O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua.
Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle tue ali. A te si stringe l'anima mia: la tua destra mi sostiene. (Salmo 63)
Nella vita bella e piena ma anche tumultuosa e affollata di ogni giorno, guidati da un profondo desiderio interiore possiamo fare uno spazio di pausa e di ascolto:
ecco le mani che si allargano a creare ampiezza, disponibilità, a custodire possibilità di ricerca, ad aprire possibilità di accoglienza.
E in questo spazio, pazientemente e ripetutamente aperto scaturisce la possibilità di ascoltare una parola-presenza divina che si offre a noi silenziosamente e fedelmente ogni giorno.
Questa presenza divina accolta agisce in noi mettendo in armonia tutto ciò che ci abita: il luminoso, l’oscuro, l’amore e l’energia vitale. Queste mani aperte allora diventano capaci di donare a Dio tutto ciò che noi siamo.
Ecco che per effetto di questo dono-accoglienza scambievole parte della luce che ci attraversa può uscire da noi e creare dei lampi di luce a illuminare la realtà che ci circonda.