V A M.PIZZICAROLI 27 GENNAIO 2018.

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V A M.PIZZICAROLI 27 GENNAIO 2018

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In Italia le leggi razziali entrarono in vigore nel 1938. Queste leggi stabilivano l'inferiorità della 'razza ebraica' e prevedevano tali e tante restrizioni, che la vita delle persone diventò davvero impossibile. Gli ebrei furono espulsi dalle scuole, dagli impieghi pubblici, dall’esercito, dalle banche, dalle grandi aziende. Furono vietati i matrimoni fra ebrei e non ebrei. Non potevano tenere «radio» in casa, non potevano entrare in alcuni negozi,… Alcune di queste leggi interessavano anche i bambini: furono create delle scuole speciali per i bambini ebrei; i loro insegnanti potevano essere solo ebrei; era vietato ai bambini e ai ragazzi ebrei frequentare scuole italiane.

IL VOLO DI SARA Di Lorenza Farina REALIZZATO DALLA V A M. PIZZICAROLI

Era un tardo pomeriggio di novembre Era un tardo pomeriggio di novembre. Me ne stavo appollaiato sul ramo di un albero spoglio.

C’erano solo baracche grigie recintate da filo spinato. Nell’aria c’era un odore acre e nauseabondo che neppure il vento riusciva a dissolvere.

I soldati con il fucile spianato stavano di guardia, minacciosi.

Ad un tratto, in lontananza, sentii il fischio di un treno con tanti vagoni, chiusi all’esterno da spranghe di ferro. Il convoglio, rombando sulle rotaie, finì la sua corsa proprio dentro il campo

Dai vagoni scesero donne, bambini e anziani che furono raggruppati in file. Lessi il terrore nei loro volti.

Fu allora che la scorsi. Mi colpirono gli occhi grandi nel volto minuto, i capelli scuri, raccolti da un nastro azzurro. Avrà avuto forse sei o sette anni, ma sembrava più piccola della sua età. Si stringeva forte a sua madre.

Lo strattone violento di un soldato separò la mamma dalla bambina. Sarei stato io a farle da madre e da padre

I soldati rinchiusero Sara dentro una baracca di legno, …

…le fecero togliere il vestito azzurro che la mamma le aveva cucito. La costrinsero a indossare una casacca a righe, molto più grande della sua taglia, con una stella gialla cucita sul petto.

Poi le tagliarono i bei capelli scuri, che scivolarono come piume sul pavimento insieme al nastro azzurro che li tratteneva.

Lei ascoltava in silenzio, finchè non si addormentava. Di notte le tenevo compagnia e le cinguettavo sottovoce vicino all’orecchio le storie che avevo udito dai miei amici uccelli. Lei ascoltava in silenzio, finchè non si addormentava.

Aveva tanta fame. Raccoglievo per lei tutto quello che riuscivo a trovare: briciole di pane, bucce di patate, qualche foglia di cavolo o di rapa.

Sara diventava sempre più magra e sempre più pallida Sara diventava sempre più magra e sempre più pallida. Sembrava un uccellino spaurito. Una mattina non la trovai più nella baracca.

La vidi librarsi nel cielo non più grigio ma azzurro. Fu in quell’istante che decisi di prestare le mie ali, perché fuggisse via al più presto da quel luogo. La vidi librarsi nel cielo non più grigio ma azzurro.

Dalle cime degli alberi spogli, uccelli venuti da ogni parte, si alzarono in volo. Passeri, pettirossi, merli prestarono le loro ali ad altri bambini che, come Sara, volevano volare via, lontano.

. Poi sparirono tra le nuvole mentre tutto intorno si levava un un canto di uccelli.