Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò. (Gv 19, 28-30)
HO SETE…
Fa’ ancora risuonare, Signore, in mezzo a tante voci, il tuo grido. Tormenta, con il tuo urlo, le nostre coscienze tranquille.
Scuotici, oggi, ancora, con le ultime parole della tua agonia: “Ho sete”.
perché la tua Passione non è finita la mattina della Resurrezione Non darci pace perché la tua Passione non è finita la mattina della Resurrezione
nelle richieste d’aiuto ma si consuma, giorno dopo giorno, nelle richieste d’aiuto che ci interpellano, ci disturbano… “Ho sete”.
Voce di tutti gli assetati della terra.
Assetati d’amore, di giustizia, di riscatto, di pace, di perdono, di opportunità, di lavoro, di salute…
tutti uomini che aspettano sulla croce.
E quante croci, Signore… Ingiuste, pesanti, insensate, cercate, capitate…
A volte con l’aggiunta, persino, delle nostre “etichette”,
come quella scritta, INRI, che avevano appeso sopra la tua testa perché l’umiliazione del Nazareno fosse completa.
“Ho sete”…
Perché, la tua e la nostra, diventino un’unica sete, Dillo ancora. Non stancarti anche se fatichiamo a sentire la tua voce. Dillo alle profondità della nostra anima Perché, la tua e la nostra, diventino un’unica sete, lo stesso, indivisibile amore.
Fa’, Signore, che, a chi chiede, un giorno, a tutte le domande. venga dato, che ci siano risposte, un giorno, a tutte le domande.
Fa’ che scorra acqua sulla nostra fragile, redenta umanità. Acqua abbondante, pura…
Acqua e non aceto.
Testo di Federica Storace Grafica di Sr. Bernardina FMA