Poesie di primavera 1ª Parte.

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Transcript della presentazione:

Poesie di primavera 1ª Parte

La pratolina Sulle rive del ruscello tinta ancor di bianca brina, è sbocciata, timidetta, una bella pratolina. Allo zefiro si culla e sorride al sol, felice; al bambin che la saluta in segreto parla e dice: «La stagione fredda e tetra finalmente è per finire, guarda il mandorlo ed il pesco, son lì lì per rifiorire!». Domiziano Vignali

Canti di primavera Se vuoi sentir cantare la primavera, fanciullo, va nel prato, chiudi gli occhi. Verranno i grilli al calar della sera: terran concerto insieme coi ranocchi. Tra i fili d’erba terran concerto in mezzo al prato, sotto il cielo aperto. Se primavera vuoi sentir cantare, ad occhi chiusi resta ad ascoltare. M. Castoldi

Aprile Questo mese canterino che ha un fioretto sullo stemma, non dimentica un giardino, non si scorda di una gemma. Mostra i suoi colori più belli da ringhiere e da cancelli. Cuor contento ed occhi puri, con un filo d’erba in bocca, mette il verde anche sui muri. S’addormenta in mezzo al prato: è felice d’esser nato. Sopra il monte aspetta il sole. Tutti i doni ha nella sporta per lasciarne ad ogni porta. Ma per sé altro non vuole che la piuma di un uccello per ornarsene il cappello. R. Pezzani

La canzone delle viole Piccine, azzurrine, baciate dal sole, noi siamo le dolci, le prime viole. Superbe noi siamo, non siamo curiose, le tenere foglie ci tengono ascose. Con mite profumo, con voce sommessa, cantiamo del marzo la dolce promessa. Ida Alliaud

È Maggio A maggio non basta un fiore. Ho visto una primula: è poco. Vuol nel prato le prataiole: è poco: vuole nel bosco il croco. È poco: vuole le viole; le bocche di leone vuole e le stelline dell’odore. Non basta il melo, il pesco, il pero. Se manca uno, non c’è nessuno. È quando è in fiore il muro nero è quando è in fiore lo stagno bruno, è quando fa le rose il pruno, è maggio quando tutto è in fiore. Giovanni Pascoli

I suoni della primavera La fioritura vostra è troppo breve, o rosei peschi, o gracili albicocchi nudi sotto i bei petali di neve! Troppo rapido è il passo cui tocchi il suolo; e al tuo passar l’erba germoglia, o primavera, gioia de’ miei occhi. Mentr’io contemplo, ferma sulla soglia dell’orto, il miracolo dei fiori, sbocciati sulle rame senza foglie; essi, ne’ loro tenui colori, tremano già nel vento alla carezza, volan per l’aria densa di languori; e se ne va così la tua bellezza, come una luce, o come un sogno muori, o fioritura di marzo, o giovinezza! Yambo

Il ciliegio Ho un ciliegio nell’orto – - proprio sotto al muretto – vecchio, rugoso e storto, che rinnova il mantello ad ogni primavera; e tra le nuove foglie, quando viene la sera, i passeri raccoglie. Nel sussurrar del vento, tra il cinguettar vivace, parla, sereno e lento: «Son vecchio, ma mi piace allargare i miei rami nell’aria cilestrina, udir questi richiami di sera e di mattina…». «Se poi i dolci frutti …» un passero gli dice «te li mangiamo tutti, ancora sei felice?» «Ma sì!» lieto risponde il ciliegio. La vita di queste annose fronde se non dona … è finita». Giuseppe Fanciulli

Dall’inverno alla primavera Quando l’inverno muore lentamente nella primavera, nelle sere di quei bei giorni limpidi, lieti, senza vento, su cui si tengono spalancate per le prime volte le finestre e si portano sulle terrazze i vasi di fiori, le città offrono uno spettacolo gentile e pieno d’allegrezza e di poesie. A passeggiare per le vie si sente, di tratto in tratto, sul viso, un’ondata d’aria tiepida, odorosa. Di che? Di quali fiori? Di quali erbe? Chi lo sa! Edmondo de Amicis

Composizione: Lulu Disegni di S. Hee Poesie dal web Musica: Strauss, Leggenda della foresta viennese, Orch. F. Pourcel