La pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria Patrimonio dell'Umanità Antonio Parrinello – Direttore del Parco Nazionale di Pantelleria "Agricoltura, sviluppo e salvaguardia – un anello forte" Cinque Terre – Castello di Riomaggiore, venerdì 26 ottobre 2018
Pantelleria Superficie: 8.453 ettari 71% coperta da terrazzamenti 5.899 ettari modellati dall’uomo
Età del bronzo: L’isola fu già abitata da un’antica civiltà dedita all’agricoltura, all’allevamento, alla caccia e alla pesca sotto costa. Creazione del tipico paesaggio co/ulturale dovuto alla scelta di alcuni uomini di abitare un luogo per vantaggio di posizione (il centro del Mediterraneo per l’appunto) nonostante esso fosse un “desertus et asperrimus locus”, così come fu descritto da Seneca, “sterile, sferzato dalle onde del mare libico”, nelle parole di Ovidio.
Soluzioni tecniche di assoluta originalità Biodiversità (terrazzamenti) 03 02 Alberi (giardino Pantesco) Pietra come rifugio per gli uomini (dammuso) 01
“Paesaggio della pietra a secco di Pantelleria” “di straordinario fascino estetico e di grande impatto scenico” Per le caratteristiche di questa secolare attività agricola, il “Paesaggio della pietra a secco di Pantelleria” è stato incluso all’interno del Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici.
Agricoltura: ruolo centrale
La vite ad alberello Agricoltura eroica Pazienza e fatica Conche profonde 20 cm che accumulano acqua piovana e proteggono i grappoli dal vento Estreme condizioni ambientali Cura costante della terra e della natura Varietà prevalente: ZIBIBBO
Necessità di adattamento alle condizioni climatiche Ceppo alto 10-15 cm 4-10 branche lunghe fino ad 1 metro Tralci potati cortissimi con 1-2 gemme Sesto più frequente 2x2 m con densità di 2500 piante/ettaro Produzione variabile: 50 q/ha zone costiere; 120 q/ha nelle zone interne.
ZIBIBBO La varietà dello zibibbo fu probabilmente introdotta già dalla dominazione musulmana (a Palermo nell’XI secolo esisteva un funduq al-zebib, una “locanda dello zibibbo”) anche se il termine arabo indica genericamente l’uva passa. La viticoltura oggi è estesa su poco più di un decimo degli ettari che tra 1929 e il 1964 risultavano in coltura: oltre 5000 ha, in gran parte nelle terrazze delle cuddie (colline) e nelle pianure di Ghirlanda e Monastero.
Dal 2014: Patrimonio dell’Unesco
Per la prima volta l‘Unesco ha attribuito questo riconoscimento ad una pratica agricola. La coltivazione della vite sull'isola ha, infatti, modellato nel tempo il paesaggio, realizzando uno dei contesti agricoli più suggestivi al mondo. Grande emozione ha suscitato il caloroso applauso con cui l'assemblea ha salutato l'iscrizione della candidatura italiana al Patrimonio immateriale dell'Umanità.
Oggi, a Pantelleria, il paesaggio disegnato dalla vigne è il segno di un equilibro raggiunto con la natura grazie all’opera dell’uomo e alla consapevolezza del rispetto dell'ambiente.
Grazie