Reperti della Città di Tanis, con il faraone vinto

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Transcript della presentazione:

Reperti della Città di Tanis, con il faraone vinto Musica: Canto orientale della Settimana Santa Giovedì Santo 2019 Reperti della Città di Tanis, con il faraone vinto

LA PASQUA DEL GIOVEDÌ SANTO 1a Lettura. Ci racconta l’origene dell’Eucaristia, quando uccisero e mangiarono l’agnello che prefigurava il Cristo. Salmo 115. Salmo pasquale che ci fa bere il Calice di ringraziamento (“eucaristia”). 2a lettura. Con S. Paolo riviviamo la teologia delle nostre Eucaristie. Vangelo. La lavanda dei piedi agli apostoli ci ricorda che la Mensa di Gesù ci impegna al SERVIZIO.

La Bibbia racconta che gli israeliti celebrarono la prima Pasqua al momento di partire d’Egitto, nella città di Tanis (Antica Ramesés) nella terra di Gosen, dove erano andate ad abitare le dodici tribù dei «figli d’Israele». La Cena pasquale ha qui la sua origine, perciò tutte le immagini avranno questo paesaggio

Es 12,1-8.11-14 In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo me­se dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto, Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».. Le immagini di questi schiavi di Tanis evocano la liberazione d’Israele

Il Salmo 115 fa parte del gruppo dello Hal·lel (110-117) e si recita nella Cena pasquale ebraica, così come nell’Eucaristia del Giovedì Santo. I 3 salmi centrali (112-115) hanno come tema l’Esodo. Questo ci parla di alzare il Calice. Cosa posso rendere al Signore per i suoi benefici se non bere il calice della salvezza? Il Signore non vuole la morte dei suoi fedeli, perciò ha spezzato le nostre catene (d’Egitto) Per questo gli offriamo il suo Figlio come Sacrificio di ringraziamento

Salmo 115 IL tuo calice, Signore, è dono di salvezza. Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Bevendo il CALICE, Gesù e gli apostoli ricordavano Ramsé II e l’oppressione del Popolo, con il bene della liberazione che Dio compì.

IL tuo calice, Signore, è dono di salvezza. Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. Reperti della città

IL tuo calice, Signore, è dono di salvezza. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo. Reperti, inquadrati nel paesaggio di Tanis

Pietra con un Servo scolpito 1Cor 11,23-26 Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Pietra con un Servo scolpito

Angolo degli scavi Gv 13,34 Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri.

Gv 13,1-15 Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse at­torno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciu­garli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capi­sci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Ca­pite quello che ho fatto per voi? Voi mi chia­mate il Maestro e il Signore, e dite bene, per­ché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi do­vete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Uscendo della città

Originale: Joan Ramirez (+) Immagini, letture, musica, commenti (versione catalana e castigliana) : Regina Goberna, con la collaborazione di Àngel Casas Versione italiana: Ramon Julià Versione euskera (basco): Periko Alkain Versione portoghese: Ze Manel Marquespereira Versione francese: Àngel Casas Versione neerlandese : Ben Van Vossel Video: Esther Lozano Monache di S. Benedetto di Montserrat www.monestirsantbenetmontserrat.com/regina