La sessualità nel matrimonio
Modo «noi» Modo «io-tu»
L’amore, fondamento della relazione Modo «noi» Modo «io-tu» Le persone stanno insieme perché unite da uno scopo comune. L’una accanto all’altra, “camminano tenendosi per mano” ma, proprio per questo, “non si guardano”. Si relazionano come parti di un tutto (il noi). Le singole persone sono sostituibili. Le persone stanno insieme perché attratte l’una dal valore dell’altra. Si orientano reciprocamente, si commuovono nell’incontro dei loro sguardi. Tendono alla reciproca cognizione ed integrazione. L’unione porta all’unificazione con la persona amata, a formare “una cosa sola” con lei.
Specifico dell’amore coniugale Tendere ad una donazione reciproca e particolare in cui i due sposi non appartengono più ciascuno a se stesso, ma, totalmente e personalmente, appartengono l’uno all’altro. L’intentio benevolentiae qui si esprime nella volontà di rendere felice la persona amata attraverso la donazione di sé: attraverso l’intentio unionis. Due persone desiderano condurre una sola esistenza Donazione di sé. Appartenenza reciproca Complementarità: l’uomo viene illuminato dalla bellezza e dal mistero della femminilità, la donna dal mistero della mascolinità, ma per come essa è incarnata esclusivamente nell’essere amato.
«L’amore coniugale è, fra tutte le unioni terrene, la più significativa unione io-tu. In essa l’essere amato è già oggetto del nostro pensiero, del nostro sentimento, della nostra volontà, del nostro desiderio e della nostra speranza; è anzi il punto centrale della nostra vita, per quanto concerne i beni creati. E non soltanto con lui, ma per lui vive che ha pienezza di tale amore». «È ben vero che in ogni affetto io dono, fino a un certo punto, il mio cuore; ma qui ciò si verifica in senso letterale; e non soltanto il mio cuore, ma tutta la mia persona apparterrà a un’altra creatura… Ogni amore desta in noi la nostalgia della corrispondenza - né vi è in ciò traccia di egoismo - ma qui si brama, dalla creatura diletta, non soltanto la corrispondenza, ma quel particolare amore attraverso il quale essa appartiene a me ed a me soltanto, in quella stessa maniera in cui io pure voglio appartenerle». D. von Hildebrand
Sentimenti caratteristici Rispetto dell’altro, desiderio di esclusività, di perennità, felicità sovrabbondante e piena di gratitudine. Tenerezza: caratterizza l’intentio benevolentiae come libera effusione di bontà e di dolcezza; Si realizza in particolare nell’intentio unionis: l’amante viene in qualche modo a “sciogliersi” ed è spinto a “fondersi” con la persona amata.
«Noi vogliamo in questo caso, direi quasi pervadere di bontà tutte le parti dell’essere amato fin nelle pieghe più profonde della sua personalità. La tenerezza non spinge soltanto a circondare di bontà il centro della sua persona, ma a seguire in qualche modo con l’amore tutti i contorni del suo essere. Quasi vorremmo fonderci nella forma del suo essere per riprodurre con amorosa fedeltà la sua figura spirituale. Con cura gioiosa vogliamo proteggere il profumo del suo essere, il soffio e lo splendore della sua personalità». D. von Hildebrand.
Amore coniugale e sessualità Amore pienamente umano: sensibile, spirituale, storico. Amore totale: stabilità Amore fedele ed esclusivo Amore fecondo
Procreazione responsabile Responsabilità: i genitori non possono lasciare al caso la procreazione di una nuova vita, ma devono procreare con paternità e maternità responsabili una nuova creatura solo quando sono in grado di educarla e di procurarle le necessarie possibilità di sviluppo. Diritto e dovere “personale” e di coppia. Valutazione autonoma delle condizioni fisiche, educative e di sostentamento della famiglia in rapporto alla società in cui si vive Esigenze della mondialità connesse con l’espansione demografica. Una risposta semplicistica: il maltusianismo. Ma nei paesi più ricchi si assiste ad un pericoloso decremento demografico. Nella maggior parte dei paesi con reddito più basso si assiste ad un incremento demografico altrettanto preoccupante. Lo sviluppo e la solidarietà sono i migliori strumenti di regolazione demografica.
L’intenzione di procreare o meno Fonti della moralità: finis operantis, finis operis e circumstantiae L’importante è anzitutto che si sia convinti che avere dei figli è un bene. Diffusione dell’anti-life mentality… … e dell’atteggiamento contraddittorio: un figlio a tutti i costi. Se si è prigionieri di queste mentalità, non ha senso interrogarsi sulla paternità responsabile e sulla regolazione delle nascite: qualunque scelta sarebbe sbagliata, perché motivata dall’egoismo e non dall’amore.
Mezzi e metodi Secondo alcuni, i mezzi sarebbero tutti leciti, giacché la persona avrebbe il diritto di disporre del proprio corpo e delle sue strutture biologiche per il bene proprio e della famiglia. La natura umana, trascende la natura biologica: l’uomo è più del suo corpo. L’uomo è più del suo corpo, ma non è meno del suo corpo! La natura umana trascende la natura biologica, ma la contiene: l’uomo non sarebbe uomo (non sarebbe affatto!) se non avesse una determinata natura biologica. Pertanto, questa natura non può essere manipolata a piacimento, bensì deve essere conosciuta dall’intelligenza e rispettata nelle sue inclinazioni, inseparabili dalla persona stessa. E’ lecito intervenire con mezzi artificiali (interventi chirurgici, farmacologici, ecc.), sui processi patologici. Ma generazione è un processo fisiologico. Ed è un fatto eminentemente personale: l’ atto coniugale è una totalità indivisibile. Il significato unitivo e il significato procreativo dell’atto sessuale non possono essere arbitrariamente disgiunti.