LO SPIRITO È NECESSARIO PER VIVERE UNA VITA BUONA
DALLA LETTERA AI GALATI 5, 13-23 Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. […] Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
LA LIBERTÀ, UNA GRAN COSA… Possiamo aver la tentazione di pensare che Gesù non ci voglia liberi e che tutto quello che riguarda Dio di fatto annulla noi e quello che ci sentiamo di fare. Eppure la pagina della Lettera ai Galati che abbiamo appena letto, attesta il contrario, ci dice che anzitutto la libertà non è un dato di fatto, che essa va difesa e soprattutto che essa è inseparabile dal dono dello Spirito Santo, che è in noi a partire dal Battesimo.
QUIZ VELOCE: perché lo Spirito Santo ci rende liberi? Perché lo Spirito ci insegna a vivere da figli di Dio, lo schiavo non è libero, il figlio sì Perché lo Spirito ci eleva in alto nei Cieli Perché lo Spirito ci fa essere quello che siamo TROVA LA RISPOSTA PIÙ ESATTA
ESATTO… È LA PRIMA… E sai perché? Perché il figlio prende da ogni genitore qualcosa e gli assomiglia non solo fisicamente ma anche in qualche lato del carattere (si fatica ad ammetterlo, ma è così). Ora il figlio impara la gioia dalla gioia dei genitori. Impara a sognarsi padre, perché è felice che i suoi gli abbiano dato la vita. Si sente a casa nella sua casa.
E ALLORA QUAL È IL PROBLEMA? Il problema è che se pensiamo al nostro rapporto con Dio, dobbiamo purtroppo riconoscere che la maggior parte di noi perde la somiglianza con il Padre perché siamo uomini segnati dal peccato originale, lo stesso peccato di Adamo ed Eva. Come è accaduto a loro, anche a noi succede di voler essere felici da soli, senza Dio, anche a noi succede di volerci staccare da Lui, di essere autonomi, dimenticando di essere sue creature, suoi figli. Per questo Dio Padre ha mandato il Figlio sulla terra. Il Figlio ha preso un corpo come il nostro ed è morto in croce prendendo su di sé tutto il nostro voler fare da soli, tutte le nostre disobbedienze. Ma l’ha fatto perché questo era l’unico modo per farci tornare ad essere figli, per cancellare le nostre disobbedienze.
Grazie al Battesimo noi siamo legati al Figlio da un legame infrangibile. Questo legame con il Figlio porta anche noi a salire sulla croce… può sembrare un argomento un po’scomodo per chi si prepara alla Cresima ed è ancora molto giovane ma è così: non si recupera la figliolanza divina se non “piantando” l’albero della croce nella nostra vita. Si racconta che un giorno Michelangelo, passeggiando in un cortile di Firenze, vide un blocco di marmo grezzo ricoperto di polvere e fango. Si fermò di scatto a guardarlo, poi, come rischiarato da un improvviso lampo, disse ai presenti: "In questo masso di pietra è nascosto un angelo: voglio tirarlo fuori!". E si mise a lavorare di scalpello per dare forma all‘Angelo che aveva intravisto. Così è anche di noi. Noi siamo ancora dei massi di pietra grezza, con addosso tanta "terra" e tanti pezzi inutili. Dio Padre ci guarda e dice: "In questo pezzo di pietra è nascosta l'immagine del mio Figlio; voglio tirarla fuori, perché brilli in eterno accanto a me in cielo!«. E per fare questo usa lo scalpello della croce, ci pota (cfr. Gv. 15, 2)
Diceva un padre del deserto: I più generosi, non solo sopportano i colpi di scalpello che vengono dall'esterno, ma collaborano anch'essi, per quanto è loro concesso, imponendosi delle piccole, o grandi, mortificazioni volontarie e spezzando la loro volontà vecchia. Diceva un padre del deserto: "Se vogliamo essere completamente liberati, impariamo a spezzare la nostra volontà, e così, poco a poco, con l'aiuto di Dio, avanzeremo e arriveremo alla piena liberazione dalle passioni. È possibile spezzare dieci volte la propria volontà in un tempo brevissimo e vi dico come. Uno sta passeggiando e vede qualcosa; il suo pensiero gli dice: 'Guarda là!', ma lui risponde al suo pensiero: 'No, non guardo!', e spezza la sua volontà". (Doroteo di Gaza)
ECCO DUNQUE COME FARE PER VIVERE DA FIGLI, LIBERI E RICCHI DI FRUTTI DELLO SPIRITO: Guardati attorno e nel cuore: tutto ciò che ti sta “potando” e vorresti evitare, se contemplato alla luce di queste parole, può essere lo scalpello che ti ridona la somiglianza con il Figlio. Con il Figlio sali sulla croce, è l’unico modo con cui possiamo accettare di non impadronirci della vita e così portare amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé… e sapessi quanto serve tutto questo ora!