L’Evoluzione del Ruolo di CDP Dal Finanziamento degli Enti Locali alla National Promotional Institution Antonella Baldino – CDP Chief Business Officer Roma, 15 maggio 2017
1 2 3 4 Agenda Ruolo e Missione del Gruppo CDP Piano Industriale Gruppo CDP 2016-2020 3 Piano di Investimenti per l’Europa e ruolo del Gruppo CDP 4 Principali risultati del Gruppo CDP nel «Piano Juncker»
L’evoluzione del ruolo di CDP Sin dalla sua fondazione la mission di CDP è stata quella di sostenere lo sviluppo dell’economia italiana Nel corso del tempo, CDP ha declinato in maniera sempre più articolata le attività e gli ambiti d’intervento, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del Paese Questa evoluzione è stata determinata da tre principali fattori: Shock esogeni di natura strutturale e congiunturale Scelte del policy maker Scelte degli amministratori di CDP “Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti” (Charles Darwin) Ruolo di CDP: evoluzione nel tempo; comune denominatore la «missione pubblica» di supportare l’economia italiana Storicamente (per 150 anni) supporto alle amministrazioni centrali e locali concedendo prestiti agli Enti Territoriali a valere sui fondi raccolti dai risparmiatori italiani attraverso buoni e libretti postali Forte accelerazione/passi coraggiosi nella storia recente degli ultimi 14 anni: 2003: privatizzazione dal MEF e trasformazione in società per azioni a controllo pubblico ma con una rappresentanza (oltre 60 fondazioni) del settore privato 2009-2012: con la creazione del Gruppo CDP, nuovi prodotti (in particolare Equity), nuovi target di clientela (in particolare Imprese) e nuovi settori (Infrastrutture, Export/supporto all’internazionalizzazione, Cooperazione allo Sviluppo) 2015: nuovo Piano Industriale e nuova sfida nel ruolo di Istituto Nazionale di Promozione nel contest del Piano Europeo per gli Investimenti (“IPE” ovvero il cosiddetto “Piano Juncker”) e di International Financial Institution In questo contesto rafforzamento ed intensificazione delle relazioni con le Istituzioni Europee (Gruppo BEI e Commissione); consolidamento delle relazioni/incremento significativo dell’operatività Nuove modalità di cooperazione anche con gli altri Istituti Nazionali di Promozione in Europa e le Istituzioni Internazionali nel mondo, partners di CDP in iniziative di respiro internazionale anche con particolare focus nell’area euromediterranea 3
Istituto Nazionale di Promozione CDP: un’istituzione con oltre 150 anni di storia e con un ruolo promozionale che evolve nel tempo «Promuoviamo il futuro dell’Italia contribuendo allo sviluppo economico e investendo per la competitività» 1850 2003 2009 2012 2015 Istituzione di CDP Privatizzazione Focus Imprese Acquisizione di Piano Industriale 2016-2020 Enti Pubblici Risparmio Postale Infrastrutture Internazionalizza- zione e investimenti in equity Istituto Nazionale di Promozione Finance Institution for Development Cooperation Ruolo di CDP: evoluzione nel tempo; comune denominatore la «missione pubblica» di supportare l’economia italiana Storicamente (per 150 anni) supporto alle amministrazioni centrali e locali concedendo prestiti agli Enti Territoriali a valere sui fondi raccolti dai risparmiatori italiani attraverso buoni e libretti postali Forte accelerazione/passi coraggiosi nella storia recente degli ultimi 14 anni: 2003: privatizzazione dal MEF e trasformazione in società per azioni a controllo pubblico ma con una rappresentanza (oltre 60 fondazioni) del settore privato 2009-2012: con la creazione del Gruppo CDP, nuovi prodotti (in particolare Equity), nuovi target di clientela (in particolare Imprese) e nuovi settori (Infrastrutture, Export/supporto all’internazionalizzazione, Cooperazione allo Sviluppo) 2015: nuovo Piano Industriale e nuova sfida nel ruolo di Istituto Nazionale di Promozione nel contest del Piano Europeo per gli Investimenti (“IPE” ovvero il cosiddetto “Piano Juncker”) e di International Financial Institution In questo contesto rafforzamento ed intensificazione delle relazioni con le Istituzioni Europee (Gruppo BEI e Commissione); consolidamento delle relazioni/incremento significativo dell’operatività Nuove modalità di cooperazione anche con gli altri Istituti Nazionali di Promozione in Europa e le Istituzioni Internazionali nel mondo, partners di CDP in iniziative di respiro internazionale anche con particolare focus nell’area euromediterranea 4
Impieghi di CDP verso il Tesoro e gli Enti Locali Dalla fondazione al 2003: Il sostegno agli Enti Locali Impieghi di CDP verso il Tesoro e gli Enti Locali (1860-1990) In questa prima fase, l’obiettivo di CDP è quello di amministrare depositi di natura privata e impiegarli in prestiti a soggetti pubblici per il finanziamento di opere di pubblica utilità Il Risparmio Postale diventa quindi una forma complementare di finanziamento del debito pubblico (sia delle amministrazioni locali e sia di quelle centrali) Fonte: De Cecco e Toniolo (2013), «Storia della Cassa Depositi e Prestiti», Laterza
2004: La trasformazione in Spa Debito Pubblico e Spesa Pubblica per investimenti (%PIL e €mld a prezzi costanti 2010) Shock esogeni A seguito del processo di integrazione europea risulta necessario ridurre il debito pubblico e trovare forme alternative di finanziamento degli investimenti pubblici Scelte del policy maker la CDP viene privatizzata con legge (art. 5, d. l. n. 269/2003) Scelte di CDP Modifica della struttura organizzativa e della governance Investimenti pubblici in infrastrutture (€mld a prezzi correnti) Amministrazioni Centrali Amministrazioni Locali Fonte: Commissione Europea - AMECO database e Istat
CDP: Cosa cambia con la privatizzazione CDP è stata autorizzata a utilizzare, oltre al risparmio delle famiglie raccolto tramite prodotti garantiti dallo Stato e distribuiti dagli sportelli postali, anche risorse provenienti da emissioni obbligazionarie non garantite dallo Stato L’impiego di queste risorse deve avvenire nel rispetto delle regole di sostenibilità finanziaria e di sana e prudente gestione proprie degli investitori privati di mercato (CDP come market unit) Apertura del capitale a soci privati (Fondazioni di origine bancaria) Conseguentemente, CDP è stata classificata da Eurostat come “Intermediario Finanziario”; tra quegli operatori, cioè, che rientrano nel settore delle “Società Finanziarie” (come le omologhe francesi e tedesche) e non in quello delle "Amministrazioni Pubbliche". La Banca Centrale Europea ha poi classificato la Cassa tra le «Istituzioni Finanziarie e Monetarie» Grazie all’identificazione di CDP come market unit, i suoi interventi a sostegno dell’economia non sono considerati di per sé aiuti di Stato e le sue attività finanziarie, e in particolare le passività, non sono consolidate nel debito pubblico italiano
CDP: Cosa cambia per le attività/passività di CDP Prima della trasformazione in SPA, il risparmio postale era integralmente conteggiato come debito pubblico, in quanto considerato un prestito di soggetti privati ad un’istituzione pubblica. Dopo la privatizzazione, il risparmio postale è invece un prestito di soggetti privati ad un altro soggetto privato (CDP) e non rientra nel conteggio del livello di indebitamento del settore pubblico Il risparmio postale “diventa” debito pubblico quando la CDP lo impiega per il finanziamento (mutui) degli investimenti delle Amministrazioni Pubbliche ovvero quando viene versato nel “ Conto disponibilità del Tesoro per i servizi di Tesoreria” del MEF, in quanto debito di Amministrazioni Pubbliche verso il soggetto privato CDP In tutte le altre forme d’intervento, dal finanziamento delle infrastrutture in project financing o in PPP, agli strumenti di debito ed equity rivolti alle imprese, le attività di CDP non incidono sul bilancio dello Stato ed essa è tenuta a operare sul mercato alla stregua di un comune investitore privato, sostenendo direttamente i rischi e i benefici di ogni operazione La garanzia dello stato copre una parte della raccolta e si configura come una garanzia sussidiaria di ultima istanza a beneficio dei risparmiatori postali: ove venisse escussa, lo Stato si rivarrebbe su CDP e sul suo patrimonio. Ciò significa, che la Cassa, come ogni operatore privato, può potenzialmente fallire, nella misura in cui la garanzia dello Stato tutela il risparmiatore e non opera sul bilancio della società (in particolare sul fronte degli impieghi)
Impieghi alle imprese nei principali Paesi Euro Area 2009-2011: Il supporto alle PMI Shock esogeni Scelte del policy maker Scelte di CDP Con la crisi finanziaria si sono accentuate le difficoltà delle imprese di reperire risorse sui mercati dei capitali, sia in forma di debito che di capitale di rischio Impieghi alle imprese nei principali Paesi Euro Area (€mld) La CDP viene autorizzata a concedere provvista alle banche per far fronte al credit crunch in particolare delle PMI Nascita del Plafond PMI (dal 2009 al 2014, il Plafond PMI ha avuto una dotazione di 16 miliardi di euro (quasi tutti impiegati) e ha finanziato più di 100 mila imprese. CDP entra in FII (Equity per le PMI) Fonte: BCE Fonte: Istat. Nota: *Comprese le var. delle scorte
2011: Il supporto alle imprese strategiche Aziende Manifatturiere quotate/Market Cap. Paese (%) 81 67 72 Shock esogeni Scelte del policy maker Scelte di CDP Nonostante l’Italia abbia un sistema industriale rilevante (seconda manifattura in Europa), le medio-grandi imprese soffrono di problemi di scarsa capitalizzazione 28 ITA FRA USA GER Attribuzione alla Cdp, direttamente o attraverso appositi fondi, della possibilità di assumere partecipazioni in società di rilevante (“strategico”) interesse nazionale Stock market cap./PIL 22% 22% 62% 62% 107% 107% 39% 39% Finanziamento tramite debito (% del totale) Modifica allo Statuto che indica la possibilità per CDP di investire “in società con ”stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico”, per salvaguardare la natura di market unit Nascita del Fondo Strategico Italiano Banche Bond 13 ITA ITA EUR EUR USA USA
Crescita del PIL e contributo della domanda estera 2013: Il polo per l'internazionalizzazione L'economia italiana sta progressivamente convergendo verso un modello export-led Nel corso della crisi il peso dell'export sul PIL è aumentato di circa 6 p.p., il PIL si è ridotto in media dell'1,5% (-2,2% domanda interna, 0,7% domanda estera) Crescita del PIL e contributo della domanda estera (var.% e % PIL) Shock esogeni Scelte del policy maker Scelte di CDP Cessione da parte del MEF di Sace, Simest e Fintecna. In particolare, la cessione di Fintecna rientra nella strategia di rilancio del processo di valorizzazione degli asset del patrimonio pubblico in una prospettiva di mercato Nascita del polo dell’internazionalizzazione per offrire strumenti finanziari integrati a sostegno delle imprese: finanziamenti (CDP-Export Banca), garanzie (Sace), equity (Simest). Organizzazione di CDP Immobiliare Fonte: Elaborazioni CDP su dati Istat
2015: La National Promotional Institution Crescita del PIL (var %) L'economia italiana sta faticosamente uscendo da una delle crisi più profonde dal secondo dopoguerra. È necessario rilanciare la crescita economica rafforzando tutti i principali driver di crescita del Paese. Shock esogeni Scelte del policy maker Scelte di CDP CDP viene riconosciuta dalla Legge di Stabilità 2016 come Istituto Nazionale di Promozione Nuovo Piano Industriale 2016-2020 Fonte: Elaborazioni CDP su dati Commissione Europea
Arrivi di migranti in Italia 2016: CDP diventa l'Istituzione Finanziaria per lo Sviluppo italiana Arrivi di migranti in Italia (dati cumulati mensili, ‘000) Shock esogeni Scelte del policy maker Scelte di CDP L‘Europa è di fronte a una emergenza sociale e migratoria, che sta mettendo a dura prova la cooperazione tra Paesi Membri e verso i Paesi di origine dei flussi migratori 531 k 494 k 324 k Con la legge di stabilità del 2014, CDP viene riconosciuta dal Governo Italiano come Istituzione Finanziaria per lo Sviluppo. 170 k In questo ruolo potrà gestire risorse proprie, nazionali ed europee per promuovere la cooperazione internazionale. Diversi sono gli strumenti predisposti, tra cui: garanzie agli investimenti, assistenza tecnica e capitale di rischio 2014 2015 2017 2016 Fonte: Elaborazioni CDP su dati del Ministero dell’Interno
Istituti Nazionali di Promozione: focus su investimenti e crescita 1 Istituti Nazionali di Promozione: focus su investimenti e crescita «Financial institutions set up to foster economic development, taking into account objectives of social development and regional integration, mainly by providing long-term financing to projects generating positive externalities» United Nations, 2006 «A bank or financial institution with at least 30% state-owned equity that has been given an explicit mandate to reach socioeconomic goals in a region, sector or particular market segment» World Bank, 2012 «Legal entities carrying out financial activities on a professional basis which are given a mandate by a Member State or a Member State’s entity at central, regional or local level, to carry out development or promotional activities» European Commission, 2014
CDP: l’Istituto Nazionale di Promozione italiano CDP è una società per azioni a controllo pubblico, con la presenza anche di azionisti privati Svolge un ruolo istituzionale a sostegno del risparmio delle famiglie e dell’economia italiana Opera secondo criteri di sostenibilità e di interesse pubblico Nel 2015 è stato attribuito dal Governo Italiano e dall’Unione Europea il ruolo di Istituto Nazionale di Promozione Entry point delle risorse del Piano Juncker in Italia Advisor finanziario della Pubblica Amministrazione per un migliore utilizzo di fondi nazionali ed europei AZIONARIATO Azioni proprie: 1% Fondazioni bancarie 16% MEF: 83%
Un DNA unico e una forte missione a supporto del Paese Promozione Approccio di sistema Complementarietà Impegno sociale Unica istituzione italiana con prospettiva di lungo-periodo a supporto di attività promozionali e di sviluppo Approccio anticiclico in risposta ai limiti di mercato, con logiche di investimento da “operatore di mercato” Ruolo complementare al sistema finanziario e catalizzatore di capitali italiani ed internazionali Valorizzazione del territorio e attenzione per tematiche sociali e crescita sostenibile «Promuoviamo il futuro dell’Italia contribuendo allo sviluppo economico e investendo per la competitività»
Il nostro modello di business RISORSE STRUMENTI BENEFICIARI Government, PA & Infrastrutture Raccolta postale Imprese Prestiti Internazionalizzazione Garanzie Funding sui mercati Plafond di liquidità Real Estate Strumenti agevolativi Società e fondi d’investimento Operazioni strategiche Capitale Gestione liquidità e portafoglio titoli €
Chiare linee guida alla base dei nostri investimenti PROCESSO DI VALUTAZIONE Principi Supporto all’economia Italiana Sostenibilità economica e finanziaria del progetto Vincoli Statuto (Roma) Aiuti di stato (Bruxelles) Equilibrio finanziario (Francoforte) Massimizzazione del supporto all’economia, nel rispetto dell’equilibrio economico e dei vincoli normativi
La struttura del Gruppo e il portafoglio investimenti Società del Gruppo CDP (10 miliardi €) Società quotate e fondi di investimento (23 miliardi €) 100% 100% 26% 13% 76% 70% 1) 1) Le partecipazioni in Terna, Snam e Italgas sono detenute indirettamente attraverso CDP Reti 100% 30% 30% 26% 72% 100% 59% Investment Funds 35% Principale investitore in società quotate alla Borsa Italiana
1 2 3 4 Agenda Ruolo e Missione del Gruppo CDP Piano Industriale Gruppo CDP 2016-2020 3 Piano di Investimenti per l’Europa e ruolo del Gruppo CDP 4 Principali risultati del Gruppo CDP nel «Piano Juncker»
Piano 2016-2020: un piano ambizioso per promuovere il futuro dell’Italia anche con il supporto dell’Europa 160 Mld € di risorse di Gruppo per un totale di 265 Mld € a supporto del Paese CDP promuove il futuro del Paese con il supporto dell’Europa Govern. & PA e Infra. Imprese Internaz.ne Real Estate CDP porta l’Europa sul territorio Approccio di lungo periodo: Denominatore comune tra le Istituzioni Internazionali Attrazione di capitali internazionali 87 92 71 48 38 8 15 11 39 54 63 4 Governance, competenze e cultura Equilibrio economico-patrimoniale Investitori internazionali, Europa e territorio Presentazione del Piano Industriale Messaggi chiave collegati al Piano «Juncker» CDP promuove il futuro dell’Italia con il supporto dell’Europa CDP porta l’Europa sul territorio: il rapporto con l’Europa da un lato e con il Territorio dall’altro è fattore abilitante importante per il successo del Piano Industriale del Gruppo Focus Sud: priorità agli interventi a supporto delle zone del Paese più disagiate quali il Mezzogiorno [IMPORTANTE SOTTOLINEARE] Dati in Mld € Risorse attivate Risorse mobilitate CDP
CDP per le imprese #1 nella promozione del Venture Capital Juncker To be finalized CDP commitments & investments €mln #1 nella promozione del Venture Capital Supportare le aziende lungo tutto il ciclo di vita Sviluppo/Espansione Turnaround Start-up FSI Growth Fund Risk sharing for SMEs ITATech SMEs Plafond QuattroR VC Fund of Funds SMEs loans securitization CDP Equity MidCap Plafond Late Stage VC Fund Fondo «Filiere» Households Plafond AGRI Natural Disasters Plafond ITA Corporates Venture capital 275 Private equity 4,181 Risk sharing 4,363 Liquidity 8,000 Turnaround 300
Il supporto all’internazionalizzazione (1/2) Modalità diretta Modalità indiretta Fattori abilitanti per la competitività EXIM: Polo Unico Export e Internazionalizzazione Promozione dell’innovazione Garanzie Assicurazioni e cauzioni Finanziamenti (Debito) Equity e Quasi Equity Finanza Agevolata Venture Capital Industria 4.0 Supporto allo sviluppo € 117 mld di risorse messe a disposizione delle imprese nell’arco di piano 2016-2020, di cui il 54% per l’export (pari a € 63 mld) Accesso al Credito Capitali per la crescita Sviluppo delle infrastrutture Banda Larga / Reti Strade / Porti / Aeroporti Cooperazione internazionale Attrazione capitali esteri Gestore di fondi pubblici Finanziatore e Investitore Financial Advisor Europa e piano Juncker Long term investor
Il supporto all’internazionalizzazione (2/2) CDP EXIM è un modello integrato con SACE e Simest, ispirato a soluzioni di successo di altri paesi e in collaborazione con il sistema bancario Equity Garanzie Finanzia-menti Factoring e Trade Finance €63 Mld per Export e internazionalizzazione Fondi Agevolati
1 2 3 4 Agenda Ruolo e Missione del Gruppo CDP Piano Industriale Gruppo CDP 2016-2020 3 Piano di Investimenti per l’Europa e ruolo del Gruppo CDP 4 Principali risultati del Gruppo CDP nel «Piano Juncker»
Dimensione Orizzontale Il modello europeo di coordinamento delle NPI/NPB In Europa, le NPI/NPB hanno rafforzato il loro ruolo, mantenendo delle specificità «regionali» in funzione di: 1 Fallimenti di mercato «differenziati» tra Paesi 3 Necessità di buffer per contrastare shock asimmetrici Differenti condizioni iniziali ed eterogeneità dei sistemi economici 2 Il modello «decentrato» che si è costruito si basa su 2 dimensioni di coordinamento Dimensione Orizzontale Dimensione Verticale Dopo un lungo periodo di enfasi sulle politiche di austerity e sulle riforme strutturali, con il Piano Juncker l’attenzione viene per la prima volta spostata su come sostenere la domanda attraverso il rilancio degli investimenti e dell’occupazione Al fine di raggiungere questo obiettivo, l’idea della Commissione – maturata già nel 2014 durante il semestre di Presidenza italiana - fu quella di coinvolgere gli Stati Membri attraverso gli Istituti Nazionali di Promozione (INP) creando un meccanismo multi- governo (BEI per l’Unione ed gli INP per gli Stati Membri) per tenere conto delle esigenze dei vari territori e delle peculiarità dei sistemi produttivi locali Da cui l’ideazione di un set di strumenti flessibili per rispondere in maniera efficiente a shock asimmetrici che negli anni della crisi hanno colpito gli Stati in settori diversi e con intensità diversa da Paese a Paese Neutralità degli interventi rispetto ai saldi della Finanza Pubblica: il regolamento europeo, per incentivare la partecipazione degli Stati Membri al Piano, prevede che le contribuzioni al FEIS in via diretta o indiretta per il tramite delle piattaforme di investimento non vengono conteggiati nel calcolo dei limiti del Patto di Stabilità (N.B. elemento strategico importante nella concezione del framework italiano) 26
Piano di Investimenti per l’Europa: «Piano Juncker» Principali obiettivi 3 «Pilastri» e 3 strumenti Primo grande strumento di politica di sostegno della domanda coordinato a livello europeo Rilancio degli investimenti, sostegno alla crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro Migliore utilizzo dei fondi europei e coordinamento Gruppo BEI - Istituti Nazionali di Promozione I contributi pubblici a favore del Piano non incrementano il debito degli Stati Membri Credit enhancement al Gruppo BEI con il Fondo FEIS1 (Infrastrutture& Innovazione e PMI) Mobilitare i finanziamenti per gli investimenti 1 1 Preparare e selezionare i progetti Visibilità e assistenza tecnica con l’«Advisory hub» 2 2 Migliorare il contesto degli investimenti 3 3 Riforme strutturali e rimozione degli ostacoli normativi Dopo un lungo periodo di enfasi sulle politiche di austerity e sulle riforme strutturali, con il Piano Juncker l’attenzione viene per la prima volta spostata su come sostenere la domanda attraverso il rilancio degli investimenti e dell’occupazione Al fine di raggiungere questo obiettivo, l’idea della Commissione – maturata già nel 2014 durante il semestre di Presidenza italiana - fu quella di coinvolgere gli Stati Membri attraverso gli Istituti Nazionali di Promozione (INP) creando un meccanismo multi- governo (BEI per l’Unione ed gli INP per gli Stati Membri) per tenere conto delle esigenze dei vari territori e delle peculiarità dei sistemi produttivi locali Da cui l’ideazione di un set di strumenti flessibili per rispondere in maniera efficiente a shock asimmetrici che negli anni della crisi hanno colpito gli Stati in settori diversi e con intensità diversa da Paese a Paese Neutralità degli interventi rispetto ai saldi della Finanza Pubblica: il regolamento europeo, per incentivare la partecipazione degli Stati Membri al Piano, prevede che le contribuzioni al FEIS in via diretta o indiretta per il tramite delle piattaforme di investimento non vengono conteggiati nel calcolo dei limiti del Patto di Stabilità (N.B. elemento strategico importante nella concezione del framework italiano) 1 Fondo Europeo Investimenti Strategici: garantisce il Gruppo BEI per le iniziative attivate nell’ambito di investimenti per l’Europa 27
Il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) Obiettivo: mobilitare a livello EU almeno 315 Mld € di finanziamenti aggiuntivi a condizioni di mercato per investimenti in progetti strategici, solidi e sostenibili mediante il FEIS Effetto leva FEIS CE1: 16 Mld € BEI: 5 Mld € 21 3x 42 Mld €: risorse aggiuntive Gruppo BEI 63 5x La Commissione Europea (16 Mld €) e la BEI (5 Mld €) hanno messo a disposizione 21 Mld € di risorse che vengono utilizzate per attrarre maggiori fondi, facendo leva sia sul bilancio della stessa BEI (da 21 a 63 mld € con moltiplicatore 3x) sia su ulteriori fondi dal settore pubblico e privato (da 63 mld € a 315 mld € con moltiplicatore 5x) Rientrano fra questi i capitali messi a disposizione dai vari Stati Membri attraverso gli Istituti Nazionali di Promozione (43 Mld € complessivamente, di cui 8 Mld € dall’Italia per il tramite di CDP) Contributi degli altri INP/Stati: 8 Mld/€ da KfW (DE); 8 Mld/€ CDC (FR); 8 Mld/€ da BGK (PL); 8,5 Mld/€ da BBB (UK); 1,5 Mld/€ ICO (ES), e complessivi 600 mln/€ da Slovacchia, Bulgaria e Lussemburgo Obiettivo complessivo mobilitare 315 Mld € in tre anni (2016-2018) ripartiti tra due «finestre» di implementazione: Infrastrutture e Innovazione (240 Mld € - 110 circa attivati) affidata a BEI e PMI (75 Mld € - già quasi tutti attivati) affidata a FEI. In Italia attivati circa 31,1 Mld € di cui oltre un terzo grazie al contributo di CDP [dati BEI aggiornati al 04/04/17] Messaggi chiave del FEIS Principi declinati anche a livello nazionale replicando modalità di approccio/intervento simile in sinergia al «cambio di paradigma» voluto dalla Commissione Europea. Nuovo paradigma nell’utilizzo dei fondi pubblici: non più «fondo perduto» ma utilizzo efficiente delle risorse pubbliche europee per attrarre/catalizzare altre risorse soprattutto dal settore privato Principio dell’addizionalità: l’intervento del FEIS deve fare fronte ai fallimenti del mercato o a situazioni di investimento subottimali per progetti che non sarebbero stati finanziati dalla BEI o non lo sarebbero stati in egual misura senza il sostegno della garanzia FEIS. Uno degli elementi essenziali nella valutazione dell'addizionalità è il livello di rischio: il FEIS ha cambiato il modo di operare della BEI e non la sostiene nell'attività ordinaria bensì nel finanziamento di progetti più rischiosi e più innovativi. Dal fondo perduto al credit enhancement: risorse pubbliche utilizzate per aumentare la capacità di presa di rischio del Gruppo BEI (copertura prime perdite) Intervento a condizioni di mercato: la garanzia FEIS non è gratuita ma concessa a condizioni di mercato; la remunerazione del rischio viene retrocessa anche alla Commissione Europea per la parte di garanzia FEIS attivata dal Gruppo BEI (schema replicato anche nel modello italiano) Bancabilità dei progetti finanziati: i fondi pubblici e privati devono essere impiegati per progetti redditizi con un valore aggiunto per l’economia reale. L’obiettivo quindi è selezionare e fornire assistenza tecnica nella fase di strutturazione ai soggetti promotori affinché i progetti possano raggiungere un livello di maturazione e sostenibilità finanziaria sufficienti ad attrarre gli investitori e passare alla fase realizzativa 252 Mld €: 43 Mld €: Istituti Nazionali di Promozione (contributo CDP ca. 8 Mld € di cui ca. 5 Mld € già deliberati nel primo anno di Piano) 209 Mld €: altri capitali dal settore privato 15x 315 240 Infrastrutture & Innovazione 75 PMI Dati in Mld € 1 Commissione Europea 28
Il ruolo di Istituto Nazionale di Promozione nel «Piano Juncker» CDP con la Legge Stabilità 2016 ha assunto il ruolo di Istituto Nazionale di Promozione … …con un ruolo chiave nell’attuazione del «Piano Juncker» attraverso: Impiega le risorse della Gestione Separata per co- investire con il Gruppo BEI attraverso le Piattaforme di Investimento Beneficia della Garanzia dello Stato quando opera, a condizioni di mercato, nelle Piattaforme di Investimento approvate dal FEIS Può favorire la contribuzione anche dei Fondi strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE), oltre a fondi pubblici nazionali e regionali La strutturazione di piattaforme di investimento, individuate come forme di cooperazione tra Gruppo BEI e Istituti Nazionali di Promozione sia a livello nazionale sia a livello pan-europeo Lo sviluppo di una struttura di credit enhancement a supporto di CDP, simile al meccanismo del FEIS, mediante la costituzione di un Fondo di garanzia presso il MEF Gestione Separata e Gestione Ordinaria La Gestione Separata racchiude le attività finanziate attraverso il Risparmio postale e rappresenta la primaria fonte di raccolta di CDP La Gestione Ordinaria racchiude invece le attività finanziate attraverso la raccolta sul mercato dei capitali attivata in seguito alla privatizzazione (2003) per finanziare tutte le attività non caratteristiche (ovvero più «a mercato») La suddivisione tra le due Gestioni risale al decreto «di trasformazione» del 2003 e tra le due Gestioni vige un regime di separazione organizzativa e contabile. ***** Piattaforme di investimento (definizione) Sono nella sostanza una modalità di cooperazione tra diverse tipologie di investitori (e.g. Commissione Europea, Gruppo BEI, Istituti Nazionali di Promozione, settore privato) su iniziative di comune interesse [nelle Piattaforme «Juncker» la presenza del Gruppo BEI è elemento imprescindibile] Pensate come strumento flessibile nella normativa europea, possono assumere varie forme tecniche che lasciano spazio a diversi gradi/intensità di coinvolgimento tra i vari soggetti interessati (SPV, fondo, accordi di co-finanziamento, accordi di risk-sharing, etc…) Consentono (almeno in linea teorica) la combinazione di fondi pubblici provenienti da fonti diverse (ad esempio Fondi Strutturali e risorse FEIS) con risorse del settore privato Possono avere natura settoriale (o tematica) ovvero geografica (nazionali o pan-europee) 29
1 2 3 4 Agenda Ruolo e Missione del Gruppo CDP Piano Industriale Gruppo CDP 2016-2020 3 Piano di Investimenti per l’Europa e ruolo del Gruppo CDP 4 Principali risultati del Gruppo CDP nel «Piano Juncker»
Piano «Juncker»: i principali risultati del Gruppo CDP Investimenti attivabili per l’economia italiana1 Impegno CDP nel 2016 ~5 Mld € ~11 Mld € Infrastrutture e Innovazione Piccole e Medie Imprese 0,3 0,9 Attivate piattaforme di investimento in entrambe le finestre del Piano «Juncker» 3,9 7,2 1 Grandi Infrastrutture Strategiche Risk sharing per le PMI 8 2 0,4 1,3 ITA Corporate (Imprese)2 0,2 0,7 Cartolarizzazione crediti PMI 9 3 Smart Housing 0,1 0,2 ITAtech (Trasf.to Tecnologico) 10 4 Risk sharing Mid Cap3 0,2 0,4 Risk sharing settore agricolo2 11 5 Risk sharing Climate Change Fondi di debito 12 6 Fondi infrastrutturali pan-europei Meccanismo complesso implementazione che ha richiesto tempo ma ha creato risultati importanti per l’Italia in Europa: implementazione più rapida delle iniziative a supporto delle PMI, come nel resto d’Europa (la «finestra PMI ha praticamente esaurito le risorse originariamente stanziate). Complessivamente attivate 4 iniziative che mobilitano quasi 9 miliardi. più lentezza nella finestra Infrastrutture e Innovazione dovuta alla complessità dei progetti e alla necessità di intervento con attività di supporto alla strutturazione (esempio caso Autovie Venete che ha attivato la Piattaforma Grandi Infrastrutture dopo circa un anno di lavoro preparatorio). Attivate 2 iniziative che mobilitano oltre 2 miliardi di investimenti fondamentale in questo ambito il ruolo dell’Advisory a supporto delle amministrazioni Risultati conseguiti: in poco più di un anno di operatività Gruppo CDP ha deliberato impegni per oltre il 60% del totale (5 mld € deliberati su 8 mld € complessivi), in linea con i risultati conseguiti dal gruppo BEI in Europa (circa 184 mld € su 315 mld €, 58% del totale; dati al 04/04/17) significativo contributo al successo del Piano in Italia che è il primo paese per attrazione di risorse FEIS (circa 31,1 mld €): oltre 1/3 degli investimenti mobilitati grazie al contributo di CDP Con l’approvazione delle prime 6 iniziative (quelle con indicazione di impegno CDP/investimenti attivabili) la dotazione del fondo MEF è in esaurimento occorreranno più risorse nel corso del prossimo anno per supportare le nuove piattaforme [quelle senza indicazione di impegno CDP/investimenti attivabili] ****** SLIDE DI BACK-UP CON DETTAGLI PER TUTTE LE PIATTAFORME ****** High Level Task Force per Infrastrutture Sociali: scope è rappresentare lo stato dell’arte delle infrastrutture sociali ed identificare il fabbisogno finanziario/nuovi modelli di infrastrutture nell'UE. Il perimetro iniziale sarà su Education & Health. Successivamente verrà allargato a social/affordable housing, infrastrutture per migranti, infrastrutture sportive, public building, etc.. Nota bene: Smart Housing (FIA2 - Fondo Immobiliare per l’Abitare 2) è iniziativa anche a supporto dei migranti in quanto fra gli interventi di riqualificazione oggetto del nuovo fondo è in discussione con BEI come assicurare che parte dei nuovi alloggi vengano riservati al supporto delle popolazioni migranti 7 Piccole e medie infrastrutture Piattaforme in fase di approvazione, grazie alle quali l’impegno CDP arriverà fino a ~ 8 Mld € CDP ha promosso la «High Level Task force for Social Infrastructure» 1 Metriche del «Piano Juncker» - stima BEI sui moltiplicatori 2 Accordi deliberati, non ancora firmati 3 Imprese fino a 3.000 dipendenti
Un esempio di risk sharing per le PMI Principali caratteristiche Schema di risk-sharing Investimenti attivabili per oltre 6 Mld € Più accesso al credito per le PMI italiane Risk Sharing e capital relief per gli intermediari finanziari Attrazione del capitale privato Utilizzo efficiente di risorse EU e nazionali Elevato effetto leva Operazione replicabile con altri intermediari PMI Le Banche erogano finanziamenti alle PMI garantiti dal Fondo di Garanzia CDP contro-garantisce fino all’80% le garanzie rilasciate dal Fondo (portafoglio di oltre 3 Mld € con un cap alle perdite) MEF con le risorse nazionali e FEI con le risorse europee contro-garantiscono CDP attraverso la Piattaforma «Juncker» Banche Fondo Centrale di Garanzia per le PMI 28x Piattaforma «Juncker» Risorse europee e nazionali per 225 Mln € Risorse «Juncker» europee e nazionali, per 225 Mln €, consentono di garantire un portafoglio di oltre 3 Mld € che consente di attivare investimenti per oltre 6 Mld € a favore di circa 70.000 PMI Risk sharing PMI con FEI EFSI Thematic Investment Platform for Italian SMEs ovvero Piattaforma PMI – prima operazione Fondo di Garanzia: Piattaforma di risk sharing con il FEI che offre garanzie o contro-garanzie all’80% agli intermediari finanziari a valere su risorse Juncker della SME window Messaggi chiave (nel box della slide): più accesso al credito per le PMI, Risk Sharing e Capital Relief per gli Intermediari Finanziari, coinvolgimento del settore privato (addizionalità), blending ed efficiente utilizzo (grande effetto leva) di risorse EU e nazionali Schema di intervento indiretto (via Intermediari Finanziali) a supporto delle PMI Schema di intervento replicabile anche con altre risorse delle Regioni ad esempio Fondi Strutturali Le prime risorse attivate con la piattaforma che sono a valere sul programma EU COSME con dotazione di 112,5 €/mln che vengono raddoppiate da risorse CDP e MEF e contribuiranno a garantire un portafoglio fino a 3,125 €/mld che attiverà investimenti fino a € 6,2 mld a favore delle PMI a fronte di una presa di rischio di «soli» 45 €/mln CDP attiva fino a 6,2 €/mld di nuovi investimenti per l’economia italiana Dettaglio operazione: Il Fondo di Garanzia/altri intermediari finanziari emettono nuove garanzie verso il sistema bancario per 3,125 €/mld (pari a ca. il 75% dei finanziamenti erogati) CDP contro-garantisce, con 2,5 €/mld, l’80% delle garanzie rilasciate dal FgG/altri IF alle banche. E’ previsto un cap alle perdite del 9%, pari a 225 €/mln A fronte dei 225 €/mln, CDP a sua volta è contro-garantita, tramite la Piattaforma di risk sharing, per l’80%: da: i) FEIS per 112,5 €/mln (50%) e ii) MEF per 67,5 €/mln (30%)
Costante impegno dell’Italia per il successo del «Piano Juncker» L’Italia figura tra i maggiori beneficiari delle risorse «Juncker» grazie alla stretta collaborazione tra CDP e il Gruppo BEI CDP in qualità di Istituto Nazionale di Promozione è uno dei maggiori canali di amplificazione delle risorse «Juncker» ha promosso il maggior numero di Piattaforme di Investimento in Europa, sia a supporto delle PMI sia a supporto dei progetti infrastrutturali e innovativi «Piano Juncker: l’Italia è il Paese che ha attratto il volume maggiore di capitali» CEPS, apr 2017 «L’Italia è leader nel Piano Juncker grazie al Gruppo CDP» Katainen, giu 2016 «Bruxelles: una casa comune per le casse Europee» Washington, ott. ‘16 «Il Gruppo CDP è il migliore in Europa per l'equity financing» Katainen, giu 2016 Data la genesi del Piano durante il semestre di Presidenza italiana (2014), anche su invito del Governo italiano sin dall’inizio grande attenzione e partecipazione proattiva di CDP ai lavori 33