Rinvenire un oggetto dimenticato in qualche angolo della casa provoca, inevitabilmente, una serie di ricordi che tornano vivi, presenti e veri.
La memoria apre i suoi scomparti, poi altri e altri ancora, fino a un tempo non troppo lontano, alla prima metà del ’novecento di cui ci hanno soltanto raccontato ma che sentiamo nostro, attraverso cose che appartennero ai bisnonni, in qualche caso, o ai nonni.
Sembra di vederla, una cara vecchina che dev’essere vissuta nel nostro passato, mentre intesse la sua tela a memoria nella luce fioca del crepuscolo.
ma anche resistenti, tanto da essere tramandati di madre in figlia. Dai suoi gesti ripetuti nascevano preziosi capolavori di trine e merletti impalpabili e delicati ma anche resistenti, tanto da essere tramandati di madre in figlia.
Mentre il progresso, lentamente, si faceva strada con nuovi macchinari
cambiando aspetto alle cose.
Oggetti che riflettono un tempo in cui il centro focale della casa era la cucina,
con i suoi utensili
e i vasetti di conserve fatte in casa con ingredienti provenienti quasi sempre dal proprio orticello.
La pasticceria era necessariamente di biscotti a pasta secca, conservabili più a lungo, nelle apposite scatole di latta finemente decorate all’esterno.
Un ripostiglio
Attrezzi vari
Non mancava uno spazio per un piccolo “altare” davanti al quale raccogliersi in preghiera.
è inevitabile una punta di nostalgia Per qualcuno di noi tutto questo non è esperienza personale ma solo memoria storica familiare, eppure è inevitabile una punta di nostalgia
che non può essere nel modo di vivere e nella realtà di un’epoca perché non ci appartiene e, anzi, ci creerebbe sicuramente dei disagi allo stato attuale, ma per le persone care che, allora, conoscemmo appena o le avemmo vicine per un breve tratto della nostra vita.
Se proviamo ancora emozione sfogliando un vecchio album di fotografie, dopo generazioni, questo prova che gli affetti veri del nostro passato e il loro vissuto non ci hanno mai lasciato definitivamente ma ci accompagnano nel tempo, attraverso i ricordi, come carissimi ritorni silenziosi dell’anima. Testo e grafica: GiEffebis@alice.it
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