La questione omerica.

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Transcript della presentazione:

La questione omerica

Omero, il cantore di Iliade e Odissea l’Iliade: narra le vicende relative alla fase finale della guerra di Troia; L’Odissea: le peregrinazioni dell’eroe che fu il principale artefice della caduta della citta, Odisseo (o Ulisse, per i latini). Le due opere, che fin dall’antichità godettero di enorme fortuna, furono attribuite a Omero, considerato il primo e il più grande dei poeti epici dell’antica Grecia. La figura di questo poeta e sempre stata avvolta dal mistero: incerti sono l’anno e il luogo della nascita la data di composizione delle sue opere gli avvenimenti della sua vita

Omero: un’identità avvolta nel mistero La sua figura è sempre stata avvolta dal mistero a causa dell’assenza di notizie certe e sin dall’antichità fece sorgere numerosi interrogativi: Omero è realmente esistito? I due poemi sono da attribuire a lui o sono opera di diversi poeti? Quando sono stati composti? A partire da queste domande, nacque un dibattito che generò numerose teorie nelle epoche successive sulla figura di Omero e sulla paternità dei poemi, questo prende il nome di questione omerica.

Secondo la tradizione, Omero era un aedo povero e cieco (mè oròn), originario di Smirne (Asia Minore) che vagava di corte in corte declamando i suoi versi.

Per i greci Omero era realmente esistito e aveva scritto entrambe le opere L’Iliade e l’Odissea sono il frutto di una lunga tradizione orale: composte intorno al VIII a.C (rinascita ellenica) , ambientate in un’epoca precedente, quella della guerra di Troia Guerra  Medioevo  Rinascita Di Ellenico Ellenica Troia età oscura (Omero) XII a.C XII-VIII VII Nel VI secolo a.C il tiranno di Atene, Pisistrato fece riunire in un’unica raccolta scritta i due poemi, creando una versione ufficiale da recitare durante le feste (Panatenee). Questa prima versione è fondamentale per determinare un primo modello dei poemi omerici. Nel III a.C i filologi alessandrini: le prime edizioni critiche ai poemi e la suddivisione in 24 libri.

L’inizio del dibattito e gli studi sull’oralità III a.C Grammatici e filologi alessandrini Rinascimento Seicento e Ottocento Novecento Sin dall’antichità si divisero due scuole di pensiero: Separatisti: Omero scrisse solo uno dei due poemi Unitari: Omero scrisse entrambi i poemi ma in momenti diversi della sua vita ( Iliade- giovinezza- ed Odissea –vecchiaia-) Nel Novecento: Stile formulare di Parry  le due opere si somigliano per lo stile e per l’utilizzo di alcune formule del linguaggio perché presentano la stessa struttura e sono pervase dallo stesso sentimento religioso. Formule ed epiteti erano ricorrenti sia per essere recitate oralmente ma anche per fare si che il cantore potesse improvvisare  Date queste scoperte si conclude che in origine i poemi omerici fossero trasmessi oralmente.

Questo spiega le diverse contraddizioni che si ritrovano nell’opera: Le vicende dell’Iliade e dell’Odissea sono ambientate in epoca micenea MA vennero composte da Omero in un periodo successivo, dopo la rinascita della civiltà greca. Questo spiega le diverse contraddizioni che si ritrovano nell’opera:  STRATIFICAZIONE OMERICA a causa della genesi orale si formano delle sovrapposizioni di versioni, appartenenti ad epoche diverse. Es. wanax (sovrano assoluto) e primus inter pares (primo tra pari: assemblea di pari cui esisteva un primus ma dove ciascuno aveva ampia autonomia)

La guerra di Troia Si tratta di un evento realmente accaduto o è frutto della fantasia del popolo greco e dei suoi aedi? La città di Troia è realmente esistita? Heinrich Schliemann è lo studioso tedesco che nel 1868 portò alla luce le rovine della città leggendaria di Troia, situata nell’attuale Turchia sulla collina di Hissarlik. Troia è realmente esistita e fu distrutta nel XII secolo a.C nel corso di una guerra contro i greci.

Seguendo le indicazioni contenute nei poemi omerici, Schliemann riuscì a scoprire anche le rovine di Micene, la città del condottiero greco Agamennone e comandante supremo della spedizione contro i troiani. Civiltà micenea: governata da una aristocrazia guerriera che nel XII riuscì a conquistare Troia che dominava lo stretto dei Dardanelli.

Le ragioni della guerra: tra storia e mito Una guerra scoppiata per ragioni economiche e politiche La tribù degli achei/micenei si era stanziata in Grecia, nel Peloponneso, intorno al 2000 a.C. e qui aveva fondato diverse citta. Ben presto estesero il loro dominio sui territori vicini, con l’intento di spingersi sino alle coste dell’Asia Minore per ampliare i loro commerci. La citta di Troia sorgeva proprio all’imbocco dello stretto dei Dardanelli, e grazie alla sua posizione privilegiata controllava i traffici marittimi del mar Nero e del mar Egeo. Probabilmente Troia ostacolo il commercio degli achei con l’Oriente e da qui ebbe origine la guerra.

Gli antefatti mitici: tutto è nato da un concorso di bellezza?

L’Iliade Iliade significa «vicende di Ilio», il nome del leggendario fondatore della città di Troia, è un poema epico in esametri, suddivisi in 24 libri dai filologi alessandrini nel III a.C. Argomento: la guerra di Troia scoppiò a causa del rapimento di Elena (moglie di Menelao, re di Sparta e fratello di Agamennone) da parte di Paride (figlio di Priamo, re di Troia e fratello di Ettore), e durò 10 anni. Gli avvenimenti narrati dall’Iliade si svolgono in 51 giorni alla fine del nono anno di combattimento e ruotano intorno a un episodio chiave, l’ira di Achille. Inizio: la lite tra Achille ed Agamennone Fine: la morte dell’eroe troiano Ettore

IRA HYBRIS GUERRA ONORE FATO Sentimento incontrollabile e irrazionale. Uno stato d’animo inappropriato per un condottiero. Colpisce Achille, Agamennone e il dio Apollo Il destino non si può cambiare: l’eroe può solo accettarlo e decidere se morire con onore. IRA HYBRIS GUERRA ONORE FATO La guerra è il mezzo per dimostrare il proprio onore e ottenere la gloria immortale si ottiene solo attraverso le grandi imprese. Ettore decide di affrontare Achille La superbia L’arroganza La tracotanza Chi sfida le leggi divine compie un gravissimo reato

Quando Agamennone rifiuta di liberare la schiava Criseide, figlia di un sacerdote di Apollo, compie il peccato di hybris  il dio scatena una terribile pestilenza nell’accampamento greco. Agamennone cederà, ma vorrà in cambio Briseide, la schiava di Achille il quale, costretto ad accettare, se ne andrà sdegnato e abbandonerà poi il campo di battaglia.