

Alla morte di Enrico iniziarono le lotte per la successione fra i duchi tedeschi Il papa Innocenzo III pensò di usare Federico II per contrastare l’azione del vincitore sassone Ottone di Brunswick Ottone di Brunswick

Federico II godeva anche del sostegno del re di Francia Filippo II Augusto, mentre Ottone era appoggiato dal re d’Inghilterra Giovanni Senza Terra Giovanni Senza Terra Filippo II Augusto

Il conflitto si concluse con la battaglia di Bouvines (1214) e con la vittoria di Federico II

Nel 1215 Federico II venne incoronato imperatore ma si mostrò subito intenzionato ad occuparsi solo dell’Italia, disinteressandosi della Germania.

(miniatura medievale) Federico II stabilì la corte a Palermo con l’intento di fondare uno stato forte, unitario e laico (indipendente dalla Chiesa) Concentrò tutti i poteri nelle sue mani senza lasciare spazio ai feudatari Federico II e la corte (miniatura medievale)

LE RIFORME DI FEDERICO II Favorì lo sviluppo dell’agricoltura e del commercio Rivitalizzò l’arte e la cultura: avvalendosi della collaborazione dei letterati della sua corte (la famosa “scuola siciliana”), intendeva diffondere la cultura nel suo regno TORRE OTTAGONALE DI ENNA DIMORA ESTIVA DI FEDERICO II

Nel Regno di Sicilia egli istituì il Parlamento, il primo che la storia ricordi. Era composto da tre Camere o Bracci : — la Camera militare, formata dai baroni più potenti — la Camera ecclesiastica, formata dai vescovi e dagli abati più importanti — la Camera demaniale, formata dai deputati delle diverse città Le tre Camere si riunivano e discutevano delle necessità della Sicilia. In tal modo ognuno poteva far presente i propri bisogni e le proprie lamentele.

Emanò le Costituzioni melfitane, leggi basate sul principio della superiorità dello Stato e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge CASTELLO DI MELFI

La politica di Federico II portò all’inevitabile rottura tra papato e impero e allo scontro con i forti Comuni dell’Italia settentrionale che, costituitisi in una nuova Lega lombarda, erano decisi a difendere le autonomie conquistate

LO SCONTRO CON PAPA E COMUNI Inizialmente i Comuni vennero sconfitti a Cortenuova e a Parma poi loro sconfissero le truppe imperiali e catturarono persino il figlio di Federico, Enzo. Battaglia di Parma tra Federico II e i Comuni della Lega Lombarda

Nell’anno 1250 improvvisamente Federico II morì. Federico fu il più grande sovrano della Sicilia, che egli soleva chiamare “Pupilla dei miei occhi”. Venne sepolto, con grandi onori, nella Cattedrale di Palermo, la città che sotto il suo regno era diventata la più fiorente d'Europa e che egli sopra tutte le altre aveva amato.

Quando nel 1250 Federico II morì, lasciò le opposte fazioni dei Comuni (guelfi e ghibellini) a combattere fra di loro Federico II

GUELFI E GHIBELLINI Dopo la morte dell'imperatore Enrico V, nel 1125, si era aperto in Germania un periodo di lotte per la successione all'impero. In tale contesto vennero a crearsi due schieramenti opposti, che presero il nome di Guelfi e di Ghibellini: Guelfi, sostenitori dei duchi di Baviera Ghibellini, sostenitori dei duchi di Svevia Col tempo i due termini passarono ad indicare Guelfi = i sostenitori del papa Ghibellini = i sostenitori dell'imperatore

All’interno di una stessa città poi era possibile che nascessero divisioni A Firenze per esempio vi erano: Guelfi bianchi Guelfi neri Nelle due opposte fazioni si identificarono gli interessi di carattere economico, gli ideali politici e l'azione delle famiglie dei Cerchi (bianchi = aperti alle forze popolari) e dei Donati (neri = rappresentavano soprattutto gli interessi delle famiglie più ricche di Firenze).

Dopo la morte di Federico II l’impero fu gravemente indebolito da un interregno (= senza imperatore) per circa venti anni Nel 1273 venne eletto Rodolfo d’Asburgo che decise di non intervenire nella situazione italiana Rodolfo d’Asburgo

Solo Enrico VII di Lussemburgo (noto come Arrigo VII) nel 1310 scese in Italia ma, dopo aver ricevuto la corona regia a Milano ed essere incoronato imperatore a Roma, morì improvvisamente vicino a Siena nel 1313 ARRIGO VII

LA SICILIA DOPO LA MORTE DI FEDERICO II Federico II, dunque, morì nel 1250.   Il periodo che seguì fu un periodo agitato per l'isola. A lui era successo il figlio (illegittimo) Manfredi, usurpando il diritto del fratellastro Corrado e del figlio di questi, Corradino. Corradino

Il Papa, allora, temendo la potenza di Manfredi, chiese aiuto al fratello del re di Francia Carlo d'Angiò. La lotta, non solo fra Carlo d'Angiò e Manfredi, ma fra i partigiani dell'uno e dell'altro, fu lunga e molto dannosa per l'isola. Manfredi

Carlo d'Angiò Alla fine Carlo d'Angiò ebbe la meglio, sconfisse a Benevento Manfredi (1266) e, poco dopo, anche il povero Corradino, tradito e abbandonato da tutti. Con questa battaglia l’Italia meridionale e la Sicilia passarono sotto il dominio angioino

La durezza del governo angioino e le pesanti tasse imposte provocarono nel 1282 la rivolta antifrancese dei Vespri siciliani In aiuto degli insorti intervenne il re Pietro III d’Aragona dando inizio ad una nuova lunga guerra che si concluse con la pace di Caltabellotta nel 1302 con cui gli Aragonesi si impadronivano di Palermo e della Sicilia, mentre Napoli e il Meridione rimanevano degli Angioini