DIMENTICARE COME ZAPPARE E COME CURARE LA TERRA SIGNIFICA DIMENTICARE SE STESSI Mahatma Gandhi.

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DIMENTICARE COME ZAPPARE E COME CURARE LA TERRA SIGNIFICA DIMENTICARE SE STESSI Mahatma Gandhi

LE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE AGRICOLA VERAMENTE AFFIDABILI SONO QUELLE CHE SONO SOSTENIBILI NEL LUNGO PERIODO DEVONO EVITARE L’EROSIONE, L’INQUINAMENTO, IL DEGRADO AMBIENTALE E LO SPRECO DI RISORSE Eliot Coleman

LA RETE NATURA 2000 NEL PARCO DEL CIRCEO Nell’ambito del Parco del Circeo sono stati identificati diversi nodi della Rete Natura 2000; Sono rappresentati dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC ora ZSC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS); Istituiti ai sensi delle Direttive 92/43/CEE (Habitat) e 79/409/CEE (Uccelli). Per essere definito SIC un territorio deve presentare uno o più habitat e/o, una o più popolazioni di specie definiti “di interesse comunitario” ed elencati negli Allegati I e II della Direttiva Habitat; per essere definito ZPS un territorio deve presentare una o più popolazioni di specie di uccelli elencate nell’Allegato I della Direttiva Uccelli.

SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC) E ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS) IT6040015 “Parco Nazionale del Circeo”; IT6040019 “Isole di Ponza, Palmarola, Zannone, Ventotene e S. Stefano 7 SIC: IT6040012 Laghi Fogliano, Monaci, Caprolace e Pantani dell’Inferno (1.429 ha); IT6040013 Lago di Sabaudia (395 ha); IT6040014 Foresta demaniale del Circeo (3.007 ha); IT6040016 Promontorio del Circeo Quarto caldo (427 ha); IT6040017 Promontorio del Circeo Quarto freddo (464 ha); IT6040018 Dune del Circeo (441 ha). IT6040020 “Isole di Palmarola e Zannone” (incluso parzialmente per la sola Isola di Zannone, per la superficie di 103 ha).

Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)

AREE RAMSAR (1971) Zone umide riconosciute di notevole importanza per la conservazione degli ecosistemi acquatici e, in particolare, degli uccelli migratori, in applicazione della Convenzione internazionale di Ramsar del 1971; Sono state designate con D.M. Agricoltura e Foreste 16 gennaio 1978 (G.U. 10.3.1978); Lo scopo è quello di favorire la conservazione delle zone umide e degli uccelli acquatici creandovi delle riserve naturali e assicurandone una adeguata protezione.

LE AREE RAMSAR NEL PARCO DEL CIRCEO [III] Le Zone umide di importanza internazionale, presenti all’interno del perimetro del Parco del Circeo, identificano una serie di ambienti anche molto diversi tra di loro, con acqua dolce, salmastra o salata, quali laghi, fiumi, stagni, paludi, saline, torbiere, lagune ecc., di eccezionale valore naturalistico in forza della loro ricchezza biologica; I Laghi Pontini rappresentano, a livello regionale, il principale sito di svernamento di uccelli acquatici, con presenze che mediamente superano i 10.000 esemplari a stagione

LE AREE RAMSAR NEL PARCO DEL CIRCEO [VI] È un impegno internazionale dell’Italia conservare le quattro zone Ramsar inserite nel Parco Nazionale secondo i principi del “wise use” previsti dalla Convenzione di Ramsar del 1971; Garantire un elevato livello di naturalità; Consentire un uso sostenibile delle risorse che non sia in contraddizione con le finalità di conservazione del sito.

L’AGRICOLTURA NELLE ZONE RAMSAR DEL PARCO DEL CIRCEO Interessa circa il 18% della superficie totale del parco (1.540 ha) il comparto maggiormente rappresentato è quello dei seminativi con una superficie di circa 1.230 ha, pari all’80% seguito da prati stabili (215,32 ha) e colture permanenti (92,04 ha) Pur rappresentando, insieme a quello turistico, il settore più importante nel determinare l’assetto del territorio del Parco Nazionale del Circeo, sconta una serie di criticità ancora non risolte

La Zona Ramsar è dove vi è un’elevata biodiversità e nelle quali gli ecosistemi acquatici forniscono importanti “servizi ecosistemici” utili per la vita e l’attività dell’uomo (fitodepurazione, fissazione del carbonio presente nella biosfera con conseguente mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, fornitura di risorse per l’agricoltura e la zootecnica, ecc.). Per questi motivi le Zone Ramsar sono considerate aree in cui prioritariamente occorre attuare azioni di conservazione e di sviluppo sostenibile.

USO DEL SUOLO

IL PARCO E L’AGRICOLTURA: ELEMENTI DI COMPLESSITA’ [I] La zootecnia, ed in particolare il sistema bufalino, è concentrato nell’area dei laghi costieri, espropriati per pubblica utilità nel 1984; L’importante presenza delle strutture serricole sul territorio, con le conseguenze rilevanti dal punto di vista ambientale che ne derivano; La questione dello sviluppo dell’agricoltura biologica, prevista dalla legge quadro n.394/91 per le aree protette come agricoltura di maggiore vocazionalità per il territorio dei Parchi; Lo sviluppo di marchi di origine e/o qualità e/o commerciali legati alla presenza del Parco; Il possibile sviluppo dell’agriturismo, attraverso opportuni progetti di sistema.

IL PARCO E L’AGRICOLTURA: ELEMENTI DI CRITICITÀ [II] Le attuali pratiche di coltivazione consolidate stanno determinando una riduzione della biodiversità nelle aree coltivate con conseguenze anche sulla catena alimentare, in particolare dell’avifauna, per la riduzione di cibo e per la tossicità di alcuni vegetali soprattutto in talune fasi dei trattamenti.

Il Parco e l’agricoltura: elementi di criticità [III] L’utilizzo dell’impianto a serra, impiegato in quantità massicce, ha determinato nel tempo importanti problemi legati anche al ciclo e alla qualità dell’acqua: forte impermeabilizzazione dei suoli e quindi scarso assorbimento delle acque meteoriche nel terreno per la ricarica delle falde; concentrazione delle acque meteoriche in punti non strutturati con conseguenti fenomeni di ruscellamento ed erosioni superficiali; accelerazione della corrivazione delle acque superficiali che confluiscono nei fossi di scolo concorrendo alla loro rapida saturazione; utilizzo di grandi quantità d’acqua prelevata da pozzi, quasi sempre non recuperate e riutilizzate, per lo sbrinamento delle serre nel periodo invernale.

Il Parco e l’agricoltura: opportunità La priorità per la gestione delle aree agricole ubicate all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Circeo è la promozione di metodi produttivi capaci di garantire un corretto e minore impiego di prodotti fitosanitari e di tutte quelle pratiche capaci di contribuire a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi e in grado di armonizzare biodiversità e agricoltura.

IL PIANO DEL PARCO E L’AGRICOLTURA Il Piano del Parco ha affrontato e propone un approccio di sistema alle attività agricole, consapevole che l’agricoltura gioca un ruolo complesso nel quadro dei servizi ecosistemici. Infatti, se da un lato, l’agricoltura utilizza servizi ecosistemici a proprio vantaggio, dall’altro può anche restituire servizi alla società sotto forma di benefici pubblici. Tutta la Politica Agricola Comunitaria oggi riconosce pienamente il ruolo multifunzionale dell’agricoltura, prevedendo anche misure di sostegno dedicate a incentivare l’erogazione di queste funzioni ambientali possibili delle attività agricole. Il Piano ha perciò individuato gli indirizzi e le azioni necessarie per favorire lo sviluppo e il consolidamento dei servizi ecosistemici che le attività agricole possono fornire allo scopo di garantire il mantenimento della biodiversità e il contestuale mantenimento della redditività delle stesse.

GLI OBIETTIVI DEL PIANO (I) IL CONTESTO AGRICOLO COME ELEMENTO STRUTTURALE E FUNZIONALE DELLA RETE ECOLOGICA

GLI OBIETTIVI DEL PIANO (II) LA DEFINIZIONE DI FILIERE DI QUALITÀ LOCALI, CERTIFICATE O SU CUI AVVIARE PROCESSI DI CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ, CHE POSSANO METTERE IN RETE PRODUTTORI AGRICOLI, RISTORAZIONE, ALBERGHI, AGRITURISMO, ECC…

GLI OBIETTIVI DEL PIANO (III) IL POSSIBILE SVILUPPO DELL’AGRITURISMO ATTRAVERSO OPPORTUNI PROGETTI DI SISTEMA

GLI OBIETTIVI DEL PIANO (IV) LA CONCESSIONE DEL MARCHIO DEL PARCO A PRODOTTI ED AZIENDE QUALE ELEMENTO IDENTITARIO, DI CARATTERIZZAZIONE E DI PROMOZIONE

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [I] per l’area di produzione intensiva la valorizzazione delle esperienze positive già esistenti, anche in relazione alle produzioni per il mercato europeo, attraverso la verifica di applicazione degli specifici disciplinari giàadottati dagli operatori

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [I] in accordo con i produttori, la definizione di una modalità progressiva che possa portare ad un aumento delle produzioni biologiche o possa stabilire i termini per realizzare produzioni biodinamiche o comunque possa promuovere altre forme di certificazioni di qualità

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [I] la definizione del rapporto ottimale che deve esistere tra le colture in serra e quelle in campo libero

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [II] la promozione di una sostenibilità energetica delle aziende attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili accompagnando con specifica progettualità sostenuta dal Parco

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [II] la attenta gestione degli emungimenti, dell’utilizzo e delle ricadute sulla qualità delle acque

Le azioni previste dal Piano [II] la gestione del ciclo dei rifiuti in azienda

LE AZIONI PREVISTE DAL PIANO [II] la definizione dei termini per lo sviluppo delle attività agrituristiche anche in relazione alla promozione delle aree archeologiche diffusamente presenti all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Circe

PAROLE CHIAVE PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE NEL PARCO DEL CIRCEO FILIERA AGRICOLA SOSTENIBILE DISTRETTO RURALE-TURISTICO DI QUALITÀ

LE AREE RAMSAR NEL PARCO DEL CIRCEO [I] Sono 3.337 ettari (37,5% della superficie Parco Nazionale del Circeo); Tali Zone sono ufficialmente codificate come segue: Zona Ramsar 7IT011 Fogliano (395 ha) Zona Ramsar 7IT012 Monaci (94 ha) Zona Ramsar 7IT013 Caprolace (230 ha) Zona Ramsar 7IT014 Sabaudia (1,474 ha)

LE AREE RAMSAR NEL PARCO DEL CIRCEO [II]

SIAMO STATI ALL’INTERNO DELLE AZIENDE E ABBIAMO RACCOLTO INFORMAZIONI SULLE AZIENDE AGRICOLE PRESENTI NELL’AREA PROTETTA/ZONA RAMSAR IN CUI LA SUA AZIENDA RICADE. I DATI RACCOLTI SARANNO UTILIZZATI UNICAMENTE PER CONOSCERE SIA LE PRODUZIONI PRESENTI NEL TERRITORIO, SIA LE ESIGENZE E LE CRITICITÀ SEGNALATE DAGLI AGRICOLTORI

NEL CORSO DEL PROGETTO SONO STATI RACCOLTI DATI UTILI PER LA VALUTAZIONE DEI SERVIZI ECOSISTEMICI LEGATI AL CICLO DELL’ACQUA (COME AD ESEMPIO LA FORNITURA E LA DEPURAZIONE DELL’ACQUA), DI CUI LE AZIENDE AGRICOLE DA UNA PARTE NE USUFRUISCO E DALL’ALTRA CONTRIBUISCONO AL LORO MANTENIMENTO

IL FINE E’ QUELLO DI INDIVIDUARE, DOVE NECESSARIO, UN PERCORSO PER RAGGIUNGERE UN GIUSTO EQUILIBRIO FRA AGRICOLTURA E CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ E DEI “SERVIZI” CHE LA NATURA CI OFFRE (FERTILITÀ DEI SUOLI, IMPOLLINAZIONE, ACQUA UTILIZZABILE IN AGRICOLTURA, ACQUA POTABILE, ECC…)

DOBBIAMO SUPERARE PROGRESSIVAMENTE, COME CONCETTO E STRUTTURALMENTE, IL PRINCIPIO DELLA «COMPATIBILITA’» TRA TUTELA E SVILUPPO

PER ANDARE VERSO LA PRATICA DELLA «SOSTENIBILITA’ FUNZIONALITA’». SE PRODUCO IN UN’AREA PROTETTA POSSO TRASFORMARE DI SEGNO IL VINCOLO IN OPPORTUNITA’, BRAND E ESCLUSIVITA’

CENSIMENTO, RACCOLTA DATI E ANALISI

Accordi agroambientali: es. Parco Naz Accordi agroambientali: es. Parco Naz. Sibillini (pacchetto di misure agroabientali e di formazione specifica per agricoltori con PSR); Marchi di qualità: es. Parco del Gran Paradiso e delle 5 Terre (Fornitori di Qualità Ambientale); Valorizzazione dei prodotti di qualità: es. Parco di San Rossore per allevamento e produzione di carne con razze locali e accordi con ristoratori e piccolo/grande distribuzione per la vendita; Riconoscimento degli agricoltori custodi della biodiversità: es. Progetto Terra Madre di Slow Food con Comunità di piccoli produttori; Riconoscimento del ruolo degli agricoltori per prevenzione fenomeni idrogeologici: es. del Consorzio Bonifica Media Valle del Serchio che ha previsto un contratto annuale con le aziende per lo svolgimento di attività utili alla gestione del territorio Idee per una migliore compatibilità fra agricoltura e tutela biodiversità

PROPOSTE PER UNA MAGGIORE SOSTENIBILITA’ E PER IL 1. Sviluppo di un’agricoltura “sostenibile” attraverso un progetto collettivo e condiviso tra aziende e ente gestore Parco; 2. Utilizzo delle misure Misure del PSR (ad es. mis. 1,3,4,10,16 ) per sostenere i costi di formazione (Misura delle Linee guida n.17) per l’uso di pratiche a basso o nullo utilizzo di prodotti fitosanitari (Misure Linee guida n. 1-16) e di pratiche di agricoltura di precisione, per supportare azioni di marketing per la valorizzazione dei prodotti (Misura delle Linee guida n.18) 3. Azioni per il superamento delle criticità: creazione di una filiera corta per le orticole, per lo sviluppo di un turismo di qualità, di un paniere di prodotti locali e tipici realizzati con uno scarso uso di prodotti fitosanitari o biologici, per i quali definire un marchio di qualità, gestione collettiva di servizi (vendita diretta dei prodotti di qualità, trasformazione dei prodotti, ecc.) PROPOSTE PER UNA MAGGIORE SOSTENIBILITA’ E PER IL SUPERAMENTO DELLE CRITICITA’ RISCONTRATE