IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE
Napoleone era prigioniero all’isola d’Elba le quattro potenze che avevano sconfitto la Francia (Inghilterra, Austria, Prussia e Russia) decisero di dare all’Europa una nuova sistemazione territoriale, politica e ideologica
Concordavano su alcuni punti: i confini francesi dovevano tornare a quelli che la Francia aveva nel 1792 in Europa dovevano essere ripristinati i regimi monarchici e ricreati il potere e l’influenza dei ceti aristocratici non volevano tener conto dei desideri dei movimenti nazionali
Non erano d’accordo perché: la Russia, sostenendo di aver dato il colpo di grazia al regime napoleonico, voleva espandersi in tre direzioni: verso i Balcani, a danno dell’impero turco, verso l’Europa centrale, dove lo zar voleva ricostruire uno Stato unitario polacco sotto la sua guida, verso il Mediterraneo, attraverso il sostegno che essa dava alle monarchie borboniche in Francia, Spagna e nel regno di Napoli
Le si opponevano: l’Austria e la Prussia, che non volevano rinunciare ai territori polacchi appena conquistati, l’Inghilterra, che non voleva che la Russia si affacciasse sul Mediterraneo, divenendo una pericolosa rivale nei commerci.
In questo clima… il primo novembre 1814 a Vienna iniziavano il Congresso e l’età della Restaurazione (1815 – 1848) Restaurazione indica la tendenza a ritornare al passato e a ristabilire gli ordinamenti e i valori che la Rivoluzione e Napoleone avevano cancellato.
Chi partecipò al Congresso: i rappresentanti di moltissimi Stati (ma le decisioni furono prese dai rappresentanti delle quattro grandi potenze); vedi imagine p. 113 anche la Francia, rappresentata dal ministro Talleyrand;
Anche se la Francia era stata sconfitta, Talleyrand riuscì a mantenere i confini francesi intatti, grazie al sostegno del primo ministro austriaco, il principe di Metternich: egli voleva che la Francia fosse forte perché così non si sarebbero rafforzate troppo la Prussia e la Russia; inoltre, umiliare la Francia avrebbe significato creare tra i francesi un forte sentimento di vendetta e di rivincita, che avrebbe potuto rendere la Francia di nuovo pericolosa.
Scopi del Congresso: restaurare i regimi politici che esistevano prima della Rivoluzione francese; dare all’Europa una pace che durasse, rafforzando i Paesi confinanti con la Francia, in modo da creare degli Stati-cuscinetto in grado di opporsi ai suoi eventuali tentativi espansionistici.
Il Congresso seguì due principi: il principio di legittimità (formulato da Talleyrand): dovevano tornare sui loro troni i sovrani legittimi che erano stati cacciati dalla Rivoluzione o da Napoleone; non fu applicato alla lettera (per esempio non furono ripristinate le repubbliche di Genova e Venezia, né il Sacro Romano Impero); inoltre veniva considerata legittima solo l’autorità che deteneva il potere non per investitura popolare ma per diritto divino (principio di legalità); il principio di equilibrio: tutte le potenze vincitrici dovevano avere vantaggi equilibrati, nessuna doveva essere più forte delle altre.
Fu grazie a questi due principi che la Francia mantenne intatti i suoi confini. Il limite maggiore del Congresso di Vienna fu quello di non aver tenuto conto delle aspirazioni nazionali dei popoli
Decisioni prese: la Francia, sotto Luigi XVIII di Borbone, tornò ai confini del 1790 (perse la Savoia); la Spagna, sotto Ferdinando VII di Borbone, tornò ai confini precedenti alla rivoluzione francese; Olanda e Beglio furono uniti nei Paesi Bassi; La Polonia fu divisa in 3 parti la Russia si estese in Polonia l’Inghilterra acquisì Malta e territori coloniali
I 39 stati tedeschi formarono una confederazione germanica; l’organo di governo era una Dieta Federale situata a Francoforte e presieduta dall’Austria; questa Dieta, però, non aveva alcuna vera autorità sui vari Stati, che rimanevano sovrani; l’impero d’Austria perse il Belgio, ma ottenne tutti i territori dell’ex repubblica di Venezia, tranne le isole Ionie (quindi l’impero austriaco comprendeva Trentino, Istria e Dalmazia, Lombardo-Veneto, Boemia, Ungheria e Croazia); la Prussia acquisì la Renania
In Italia: si rafforzò il potere dell’Austria, tanto che Metternich la definì una pura espressione geografica: il Veneto e Venezia andarono alla Lombardia (che era dell’Austria) e si formò il regno Lombardo-Veneto , il cui sovrano era l’imperatore d’Austria, rappresentato a Milano da un vicerè; la Toscana andò a Ferdinando III, fratello dell’imperatore austriaco (Francesco I); il ducato di Parma/Piacenza andò a Maria Luisa d’Asburgo, moglie dell’imperatore d’Austria (Francesco I);
il regno di Sardegna (Piemonte e Sardegna) tornò ai Savoia con Vittorio Emanuele I, che ebbero anche Liguria, Nizza e Savoia; lo Stato Pontificio tornò a Pio VII e l’Austria ebbe il diritto di tenere guarnigioni a Ferrara e Comacchio; il regno delle Due Sicilie andò a Ferdinando di Borbone: riuniva i due vecchi regni di Napoli e di Sicilia.
Infine, il Congresso di Vienna, soprattutto dietro le sollecitazioni dell’Inghilterra, condannò la tratta degli schiavi, anche se ci volle ancora del tempo prima che questa dichiarazione divenisse norma effettiva nei paesi che l’avevano sottoscritta e prima che, oltre la tratta, fosse abolita la schiavitù
Finito il Congresso: il ministro inglese Castlereagh tentò di far sottoscrivere alle potenze europee un trattato generale di garanzia che le impegnasse a mantenere la situazione uscita dal Congresso e a unire la loro influenza e se necessario i loro eserciti, contro chiunque tentasse di minacciarla. Trovò le resistenze di tutti, quindi decise di abbandonare il progetto
Intanto, un altro progetto di collaborazione internazionale era stato elaborato dallo zar di Russia Alessandro I, che voleva promuovere un patto tra i sovrani, ispirato ai principi cristiani, con lo scopo di stabilire legami di fraternità tra essi e i rispettivi popoli, per assicurare pace e stabilità all’Europa. Il patto, detto Santa Alleanza, fu stipulato il 26 settembre 1815 da Russia, Austria e Prussia
I sovrani riconoscevano la necessità di ispirare e subordinare la politica dei propri Stati a principi cristiani e si impegnavano a difendere la religione cristiana e la monarchia assoluta. Si impegnarono per darsi solidarietà reciproca e a darsi soccorso, a difendersi come fratelli e a governare come delegati della Provvidenza sui loro popoli: in pratica stabilirono il diritto a intervenire con le armi dovunque l’ordine fosse stato minacciato (principio di intervento).
Alla santa Alleanza aderirono quasi tutti gli altri sovrani (al successivo trattato militare anche la Francia), ma non il papa, che non si fidava di un accordo politico-religioso tra un sovrano cattolico ed uno protestante (lo zar); non aderì neanche l’Inghilterra che temeva che questo accordo rafforzasse troppo le tre potenze firmatarie.