Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.

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Transcript della presentazione:

Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. 25 MAGGIO 2018 VENERDÌ - VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.   Antifona Lodiamo il Signore nostro Dio: eterna è la sua misericordia. SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto;  perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio,  ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Lodiamo il Signore nostro Dio: eterna è la sua misericordia.

Inno Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo Spirito, noi t'invochiamo: salvaci, o Signore! Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il popolo che crede nel tuo amore. Sia lode e onore a te, pastore buono, luce radiosa dell'eterna luce, che vivi con il Padre e il Santo Spirito nei secoli dei secoli glorioso. Amen.

1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio 1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio. SALMO 68, 2-13   (I) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Salvami, o Dio: * l'acqua mi giunge alla gola.  Affondo nel fango e non ho sostegno; † sono caduto in acque profonde * e l'onda mi travolge.  Sono sfinito dal gridare, † riarse sono le mie fauci; * i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio.  Più numerosi dei capelli del mio capo * sono coloro che mi odiano senza ragione. Sono potenti i nemici che mi calunniano: * quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?  Dio, tu conosci la mia stoltezza * e le mie colpe non ti sono nascoste.  Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, * Signore, Dio degli eserciti; per me non si vergogni * chi ti cerca, Dio d'Israele.  Per te io sopporto l'insulto * e la vergogna mi copre la faccia;  sono un estraneo per i miei fratelli, * un forestiero per i figli di mia madre.  Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, * ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.  Mi sono estenuato nel digiuno * ed è stata per me un'infamia.  Ho indossato come vestito un sacco * e sono diventato il loro scherno.  Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, * gli ubriachi mi dileggiavano. Gloria al Padre e al Figlio, *  e allo Spirito Santo.  Come era nel principio e ora e sempre, *  nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Sono sfinito dal gridare nell'attesa del mio Dio.

2^ Antifona Hanno messo nel mio cibo veleno, nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto. SALMO 68, 14-22   (II) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Ma io innalzo a te la mia preghiera, * Signore, nel tempo della benevolenza;  per la grandezza della tua bontà, rispondimi, * per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.  Salvami dal fango, che io non affondi, † liberami dai miei nemici * e dalle acque profonde.  Non mi sommergano i flutti delle acque † e il vortice non mi travolga, * l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.  Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; * volgiti a me nella tua grande tenerezza.  Non nascondere il volto al tuo servo, * sono in pericolo: presto, rispondimi.  Avvicinati a me, riscattami, * salvami dai miei nemici.  Tu conosci la mia infamia, † la mia vergogna e il mio disonore; * davanti a te sono tutti i miei nemici.  L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. † Ho atteso compassione, ma invano, * consolatori, ma non ne ho trovati. Hanno messo nel mio cibo veleno * e quando avevo sete mi hanno fatto bere l'aceto. Gloria al Padre e al Figlio, *  e allo Spirito Santo.  Come era nel principio e ora e sempre, *  nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Hanno messo nel mio cibo veleno, nella mia sete mi hanno fatto bere l'aceto.

3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita 3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita. SALMO 68, 30-37   (III) Mi divora lo zelo per la tua casa Gli diedero da bere vino mescolato con fiele (Mt27, 34). Io sono infelice e sofferente; * la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.  Loderò il nome di Dio con il canto, * lo esalterò con azioni di grazie,  che il Signore gradirà più dei tori, * più dei giovenchi con corna e unghie.  Vedano gli umili e si rallegrino; * si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,  poiché il Signore ascolta i poveri * e non disprezza i suoi che sono prigionieri.  A lui acclamino i cieli e la terra, * i mari e quanto in essi si muove.  Perché Dio salverà Sion, † ricostruirà le città di Giuda: * vi abiteranno e ne avranno il possesso.  La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, * e chi ama il suo nome vi porrà dimora. Gloria al Padre e al Figlio, *  e allo Spirito Santo.  Come era nel principio e ora e sempre, *  nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Cercate il Signore e avrete la vita.

V. Il Signore ci insegni le sue vie: V V. Il Signore ci insegni le sue vie: V. e noi andremo per i suoi sentieri. Prima Lettura: Dal libro di Qoèlet 8, 5 - 9, 10 Consolazione dell'uomo saggio  Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del saggio conosce il tempo e il giudizio. Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo ricade gravemente su chi lo fa. Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie. Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno. Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece, partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità. Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male; poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio. Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità. Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole. Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra — poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte — allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.

Prima Lettura: Dal libro di Qoèlet 8, 5 - 9, 10 Consolazione dell'uomo saggio Infatti ho riflettuto su tutto questo e ho compreso che i giusti e i saggi e le loro azioni sono nelle mani di Dio. L'uomo non conosce né l'amore né l'odio; davanti a lui tutto è vanità. Vi è una sorte unica per tutti, per il giusto e l'empio, per il puro e l'impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li offre, per il buono e per il malvagio, per chi giura e per chi teme di giurare. Questo è il male in tutto ciò che avviene sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e anche il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza alberga nel loro cuore mentre sono in vita, poi se ne vanno fra i morti. Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi c'è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; non c'è più salario per loro, perché il loro ricordo svanisce. Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole. Va', mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. In ogni tempo le tue vesti siano bianche e il profumo non manchi sul tuo capo. Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole. Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare. Responsorio R. Occhio non vide, orecchio non udì, né mai entrò in mente umana ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano. * A noi Dio lo ha rivelato per mezzo dello Spirito, che scruta i misteri di Dio. V. Di tutta l'opera di Dio l'uomo non può scoprire le ragioni. R. A noi Dio lo ha rivelato per mezzo dello Spirito, che scruta i misteri di Dio.

Seconda Lettura: Dalla «Spiegazione dell'Ecclesiaste» di san Gregorio di Agrigento, vescovo (Lib. 8, 6; PG 98, 1071-1074) L'anima mia esulti nel Signore Và, mangia con gioia il tuo pane, bevi con cuore lieto il tuo vino perché Dio ha già gradito le opere tue (Qo 9, 7). Potremmo prendere queste parole come una sicura e sana norma di saggezza umana per la vita di tutti i giorni. Tuttavia la spiegazione anagogica ci porta ad una considerazione più alta, e ci insegna a considerare il pane celeste e mistico che è disceso dal cielo e ha portato la vita nel mondo. Così pure bere il vino spirituale con cuore sereno significa dissetarsi di quel vino che uscì dal costato della vera vite, al momento della sua passione salvifica. Di essi così parla il vangelo della nostra salvezza: Avendo preso del pane, dopo averlo benedetto, Gesù disse ai suoi discepoli: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi in remissione dei peccati. Similmente prese anche il calice e disse: Bevetene tutti: questo è il mio sangue della nuova alleanza, sparso per voi e per molti in remissione dei peccati (cfr. Mt 26, 26-28). Coloro dunque che mangiano questo pane e bevono questo mistico vino gioiscono ed esultano e possono esclamare a gran voce: Hai portato la gioia nel nostro cuore (cfr. Sal 4, 7). A mio giudizio, è proprio a questo pane e a questo vino che si riferisce la Sapienza di Dio sussistente, cioè Cristo nostro salvatore, quando ci invita alla comunione vitale con se stesso, Verbo divino. Lo fa con le parole del libro dei Proverbi: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato» (Pro 9, 5). Coloro ai quali viene rivolto questo invito, devono compiere opere di luce, in modo da avere le loro anime splendenti non meno della luce stessa, come dice il Signore nel vangelo: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5, 16). Anzi in tal caso vedranno scendere sul loro capo anche l'olio, cioè lo Spirito di verità, che li proteggerà e li preserverà da ogni maleficio di peccato. Responsorio R. Il Signore sta alla mia destra, non posso vacillare: * per questo gioisce il mio cuore, la mia anima esulta. V. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: R. per questo gioisce il mio cuore, la mia anima esulta.

Orazione Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo attuare nelle parole e nelle opere ciò che è conforme alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.