GIUSEPPE PARINI (1729 – 1799)
La biografia Nasce a Bosisio 1741 muore la prozia: aveva previsto nel testamento un lascito per lui se avesse abbracciato il sacerdozio 1754 prende gli ordini, senza vocazione, e diventa abate
Condizioni economiche precarie Dal 1754 al 1762 lavora come PRECETTORE a casa Serbelloni Dopo aver preso le difese della figlia del musicista Sammartini, ingiustamente schiaffeggiata dalla contessa, Serbelloni si licenzia
Si trasferisce dagli Imbonati come precettore del piccolo Carlo 1763 scrive Il mattino 1765 Il mezzogiorno: si inserisce così nella cultura illuministica italiana
Tranquillità economica grazie ad incarichi pubblici Continua a lavorare al Giorno progettando Il vespro e La notte, edite postume Muore nel 1799.
La personalità Vuole combattere le ingiustizie che affliggono la realtà contemporanea, diffondere idee nuove che migliorino la vita sociale e giovino alla “pubblica felicità”
Dell’Illuminismo accoglie il principio di uguaglianza di tutti gli uomini, al di là della classe sociale di appartenenza Tuttavia rifiuta dell’Illuminismo le posizioni antireligiose e materialistiche
Le opere: il Dialogo sopra la nobiltà 1757 Il cadavere di un nobile e quello di un poeta plebeo finiscono per sbaglio nella stessa tomba: il nobile mostra la stessa boria che aveva da vivo, ordinando al poeta di farsi da parte. Quest’ultimo replica che il sepolcro è un luogo dove tutti sono pari e che tra un cadavere e l’altro non c’è differenza, se non che chi ci giunge più grasso viene mangiato da più vermi. Uguaglianza di tutti
Le opere: le Odi Composte nell’arco di tutta la sua vita Prima edizione 1791 (22 testi) Seconda nel 1795 (25 testi)
Ne Il bisogno sostiene che la maggioranza dei delitti avviene a causa del bisogno: prima di punire i reati, occorrerebbe prevenirli, eliminando l’indigenza, sconfiggendo il bisogno, che è la causa più forte del delitto; solo così si può ottenere il massimo di felicità
Le opere: Il giorno Come precettore, Parini aveva osservato a lungo la nobiltà: da qui nasce l’idea di scrivere il Giorno POEMA (Opera letteraria in versi, di notevole estensione) INCOMPIUTO in endecasillabi sciolti (non legati da rime)
È un work in progress o opera in divenire, che il poeta ha modificato nel corso del tempo In vita Parini ha pubblicato solo Il mattino (1763) e Il Mezzogiorno (1765) Il Vespro e La notte sono rimasti incompiuti
Genere DIDASCALICO (vuole insegnare) – SATIRICO (critico) Si racconta la giornata di un Giovin Signore, nobile nullafacente; il narratore (alter ego del P.) è il suo precettore che gli dà consigli su come comportarsi
Leggere trama p. 314-315 Nel Mattino troviamo Il risveglio del giovin signore (lettura p. 313) Si prepara, per poi uscire e andare a prendere la dama per la quale fa il cicisbeo
Il cicisbeismo: ogni donna sposata aveva diritto ad un "cavalier servente" che l'accompagnava costantemente al posto del marito (a sua volta impegnato in un uguale compito con un'altra dama)
In teoria doveva essere un puro "servizio" verso la donna (sul modello cortese), ma di fatto si risolveva in una forma di adulterio vero e proprio.
Del Mezzogiorno ricordiamo: La favola del Piacere: il Piacere, inviato in terra dagli dei, ha modificato la società umana, dividendo quanti erano dotati di organi più sensibili e perfetti da quanti avevano “ebeti fibre”.
I primi, in grado di assecondare gli stimoli del piacere, furono la nobiltà Gli altri, sensibili solo agli stimoli del bisogno, furono la plebe. Capovolgendo: tutti gli uomini sono biologicamente uguali
Sempre nel Mezzogiorno troviamo l’episodio della “vergine cuccia” (lettura sul libro)
Analisi complessiva: Parini rivolge la sua satira contro la nobiltà, MA non aspira alla sua distruzione: alla nobiltà, se ben educata, può spettare la guida della società
In quest’opera di educazione hanno un ruolo importantissimo il poeta e la poesia, mediatori di supremi valori di civiltà.
Parini, poi, polemizza contro la MODA, che domina ogni aspetto della vita dei nobili, interessati solo all’apparenza
Il giovin signore è caratterizzato dall’assenza di vita interiore, di personalità, di moralità, di spessore psicologico, di sentimenti, al suo interno non c’è anima, solo vuoto È come un automa
A lui si contrappone il mondo popolare, attivo, impegnato, privo di privilegi
Parini si serve infatti dell’antifrasi o ironia, una figura retorica: il precettore dice il contrario di ciò che vuole significare, quindi ciò che dice va capovolto: ciò che sembra insegnare è in realtà ciò che vuole criticare e che secondo lui va evitato