L’eta di Filippo II di Spagna e di Elisabetta d’Inghilterra L’eta di Filippo II di Spagna e di Elisabetta d’Inghilterra. Le guerre di religione in Francia. 1556-1603
1) Il primato spagnolo La Spagna di Filippo II (1556-98) gode in Europa di una posizione privilegiata: non è divisa dal punto di vista religioso; può contare su enormi entrate grazie ai domini coloniali; si avvantaggia della crisi francese (guerre di religione); aspira a consolidare l’unione con l’Inghiterra, avviata con il matrimonio tra Filippo e Maria Tudor (1553-58)
El Rey Prudente Mentre Carlo V Imperatore d’Asburgo e padre di Filippo) «non ha patria», Filippo fu a capo di uno stato unito e coeso. Filippo non viaggiò come il padre ma si stabilì a Madrid, al centro della Castiglia, da dove cercò di controllare gli immensi domini attraverso una fitta e capillare rete burocratica. Concentrò in sé ogni potere decisionale, accollandosi il grosso del lavoro di governo. Cauto e riflessivo, queste sue doti contribuirono però a rendere poco dinamico il governo spagnolo.
Lo stato spagnolo: economia Dopo il 1560 cominciarono ad affluire in Spagna grossi quantitativi d’oro e d’argento, provenienti dalle miniere del Perù e del Messico. Queste risorse avrebbero potuto, se ben investite, assicurare un benessere duraturo: ma l’arretratezza economica e agricola; il pregiudizio delle classi dirigenti contro le attività imprenditoriali; l’assenza di una consistente classe borghese; gli elevatissimi interessi bancari sui prestiti che Filippo II chiedeva alle banche europee, impedirono alla Spagna di crescere e svilupparsi come un paese moderno.
La difesa della fede Filippo è stato definito il “braccio” secolare della Controriforma. In realtà la sua politica religiosa mirò a difendere gli interessi del regno, come si vide quando, dopo la morte di sua moglie Maria Tudor (1558), sostenne la successione al trono inglese della “eretica” Elisabetta I contro la cattolica Maria Stuart, sposa di Francesco II di Francia.
Contro gli infedeli Filippo perseguitò le minoranze religiose presenti in Spagna: ebrei convertiti (“marranos”) e musulmani (“moriscos”). I Moriscos si ribellarono (1568-70): saranno deportati e poi espulsi (1609), causando un ulteriore impoverimento economico e culturale. La Spagna partecipò inoltre alla Sacra Lega (insieme a Venezia) che distrusse la flotta turca a Lepanto nel 1571: una vera e propria riconquista del Mediterraneo che all’epoca fu celebrata quasi come una nuova Crociata.
Don Giovanni d’Austria, figlio naturale di Carlo V, comandante della flotta cristiana a Lepanto. 7 ottobre 1571: grazie alla superiorità nell’artiglieria della Lega Santa, alla tattica usata dai Veneziani e alle pessime condizioni della flotta turca, il gigantesco scontro si risolve con la vittoria della Lega.
Filippo e i Paesi Bassi Dominio di grande importanza economica per la Spagna (il prelievo fiscale è pesantissimo), sotto Carlo V godono di una notevole autonomia. Filippo II tenta invece di sottometterli alla Spagna e di frenare la diffusione del calvinismo: ne nasce una ribellione (1566) che durerà fino al 1648 con l’indipendenza delle Province unite. La durissima repressione, condotta inizialmente dal Duca d’Alba, peggiora la situazione.
I “pezzenti” del mare in azione I ribelli calvinisti (province del nord) trovano un leader in Guglielmo di Orange e si danno alla pirateria a danno delle navi spagnole. Le truppe spagnole, rimaste senza paga, saccheggiano Anversa (1576); per reazione anche le province cattoliche del sud si accordano con quelle calviniste contro la Spagna (Unione di Gand, 1576).
Alessandro Farnese (1545-1592) visse al lungo alla corte di Filippo II al servizio del quale mise le sue capacità politiche e militari. L’abile governatore Alessandro Farnese riguadagnò però l’appoggio dei nobili del Sud (Unione di Arras, 1579), mentre il Nord diede vita alla Repubblica delle Province Unite (1581), che sopravvisse alla controffensiva spagnola perché l’attenzione di Filippo II si rivolse all’Inghilterra e alla Francia.
La pace di Westfalia, che segna anche la fine della Guerra dei Trent’Anni (1648), sancisce anche la definitiva indipendenza delle Province Unite olandesi dalla Spagna.
Elisabetta I d’Inghilterra 2) L’Inghilterra di Elisabetta I Elisabetta I d’Inghilterra (1558-1603)
- 1553: sale al trono Maria la Cattolica (figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona). Per intervenire nella linea di successione al trono inglese i sovrani di Spagna e Francia organizzano due matrimoni: - 1554: Carlo V organizza le nozze fra Maria la Cattolica e suo figlio, il futuro Filippo II; - 1558: Enrico II, re di Francia (figlio di Francesco I), fa allora sposare suo figlio, il futuro Francesco II, con la principessa ereditaria di Scozia, Maria Stuart. Maria la Cattolica muore dopo pochi anni di regno in cui cerca di reintrodurre la religione cattolica attraverso repressioni sanguinose (Bloody Mary)
1561: Maria Stuart sale al trono di Scozia 1561: Maria Stuart sale al trono di Scozia. Dopo la morte del marito Francesco II di Francia, si avvicina allora a Filippo II di Spagna, scontentando i propri sudditi, calvinisti rigorosi. 1567: Quando Maria sposa Lord Bothwell, accusato di essere l’assassino del suo secondo marito Lord Darnley, si mette contro tutto il popolo e i lords protestanti. È costretta ad abdicare a favore del figlio Giacomo e a riparare in Inghilterra dalla sua principale nemica Elisabetta, che la rinchiude in prigione e la condannerà a morte nel 1587
Re di Inghilterra e Scozia nel XVI secolo Stuart Tudor Enrico VII (1485-1509) Giacomo IV Re di Scozia (†1513) Margherita (†1541) Enrico VIII (1509-1547) Filippo II Re di Spagna (1556-1598) Maria Tudor (1553-1558) Edoardo VI (1547-1553) Giacomo V (†1542) Elisabetta I (1558-1603) Francesco II Re di Francia (1559-1560) Maria Stuart (†1587) Giacomo I (1603-1625)
Elisabetta I (1558-1603) 1558: sale al trono Elisabetta, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena; Filippo II non contestò l’incoronazione (nonostante Elisabetta fosse figlia di genitori scomunicati) perché l’avente diritto al trono dopo Elisabetta era Maria Stuart, regina di Scozia e moglie del re di Francia; Per scongiurare questa eventualità Filippo II, rimasto vedovo, chiese a Elisabetta di diventare sua moglie: Elisabetta rifiutò sapendo di non poter avere figli e preferì non associare nessuno al trono; regnò per quasi mezzo secolo, avviando l’Inghilterra al ruolo di potenza mondiale di prima grandezza. Cercò di non fomentare conflitti religiosi, ma orientò il paese verso il protestantesimo (perseguitando le frange più estreme del calvinismo, i puritani). Fu perennemente osteggiata dai cattolici.
Politica economica L’Inghilterra, paragonata a Francia o Spagna era ancora un potenza di secondo ordine: l’apparato per la riscossione dei tributi era inefficiente, la flotta poco competitiva. Elisabetta intraprese una politica di modernizzazione: riunì a corte la nobiltà per tenerla sotto controllo; incentivò la lavorazione della lana e l’industria del ferro difendendola dalla concorrenza estera;
- ottenne il consenso dei ceti produttivi: i proprietari si avvantaggiarono della vendita dei beni ecclesiastici e avviano le recinzioni delle terre comuni (enclosures); in ambito commerciale vennero promosse le Compagnie Privilegiate; iniziò la sfida alla Spagna nel campo dei commerci e delle colonie:
I corsari inglesi e le nuove vie commerciali Le risorse inglesi erano alimentate anche in modo spregiudicato attraverso le ruberie delle navi corsare: Elisabetta appoggiava ufficialmente queste imprese mettendosi inevitabilmente in contrapposizione con la Spagna di Filippo II, al momento detentore dei traffici marittimi… Francis Drake, corsaro
L’Inghilterra assunse un ruolo di primo piano nelle vie di navigazione mondiali: mano a mano si costituirono diverse compagnie commerciali, l’ultima delle quali, quella delle Indie orientali sarà destinata ad un grande avvenire. Lo stesso Francis Drake (1540-1596) guidò il primo viaggio inglese di circumnavigazione del globo (1577-80).
La guerra tra Spagna e Inghilterra L’ennesima congiura di Maria Stuart portò Elisabetta ad acconsentire alla richiesta dei più: condannò Maria Stuart al patibolo (1587), rendendo la guerra con la Spagna inevitabile. 1588: Filippo II inviò nella Manica l’Invencible Armada: 130 navi, 30.000 uomini (e altri 30.000 in stanza nei Paesi Bassi pronti ad intervenire sotto la guida di Alessandro Farnese ), 24.000 pezzi di artiglieria…
Si combatté una delle più grandi battaglie navali della storia, la prima ad essere interamente combattuta con l’artiglieria: i pesanti galeoni spagnoli contro le agili navi inglesi, l’artiglieria adatta al tiro ravvicinato contro i cannoni a lunga gittata inglesi; inoltre, una violenta tempesta decimò l’Invencible Armada priva di porti dove attraccare. Solo 56 navi fecero ritorno: inizia il declino inarrestabile della Spagna. Sebastiano Ricci, Alessandro Farnese assiste alla distruzione dell'Invencible Armada (1687)
Un’immagine della strage 3) Le guerre di religione in Francia Un’immagine della strage di S.Bartolomeo (1572)
1559 Pace di Cateau-Cambrésis Firmata da Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna, sancì la fine del lungo conflitto franco-spagnolo. La pace di Cateau-Cambrésis regolò gli equilibri europei per circa mezzo secolo.
1559 Morte di Enrico II (Valois) appaiono tre grandi fazioni Lascia tre eredi minorenni e di salute precaria (Francesco II, Carlo IX, Enrico III). Sale al trono Francesco II, sposato con Maria Stuart, futura regina di Scozia e nipote del cardinale Carlo di Lorena e del duca Francesco di Guisa. 1559 Morte di Francesco II Carlo IX sale al trono a soli undici anni; Caterina de’ Medici assume la reggenza ma è contrastata dalle famiglie nobiliari intenzionate ad accrescere il proprio potere nei vari territori di loro appartenenza da alcuni rami secondari della famiglia reale convinti di poter aspirare alla conduzione della Francia Crisi dinastica: appaiono tre grandi fazioni Guisa Gruppo cattolico capeggiato da Francesco di Guisa, dominante nella parte orientale del regno Politiques Gruppo moderato guidato originariamente da Anne di Montmorency (cattolico) e successivamente dai suoi nipoti, i fratelli Chatillon (ugonotti), dominante nella parte centrale del regno Borbone Gruppo ugonotto capeggiato da Antonio di Borbone, re di Navarra, e poi dal figlio Enrico di Borbone-Navarra, dominante nell’ovest e sud-ovest del regno
Tra il 1562 e il 1598 la Francia fu devastata da otto guerre di religione che opponevano cattolici e ugonotti (i calvinisti francesi).
L’episodio più efferato del lungo conflitto fu la strage di San Bartolomeo (24 agosto 1572): durante i festeggiamenti per le nozze tra Margherita di Valois e Enrico di Borbone, Caterina de’ Medici sfruttò l’occasione per fare massacrare i capi più influenti degli ugonotti venuti a Parigi per le nozze. Migliaia di ugonotti furono uccisi anche a Rouen, Bordeaux, Tolosa.
Il massacro di San Bartolomeo (24 agosto 1572) rappresentato dal pittore ugonotto Francois Dubois
Al termine del conflitto, Enrico di Borbone-Navarra divenne re nel 1598 con il titolo di Enrico IV. Pur convertendosi al cattolicesimo, Enrico promulgò l’Editto di Nantes, con cui concedeva una serie di libertà religiose ai suoi vecchi correligionari.
Art.6: noi abbiamo concesso e concediamo a quelli della cosiddetta religione riformata di vivere e risiedere in tutte le città e i distretti del nostro Regno e dei nostri domini, senza che siano importunati, disturbati, molestati o costretti a compiere alcunché contro la loro coscienza riguardo la religione o di essere perseguiti nelle loro case e distretti, dove desiderano vivere, a patto che essi si conducono per il resto secondo le clausole del presente editto… Enrico IV di Borbone (1598-1610)