Clikkare con il sinistro del mouse per l’avanzamento Vieni Spirito di pace Clikkare con il sinistro del mouse per l’avanzamento
“Pace a voi!” Mai come oggi le parole di Gesù, risuonano come una dolorosa provocazione in questa Pentecoste annunciata non da un rombo di vento gagliardo, né da lingue di fuoco, preludio al dialogo, alla comunione tra gli uomini, ma da venti di guerra, dal fuoco delle bombe, dall’odio, dalla violenza. Mai avremmo pensato di vedere immagini che i nostri occhi non avrebbero mai voluto vedere.
“Vegliate, dunque, perché non sapete Annunciare la pace, in ogni tempo, rientra a pieno titolo nella vocazione e nella diaconia della Chiesa ma in questa Pentecoste che ci trova attoniti dinanzi al dolore di tanti fratelli, dinanzi a tanto odio a tanta indifferenza per la dignità dell’uomo, la riflessione sulla pace deve divenire autentica preghiera, ascolto dello Spirito. “Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. (Mt 24, 42)
“Pace a voi!” Con questo annuncio di pace il Cristo risorto si presentò ai discepoli ancora chiusi nel cenacolo per timore dei giudei.
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse:
“Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Gv 20, 19-23
La pace poteva albergare nel cuore dei discepoli perché lo Spirito era ormai presente e operante nella Chiesa nascente. Quello stesso Spirito, che disceso sul Figlio dell’uomo per riconciliare l’umanità tutta con il Padre, nella Pentecoste diviene l’esplosione dell’amore di Cristo all’umanità. Un’esplosione tale che la discesa dello Spirito viene annunciata con un rombo improvviso dal cielo, come un vento che si abbatte gagliardo, come lingue di fuoco che si posano sugli apostoli, per portare a tutti i popoli la rivelazione della “Buona Novella“...
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. At 2, 1-4
“Abbà, Padre”. “accesso al Padre in un medesimo Spirito”. La Pentecoste apre a tutti gli uomini la possibilità di “accesso al Padre in un medesimo Spirito”. (Ef 2, 18) “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio”. (Rm 8, 14) Lo Spirito che rende “nuove tutte le cose” fa sì che gli uomini figli dell’unico Padre siano realmente fratelli in Cristo. La storia dell’umanità entra dunque con Cristo nell’unica paternità di Dio; ogni alterità tra gli uomini viene superata dalla possibilità di poter gridare: “Abbà, Padre”. ( Gal 4, 6)
La Chiesa ha bisogno della sua perenne pentecoste. Ha bisogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia nello sguardo. La Chiesa ha bisogno d'essere tempio dello Spirito Santo, di totale purezza, di vita interiore.
La Chiesa ha bisogno di risentire salire dal profondo della sua intimità personale, quasi un pianto, una poesia, una preghiera, un inno, la voce orante cioè dello Spirito Santo, che a noi si sostituisce e prega in noi e per noi «con gemiti ineffabili», e che interpreta il discorso che noi da soli non sapremmo rivolgere a Dio.
La Chiesa ha bisogno di riacquistare la sete, il gusto, la certezza della sua verità e di ascoltare con inviolabile silenzio e con docile disponibilità la voce, il colloquio parlante nell'assorbimento contemplativo dello Spirito, il quale insegna «ogni verità».
E poi ha bisogno la Chiesa di sentir rifluire per tutte le sue umane facoltà, l'onda dell'amore che si chiama carità e che è diffusa nei nostri cuori proprio «dallo Spirito Santo che ci è stato dato».
Tutta penetrata di fede, la Chiesa ha bisogno di sperimentare l'urgenza, l'ardore, lo zelo di questa carità; ha bisogno di testimonianza, di apostolato.
Avete ascoltato, voi uomini vivi, voi giovani, voi anime consacrate, voi fratelli nel sacerdozio? Di questo ha bisogno la Chiesa. Ha bisogno dello Spirito Santo in noi, in ciascuno di noi, e in noi tutti insieme, in noi Chiesa. Sì, è dello Spirito Santo che, soprattutto oggi, ha bisogno la Chiesa.
Dite dunque e sempre tutti a Lui: «Vieni!» (Paolo VI)
un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, Vieni, Santo Spirito manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. 0 luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Elaborato da Antonio Barone