Ripasso genere SACRO Le forme di musica sacra e profana tra medio evo e Rinascimento ripasso delle forme musicali dalle origini al ‘500: MESSA, MOTTETTO, CONDUCTUS, SALMI, ANTIFONE, RESPONSORI LA MUSICA PROFANA
Canto corale ad una sola voce MESSA Forma liturgica definitiva già a partire dal VIII sec. Due parti: liturgia della parola e liturgia eucaristica PROPRIUM: parti mobili, cioè le preghiere (Introito, Graduale, Offertorio, Alleluia, Ite Missa est) che cambiano durante l’anno ORDINARIUM (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus et Benedictus, Agnus Dei) parti fisse, cioè le preghiere che rimangono immutate (oggi si può recitare una formula abbreviata del Credo, il Symbolum) Canto corale ad una sola voce Stili: sillabico, semisillabico, melismatico
MESSA – 1100-1200 sec. Nascono tanti riti: gallicano; mozarabico; aquileiese; beneventano; ambrosiano, gallicano, bizantino, siriaco, copto… Unificazione nel periodo di Carlo Magno IX sec. e non in quello di Gregorio Magno (nel VI sec.) 1100-1200 sec. SCUOLA di Nôtre Dame: Poche informazioni sulla Messa, ma gli ORGANA 2, 3 e 4 voci riguardano parti della Messa Messe realizzate come raccolte di Alleluia, Credo, Sanctus Stili polifonici: organum parallelo, per moto contrario e misto; organum melismatico
MESSA – Ars Nova Con Machaut (1300-1377) e la Messa di Notre Dame, prima messa concepita unitariamente, Altre messe dell’epoca: Messa di Tournai (inizi XIV sec.), centone di brani appartenenti ad epoche diverse Messa di Besançon e di Tolosa (frammento) Stile: durante l’Ars Nova si consolida sempre più la tendenza a conferire veste polifonica all’Ordinarium Missae (Kyrie…), trascurando il Proprium a corale (gloria e credo), a mottetto (kyrie e agnus dei) a cantilena (per brani con testo molto esteso), senza cantus prius factus (cioè senza melodia gregoriana)
MESSA – I fiamminghi (‘400-’500) Con le sei generazioni di fiamminghi la messa si articola in stili differenti: Missa su CANTUS FIRMUS liturgico (gregoriano) Missa su CANTUS FIRMUS profano o di origine popolare (es. Homme Armée) Missa CICLICA quando si impiega la stessa melodia (mantenuta dal TENOR) in tutte le parti della messa Missa PARAFRASI il cantus firmus non è più esposto a valori lunghi e non si distingue dalle altre parti, mimetizzandosi al tessuto polifonico delle altre voci. (Missa Pange Lingua di Josquin)
MESSA – I fiamminghi (‘400-’500) Missa PARODIA o messa in imitazione - Realizzata partendo da composizione precedente (MOTTETTO; CHANSON; MADRIGALE) e la si inserisce nella messa Tecnica di cui ci parla il teorico Domenico Pietro Cerone, ma che viene utilizzata da personaggi come Josquin Desprez e Giovanni Pierluigi da Palestrina (Missa Sicut Lilium). Pratica molto diffusa fino a MONTEVERDI
MOTTETTO (etimologia francese Mot) – sec.XIII (fonte Michels) Fiorisce a Parigi all’interno della Scuola di Nôtre Dame (attorno al XIII sec.) come evoluzione della CLAUSOLA Le origini più antiche si ritrovano nella tropatura del Benedicamus Domino, eseguito al posto dell’Ite Missa Est (già dal XI sec.) Fonti più antiche: Manoscritti San Marziale di Limoges (XI-XIII sec.) con 2000 componimenti a due voci Codex calixtinus custodito a Santiago di Compostela con 20 composizioni polifoniche
Poi diventa POLITESTUALE con tesi in lingua francese e latina Mottetto – secolo XIII Inizialmente possiede TESTI IN LATINO che possono fungere da parafrasi del testo del TENOR Poi diventa POLITESTUALE con tesi in lingua francese e latina Da testi di contenuto RELIGIOSO, si passa a quelli PROFANI (amoroso, erotico, satirico) Evoluzione stilistica con passaggio - oltre al tenor, ovviamente - da 3 a 4 voci (duplum, triplum, quadruplum); mentre la 2° voce spesso viene chiamata MOTETUS
Mottetto del XIII sec. I vari tipi (fonte Michels) Mottetto semplice: a due voci (tenor e duplum) con testo latino o francese Mottetto doppio (il più diffuso): a tre voci (tenor, duplum e triplum) con testi differenti (latino e francese); generalmente il triplum ha un testo più lungo perché realizzato con valori ritmici più brevi Mottetto triplo: a 4 voci con testi in latino, francese o misti Mottetto-conductus: il tenor possiede solo l’incipit del testo, poiché non si tratta di un brano citato integralmente, ma solo di un melisma tratto da una melodia gregoriana Leoninus Perotinus Altri compositori
Mottetto conductus: il tenor possiede solo l’incipit del testo
Mottetti – fine XIII sec. Fine XIII sec. Mottetti di Petrus de Cruce (risentono già delle complessità dell’Ars Nova): aumenta complessità polifonica e ritmica (Triplum con valori molto suddivisi) Per separare tra loro i gruppi di semibreves Petrus de Cruce introdusse l’uso del puntino
MOTTETTO – secolo XIV ARS NOVA Diventa una delle forme tipiche dell’Ars Nova (Vitry, Machaut); anzi è la principale forma musicale Il testo ha contenuti amorosi, politici e sociali. E’ sempre una composizione riservata a raffinati e colti intenditori, anche se la sua funzione è ormai pubblica (feste solenni, ricorrenze, celebrazioni) Voci affidate al canto e agli strumenti Triplum: cantato dal soprano Motetus/Duplum: è la voce principale che si svolge nell’ambito del contralto e che possiede andamento ritmico moderato Tenor (e contratenor): la voce più grave, spesso strumentale e può prevedere l’aggiunta del contratenor di andamento simile
Esempio: il mottetto Garrit gallus di Philippe de Vitry Mottetto isoritmico Si sviluppa il principio dell’ISORITMIA (impiegata per tutto il ‘300 in primis da Philippe de Vitry e fino alla prima metà del ‘400 da Dunstable a Dufay) con i concetti di COLOR (melodia) e di TALEA (schema ritmico) Esempio: il mottetto Garrit gallus di Philippe de Vitry Questo procedimento consiste nella ripetizione di uno schema melodico (detto color) e di uno schema ritmico (detta talea) a una melodia per lo più tratta dal gregoriano che funge da tenor nei mottetti. Questa ripetizione ritmica e melodia è detta isoritmia e i mottetti nei quali si trova applicata sono detti isoritmici.
Il mottetto isoritmico La melodia: il color Il ritmo: la talea
I talea II talea III talea II color I color III color
Garrit Gallus: un mottetto, un’allegoria Il mottetto isoritmico dal titolo Garrit Gallus/In nova fert/Neuma è un mottetto politestuale in latino a tre voci. Venne inserito nel poema satirico Roman de Fauvel quando il protagonista, Fauvel torna a casa con la sua sposa Vanagloria, dopo aver apparentemente sconfitto tutti i vizi umani (adulazione, avarizia, villania, incostanza, invidia, vigliaccheria). L’autore - Gervais de Bus – lamenta poi che Fauvel e la sua progenie si siano comunque stabiliti nel “giardino della dolce Francia”. A questo punto viene cantato il mottetto: un’allegoria sulla corruzione nella corte francese di Filippo il Bello.
Come è costruito musicalmente Il tenor, cioè la linea più grave, si articola isoritmicamente, ovvero prevede un’articolazione della melodia (il color) di 36 note utilizzando una talea, lo schema ritmico, che si ripete per tre volte. La melodia, come era abitudine, viene ripetuta una seconda volta (nello schema viene chiamato color B) Le voci superiori (motetus e triplum), invece, procedono con delle melodie differenti, molto mosse sotto l’aspetto ritmico In qualche caso possiamo trovare anche un contratenor strumentale
Garrit Gallus Nel mottetto in esame a ogni color (e in Garrit abbiamo due ripetizioni dello stesso color) corrispondono tre talee, secondo lo schema seguente: Audio Garrit Gallus
Garrit Gallus: talea e color Questa melodia (che ricorre in altri mottetti di Ph.de Vitry) è chiamata Neuma Quinti Toni
corrispondente a una pausa. Inoltre è palindromo. Garrit Gallus Il tenor del mottetto Garrit Gallus è costruito attorno a un fulcro corrispondente a una pausa. Inoltre è palindromo.
L’incipit dei tre testi del motetus (In nova fert animus mutas dicere formas dracone e del triplum (Garrit Gallus flendo dolorose) Il tenor possiede solo la parola Neuma
La simbologia in Garrit Gallus Enguerrand de Marigny (1260 – 1315) è stato un giurista francese, ministro di Filippo il Bello. E’ la volpe di cui si parla in Garrit Gallus. Filippo IV di Francia, in francese Philippe IV “detto Filippo il Bello” (1268 – 1314), fu re di Francia dal 1285 alla sua morte. E’ il Leone. I galli sono i francesi
Il mottetto con l’impiego dell’ISO-PERIODISMO Philippe de Vitry per rendere la composizione ancora più complessa e raffinata impiega anche l’ISO-PERIODISMO, cioè regola la composizione basandosi sui segmenti ritmici del Tenor; quindi le cesure, le pause, compaiono sempre nelle stesse posizioni
ISOPERIODISMO
MOTTETTO – seconda metà secolo XV Torna ad essere una composizione di genere SACRO su testo LITURGICO del PROPRIUM o dell’UFFICIO, ma anche prendendo spunto dai Salmi, dal Vecchio o Nuovo Testamento I pochi mottetti profani possiedono contenuto serio o moraleggiante. Non viene più impiegata né la politestualità, né l’isoritmia. Tra i tanti mottetti celebrativi va citato: Nuper rosarum flores, composto per l’inaugurazione della chiese fiorentina di Santa Maria del Fiore e de eseguito per la prima volta il 25 marzo 1436
Nuper rosarum flores di Dufay: la forma Visto il suo assetto matematico, è un brano emblematico della tendenza – ancora viva nel Quattrocento – di considerare la musica un’Ars ossia una scienza rigorosa, una disciplina appartenente a tutti gli effetti al quadrivium. Si tratta di un mottetto celebrativo destinato alla celebrazione sonora solenne di grandi avvenimenti pubblici, ripartito in quattro voci (tenor, contratenor, motetus e triplum). L’ossatura formale è costituita da un CANTUS FIRMUS che i due tenores eseguono a note lunghe e ritmicamente sfalsata a distanza di una quinta sul motivo “Terribilis est locus iste” (questo luogo incute rispetto), l’introitus della messa per la dedicazione di una chiesa; Il testo delle altre due voci è, invece, un’esaltazione della Madonna.
Il brano si divide in quattro parti ciascuna delle quali comprende un’esposizione del cantus firmus con indicazioni metriche sempre differenti (in notazione moderna si passa dal ritmo 6/4 a 2/2, 2/4 e 6/8).
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Il criterio matematico 6/4 2/2 2/4 6/8=3/4 (riduzione ai minimi termini) cioè il minimo comune multiplo (m.c.m.)
Analogie tra musica e architettura Se si osserva la struttura della cattedrale fiorentina si riscontrano facilmente le ricorrenze di questi numeri: innanzitutto la modularità è data da un blocco della misura di 28 braccia; la navata è composta da 6 moduli, i due transetti da 2 moduli ciascuno per un totale di 4, la zona absidale da 2 moduli, mentre 3 moduli separano il soffitto della cupola dalla quota di pavimento. Ritorna quindi lo schema 6:4:2:3 già visto all’interno del mottetto.
Navata: 6 moduli Transetto: 4 moduli Abside: 2 modulti
Altezza: 3 moduli
Cupola di S. Maria del Fiore a Firenze - Brunelleschi - sezione/prospetto
ANALOGIE CON ALTRI SIMBOLI 6:4:2:3 Secondo l’antico testamento erano le proporzioni del Tempio di Re Salomone 28 (28 braccia: numero impiegato come elemento modulare per le varie sezioni della chiesa) (4x7) Rappresentazione della Vergine (7 dolori, 7 gioie, 7 esilio in Egitto con Gesù bambino…)
Varie tecniche compositive: Sempre nel XV secolo si affermarono altre tecniche compositive del Mottetto Varie tecniche compositive: su CANTUS FIRMUS di derivazione gregoriana ad imitazione sistematica per la quale ogni frase del testo letterario è posta in risalto da un motivo o tema caratteristico, proposto da tutte le voci Partiteticità: verso il XVI sec. cessa quindi la supremazia di una voce sulle altre Dal rapporto imitativo scaturiscono gli episodi legati tra loro senza soluzione di continuità (durchkomponiert, come il madrigale)
Testo: sacro e solo in latino; di sola origine liturgica MOTTETTO – sec.XVI Culmine nell’EVOLUZIONE della FORMA con l’influenza del CONTRAPPUNTO FIAMMINGO Testo: sacro e solo in latino; di sola origine liturgica Abbandonata la tecnica del CANTUS FIRMUS in favore dell’elaborazione CONTRAPPUNTISTICA del tema che passa in tutte le voci Spesso si articolano con una suddivisione in DUE PARTI (prima e secunda pars con cambio di metro ritmico) Numero delle voci aumenta fino a SEI, ma può essere alleggerito dai BICINIA (parti a due voci)
BICINIA
CONDUCTUS (dal latino conducere) (da qui) Nel Magnus Liber Organi dell’Anonimo IV si trovano numerosi esempi di conductus sia monodici, sia polifonici (da 2 a 4 voci) Intonato durante il servizio divino prima della lettura dei testi, mentre il diacono avanza verso l’ambone. (Come canto di accompagnamento serviva per l’entrata e l’uscita dei personaggi nei drammi liturgici) Ai testi del conductus di contenuto spirituale, ma non liturgico si aggiungeranno quelli profani di argomento politico, amoroso e moraleggiante
Due tipi di struttura strofica: o sempre uguale, o durchkomponiert Conductus – lo stile Struttura strofica con la voce principale al grave: non è una melodia gregoriana, ma è creata ex novo Due tipi di struttura strofica: o sempre uguale, o durchkomponiert Stile musicale prevalentemente sillabico con piccoli melismi nelle voci superiori (prima e ultima sillaba)
SALMI I 150 salmi di DAVIDE vengono spesso impiegati tra ‘400 e ‘500 come testo per i mottetti. Esempi in Josquin Desprez, Orlando di Lasso e Giovanni Gabrieli Molto elaborati i salmi a 12 voci di Pierluigi da Palestrina
Pierluigi da Palestrina li compone a 8 voci ANTIFONE e RESPONSORI Genere mantenuto per tutta la storia della musica come semplice canto (spesso ad una voce sola) Pierluigi da Palestrina li compone a 8 voci
MUSICA PROFANA Ballata Caccia Madrigale del ‘300 Sirventese - Spruch Planctus Karoli (814) Carmina Cantabrigensia (XI sec.) Carmina Burana (XIII sec.) Ballata Caccia Madrigale del ‘300 Madrigale del ‘500 Canto carnascialesco Frottola Villotta Canzonetta Incatenatura Mascherata Sirventese - Spruch Chanson – Lied Aube - Tagelied Lais - Laich Pastourelle Rondeau Virelai Ballade (‘300) Estampida