Inno cristologico Filippesi

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Transcript della presentazione:

Inno cristologico Filippesi Dalla catechesi del S. P. Benedetto XVI

CRISTO, SERVO DI DIO (Fil 2, 6-11) Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. ritardo

I grandi inni a Gesù Cristo I testi di Fil 2, 6-11; Col 1, 15-20; Ef 1, 3-14; sono anzitutto professione di fede, espressione di ciò che le prime comunità cristiane credevano di Gesù. Gli studiosi notano una certa discrepanza tra il linguaggio abituale paolino e quello di questi testi, che sembrano inseriti nelle lettere, non scritti o dettati di getto insieme alle lettere stesse. Qualcuno pensa che siano stati composti da Paolo in altre circostanze, per usi più direttamente liturgici. (Ed. S. Paolo - Nuova guida alla Bibbia - Ravasi -Approfondimento n° 96 pag. 603, Antonio Girlanda). ritardo

Il primo “movimento” discensionale ritardo Cristo Gesù, dallo splendore della divinità che gli appartiene per natura sceglie di scendere fino all’umiliazione della «morte di croce». Egli si mostra così veramente uomo e nostro redentore, con un’autentica e piena partecipazione alla nostra realtà di dolore e di morte.

Il secondo “movimento” ascensionale ritardo Svela la gloria pasquale di Cristo che, dopo la morte, si manifesta nuovamente nello splendore della sua maestà divina. Il Padre, che aveva accolto l’atto di obbedienza del Figlio nell’Incarnazione e nella Passione, ora lo «sopraesalta», come dice il testo greco.

La maestà di Cristo Questa esaltazione è espressa non solo attraverso l’intronizzazione alla destra di Dio, ma anche con il conferimento a Cristo di un «nome che è al di sopra di ogni altro nome» (v. 9). Ora, nel linguaggio biblico il «nome» indica la vera essenza e la specifica funzione di una persona, ne manifesta la realtà intima e profonda. Al Figlio, che per amore si è umiliato nella morte, il Padre conferisce una dignità incomparabile, il «Nome» più eccelso, quello di «Signore», proprio di Dio stesso. ritardo

Gesù, Signore universale Infatti, la proclamazione di fede, intonata coralmente da cielo, terra e inferi prostrati in adorazione, è chiara ed esplicita: «Gesù Cristo è il Signore» (v. 11). In greco, si afferma che Gesù è Kyrios, un titolo certamente regale, che nella traduzione greca della Bibbia rendeva il nome di Dio rivelato a Mosé, nome sacro e impronunciabile. ritardo

Gesù, Signore universale Da un lato, allora, c’è il riconoscimento della signoria universale di Gesù Cristo, che riceve l’omaggio di tutto il creato, visto come un suddito prostrato ai suoi piedi. Dall’altro lato, però, l’acclamazione di fede dichiara Cristo sussistente nella forma o condizione divina, presentandolo quindi come degno di adorazione. ritardo

Il compimento della salvezza In questo inno il riferimento allo scandalo della croce (cf 1 Cor 1, 23), e prima ancora alla vera umanità del Verbo fatto carne (cf Gv 1, 14), si intreccia e culmina con l’evento della Risurrezione. All’obbedienza sacrificale del Figlio segue la risposta glorificatrice del Padre, cui si unisce l’adorazione da parte dell’umanità e del Creato. ritardo

La singolarità di Cristo Emerge dalla sua funzione di Signore del mondo redento, che Gli è stata conferita a motivo della sua obbedienza perfetta «fino alla morte». Il progetto di salvezza ha nel Figlio il suo pieno compimento e i fedeli sono invitati - soprattutto nella liturgia - a proclamarlo e a viverne i frutti. Questa è la meta a cui ci conduce l’inno cristologico che da secoli la Chiesa medita, canta e considera guida di vita: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2, 5). ritardo

CONCLUSIONE Paolo propone Cristo servo di Dio e dell’uomo, come modello, per santificarci. ritardo

RIFLESSIONI Riconosco Gesù Cristo vero Dio e vero uomo? Credo che il progetto di salvezza ha nel Figlio il suo pieno compimento? Sono convinto che «Gesù Cristo è il Signore»? ritardo

Fine Parrocchia Santa Maria della Guardia Catania Frati Minori www.parrocchiadellaguardia.it A cura degli animatori pastorali: Filippo e Graziella Anfuso ritardo