QUALITY SCIENCE (Società Italiana di Medicina Omeopatica, Borghetto di Valeggio sul Mincio, )
…non è una questione di riduzionismo o di olismo, che sono termini reciproci, ma di fare buona scienza. (F.Varela, Neurofenomenologia, 1997)
In ogni scienza sperimentale, il procedimento è: - 1) Si formula unipotesi -2) la si sottopone a verifica (o, meglio, a falsificazione) -3) Lipotesi viene così verificata o falsificata.
Sottoporre le ipotesi a verifica è ormai divenuto uno sport professionistico Nella scienza corrente vengono pubblicate giornalmente ipotesi sottoposte a verifica. Il risultato è spesso di modesta utilità e si presta ad essere facilmente manipolato. Il reale avanzamento della scienza dipende invece soprattutto dalla prima variabile. Cioè dalla qualità dellipotesi formulata.
Il punto più importante è: Quanto è importante ed accurata lipotesi formulata ?
Da cui la domanda: Come si può lavorare su una ipotesi in modo che divenga realmente importante, prima di sottoporla a verifica ?
Lavorare su unipotesi non necessita di ricevere molti finanziamenti per la ricerca. Necessita solamente della capacità di condurre unosservazione in profondità, con la massima accuratezza.
Tre esempi: - Turing ed il linguaggio informatico - Piaget e la psicologia dello sviluppo mentale
- e Hahnemann e lOmeopatia
Guan = Osservare in profondità. Traduce anche il sanscrito vipassana.
Si tratta di tradurre il lavoro di Hahnemann in buona scienza. Tanto buona che possa fornire ipotesi scientifiche (definite e falsificabili) sia nei termini riduzionisti, sia nei termini delle scienze della complessità.
* Per costruire una buona ipotesi occorrono buoni dati. Che dati? Su che oggetto? In che modo?
** La classe di dati incontrovertibile in ogni fenomenologia scientifica è quella di dati descrittivi. Loggetto dei dati incontrovertibile di un fenomeno complesso come la clinica è la procedura. La qualità richiesta per condurre losservazione è laccuratezza.
*** Abbiamo pertanto condotto unosservazione profonda ed accurata dei dati che descrivono la procedura clinica omeopatica. Non basta. Abbiamo dato alla descrizione procedurale accurata una forma ed un linguaggio scientifico, cioè falsificabile.
Ciro DArpa, G. Bovina, S. Cominetti, M. Ravaglia, M. Trionfi, A. Valeri / Società Italiana di Medicina Omeopatica Descrizione algoritmica della Procedura Clinica Omeopatica Versione Sintetica in Verona
SI INTENDE TRASPORRE LA PROCEDURA CLINICA OMEOPATICA CLASSICA IN UNO SCHEMA ALGORITMICO COMPLESSIVO. un algoritmo è una sequenza logica di istruzioni elementari (univocamente interpretabili) che, eseguite in un ordine stabilito, permettono la soluzione di un problema in un numero finito di passi.
Primo problema (a): È rintracciabile una PROCEDURA CLINICA OMEOPATICA CLASSICA? Secondo problema (b) In caso affermativo, come si può rappresentarla algoritmicamente?
(a) RINVENIMENTO DELLA PCOC 1 È stato condotto uno studio filologico di Organon e Le Malattie Croniche di Hahnemann e da tali testi sono state estratte tutte le asserzioni in esse contenute riguardanti le procedure cliniche omeopatiche, cioè le istruzioni per lo svolgimento reale dei trattamenti omeopatici. 2Tali istruzioni, ordinate secondo la loro sequenza progressiva nel corso del trattamento clinico, 3sono state confrontate un campione di riporti di single cases trattati dai medici omeopati.
4 Il confronto ha mostrato una fondamentale corrispondenza tra le istruzioni di Hahnemann e le procedure cliniche reali dei suoi continuatori. Nonché una sostanziale corrispondenza tra le procedure cliniche degli Autori omeopatici stessi, anche se provenienti da differente formazione.
5Il confronto ha evidenziato un numero discreto di nodi o passi procedurali che sono stati giudicati necessari e sufficienti per la conduzione di ogni tipo di trattamento omeopatico; ed ha evidenziato delle sottoprocedure alle quali ognuno di tali nodi è legato in modo obbligato (necessario e sufficiente) per il suo svolgimento. 6 E stato pertanto possibile definire lo schema qui presentato come corrispondente sia alla Procedura Clinica di Hahnemann, sia alla procedura omeopatica comunemente impiegata, qui designata come Procedura Clinica Omeopatica Classica (PCOC).
(b) RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA PROCEDURA La mappa grafica (o Grafo) di una procedura ne costituisce un equivalente logico. Il Grafo in oggetto ha la formula generale: G = (V, E) [che si legge: il Grafo (G) è composto di nodi (V) + archi (E) che connettono i nodi fra loro.] Ognuno dei due componenti del Grafo – nodi V ed archi E- si designa come appresso: - V = (V1, V2, V3, V4, V5,) o più semplicemente: V = (1, 2, 3, 4, 5) [che si legge: i nodi sono: 1, 2, 3, ecc.] - E = (1-2), (2-3), (3-4), (4-5) [che si legge: (1-2) è larco di connessione tra il nodo 1 ed il nodo 2; e così di seguito.]
struttura assiale del Grafo
LEGENDA DEI NODI: 1 = Annotazione sintomatologica (narrata/osservata) 2 = Definizione del quadro sintomat. caratteristico 3 = Diagnosi differenziale tra una rosa di rimedi 4 = Scelta di un rimedio 5 = Prescrizione del rimedio Lo schema descrive la procedura omeopatica in ogni consultazione, cioè sia la prima prescrizione che le successive consultazioni omeopatiche, è pertanto iterativo. Cioè: si ripete indefinitamente nel corso di uno stesso trattamento, per ogni nuova somministrazione di un rimedio.
G = ( ), [(1-2),(2-3),(3-4),(4-5)] questa denominazione può essere sostituita da unaltra sequenza qualsiasi che convenzionalmente le corrisponda, ad esempio: G = ( ), [(1-2),(2-3),(3-4),(4-5)] = = AQXRP un acronimo che favorisce il ricordo identificativo delle singole tappe.
AQ X RP A = ANNOTAZIONE Q = QUADRO X = DIAGNOSI DIFFERENZIALE R = RIMEDIO P = PRESCRIZIONE G = ( ), [(1-2),(2-3),(3-4),(4-5)] = AQ X RP
G = ( ), [(1-2),(2-3),(3-4),(4-5)] ovvero PCOC = AQ X RP sottoprocedure correlate ai singoli nodi:
sottoprocedure Ad ogni nodo procedurale può essere associato un numero discreto di sottoprocedure. Ogni sottoprocedura produce delle regole, semplici o complicate, che fra loro possono anche interagire. Ladempimento delle regole sottoprocedurali definisce in modo completo il passo a cui si riferisce.
CARATTERISTICHE DEL GRAFO G è un grafo piano, cioè: può essere disegnato in un unico piano o foglio ; aciclico, cioè: non contiene connessioni circolari (loups ) fra le sue parti ; orientato, cioè: il flusso di energia che lo attraversa è unidirezionale, nel senso crescente dei numeri dei nodi (1 2 3 ecc.)
Scorrendo il GRAFO lineare, può essere seguito lo svolgersi passo passo di una qualsiasi procedura clinica omeopatica reale, cioè quello che concretamente avviene nel corso di un trattamento omeopatico propriamente detto (definito, cioè, nei termini di Hahnemann e degli omeopati esperti), dalla prima consultazione alla dimissione del paziente.
DESCRIZIONE Dalla prima Annotazione delloperatore sui sintomi del paziente (nodo 1) deriva () la Costruzione di un quadro omeopatico (nodo 2), da cui emerge () una Diagnosi differenziale di rimedio (nodo 3) e, da questa () la Diagnosi di un rimedio omeopatico (nodo 4), il quale viene prescritto () in una specifica forma (nodo 5) e () assunto dal paziente.
DOPO LA PRIMA ASSUNZIONE Dopo lassunzione del rimedio, si prevede che il rimedio manifesti nel paziente una variazione dei sintomi presentati. Tale variazione discreta o nulla (azione del rimedio), osservata dal paziente, è da questi trasmessa al medico per una valutazione condivisa ad un tempo definito (t). A quel t, loperatore condividerà nuovamente i sintomi (variati o meno) con il paziente, e valuterà tale modificazione (secondo quanto previsto nella sottoprocedura Q+1); da ciò deriverà la successiva azione prescrittiva (o non prescrittiva). Lo schema, pertanto, reitera ad ogni nuova osservazione o prescrizione.
Lo schema si può applicare tanto alle prassi cliniche che prevedono la prescrizione del rimedio in ununica dose alla volta, quanto a quelle che prevedono un ritmo di somministrazione prestabilito. Lo schema prevede la selezione e la prescrizione di un solo rimedio omeopatico per volta. Esso è in accordo con tutte le procedure uniciste che sono state esaminate e con esso confrontate. Leventuale applicazione di questo schema a procedure che contemplino una prescrizione contemporanea di più di un rimedio (pluraliste) esigerebbe delle modifiche strutturali dello schema. Lo schema non può essere applicato a procedure di tipo complessista (del resto estranee al Metodo di Hahnemann).
enumeriamo le sottoprocedure principali, cioè quelle necessarie e per definire sufficientemente in cosa consiste ogni singola tappa
AQXRP ELENCO SOTTOPROCEDURE PRINCIPALI A = (1) domanda del paziente / (2) raccolta dei sintomi (2.1 sec. H-O.) / (3) sintomi biomedici / (4) terapie in atto Q = (1) valorizzazione dei sint. raccolti (1.1 sec. H-O) … (2) repertorizzazione (2.1) … (3) altri dati, val. prognostica malato, ecc. (3.1) … (4) dia/progn biomediche (+1) valutazione del cambio sintomatologico (+1.1 sec. H-O), (+1.2 sec. H-MC)… X = (1) confronto differenziale con i quadri della MMO (2.1)… R = (1) diagnosi di Rimedio (2.1) … P = (1) farmacopollassia late dicta (1.1) … / (2) scelta del t max di revisione / (3) spiegazioni al paz.: su trattamento, medicinali, ecc / (4) accertamenti (5) altre terapie (++1) dimissione
CONCLUSIONI È risultato possibile descrivere un grafo della PCOC. Il modello presentato ha la pretesa di descrivere la procedura clinica omeopatica reale, non serve a fornire una spiegazione di ciò che avviene: non è, cioè, un modello esplicativo ma descrittivo.
Il suo primo scopo è trovare utilizzo nellambito della comunità di omeopati esperti, in modo che possa fungere da conoscenza esplicitamente condivisa e da linguaggio comune, indispensabili entrambe le cose per successivi sviluppi di modelli sistemici per la descrizione e la verifica/falsificazione scientifica delle procedure omeopatiche.
La suddetta bozza intende soddisfare due condizioni basilari: a)Essere fedele alle teorizzazioni di Hahnemann espresse nellOrganon e nelle Malattie Croniche. b) Corrispondere alle procedure effettivamente utilizzate dai singoli medici omeopati: ogni riporto di caso singolo, cioè, dovrebbe rispondere allo schema procedurale proposto. In sintesi le domande per falsificare lalgoritmo proposto sono: lo schema presentato rispecchia effettivamente a) il paradigma di Hahnemann e b) la reale procedura clinica omeopatica classica?
COMMENTI - CHIUSURA O APERTURA LOGICA ? - ALCUNE UTILITA
CHIUSURA O APERTURA LOGICA ? Lalgoritmo qui esposto è una descrizione lineare della procedura, quella più semplice e trattabile con matematica lineare.
teniamo presente che La procedura reale è ciclica. È piena di anelli di retroazione. Ogni dato non appartiene solo ad un insieme (logica booleana), e lalgoritmo dovrebbe essere trattato in logica fuzzy.
pertanto Lo stesso algoritmo può essere ampliato per descrivere i feed-back cognitivi che avvengono tra ogni passo procedurale e gli altri / e i feed-back che avvengono fra medico e paziente. In tal caso il Grafo presenterebbe dei cicli di interazione e fenomeni non lineari descrivibili solo con matematiche non lineari.
più precisamente: Sopra: O=Operatore, P=Paziente, A=Ambiente / Sotto: AQXRP Tutti gli archi non direzionati sono biunivoci.
Un modello di questo genere è trattabile soltanto nellambito delle scienze della complessità. Non ne trattiamo qui. Qui abbiamo intanto e prioritariamente mostrato le possibilità e le utilità basilari soltanto dellalgoritmo lineare (cioè la formulazione massimamente riduttiva di questa classe di descrizioni).
CHIUSURA O APERTURA LOGICA, PERTANTO ? Nella descrizione AQXRP si intrecciano due diversi livelli di apertura logica: 1)Un livello sintattico lineare a logica chiusa; legato a piccole variazioni fenomenologiche risolvibili con le regole sintattiche espresse nelle sottoprocedure.
2) Un livello che presenta connotazioni semantiche in cui giocano fenomeni ad un grado più elevato di complessità. Tale livello è soprattutto presente nella valutazione della variazione sintomatologica alla prima interazione (correlata al nodo Q), ove losservatore si confronta con fenomeni di emergenza radicale, cioè non predicibili (ad esempio: fattori ambientali, affidabilità e compliance del paziente, Variazione della percezione esistenziale del paz., ecc.)
NOTA Attenzione: le emergenze radicali in Clinica sono una classe abituale di emergenze, alle quali si deve una consistente percentuale di insuccessi operativi. La procedura omeopatica riesce a gestirne in numero molto maggiore di quella biomedica. Ad es.: la direzione dell evoluzione sintomatologica; la valutazione complessiva (e il conseguente trattamento) di un ev. disturbo occasionale; la variazione (non necessitante trattamento) di un processo di oscillazione sintomatologica autolimitantesi legato allambiente; lemersione di stati sintomatologici nuovi/evolutivi e non predicibili; la valutazione soggettiva del paziente e,in ultima analisi, levoluzione dello stato esistenziale del paziente.
sviluppi (accenno) Lo studio delle emergenze radicali della procedura omeopatica è già così sviluppato che potrebbe essere inserito nella teorizzazione dei rapporti tra ordine implicito/esplicito(Bohm), nellambito delle concezioni quantistiche del vuoto e della coscienza (cfr. ad es. Laszlo), ecc.
Siamo infatti in presenza, nella clinica omeopatica, di un modello procedurale allapparenza chiuso logicamente, ma sempre sottomesso ad emergenze radicali: in realtà, si tratta di un modello procedurale logicamente aperto i cui nodi procedurali individuano i vincoli.
- PRIMA UTILITA: PRECISAZIONE DI RAPPORTI LOGICI Lo schema permette di precisare i rapporti logici 1) tra la procedura omeopatica e le altre parti del paradigma di cui essa fa parte; 2) tra la procedura omeopatica ed il Pensiero Sistemico interdisciplinare; 3) tra la procedura omeopatica ed il paradigma biomedico; 4) tra la procedura omeopatica ed altri paradigmi; 5) ecc.
un esempio: Rapporti logici tra AQXRP e le altre parti del paradigma omeopatico: connessioni/vincoli strutturali ai Protocolli. Il Grafo ci consente di precisare il livello in cui agiscono tali connessioni.
Probabilmente il rapporto tra Procedura e Protocolli delimita la descrizione del campo cognitivo del paradigma.
In Omeopatia, infatti La procedura descritta ha ovvie relazioni concettuali con le asserzioni di Hahnemann e degli Autori omeopatici successivi su forza/principio vitale, azione primaria e azione secondaria dei rimedi, teorizzazioni omeopatiche su malattia, salute, guarigione, ecc. Tali relazioni concettuali risultano tuttavia contenute cognitivamente allinterno delle sottoprocedure correlate ai nodi procedurali. Non agendo esse sullo schema ab estrinseco, non è pertanto necessario esplicitarle a parte.
- SECONDA UTILITA: FACILITAZIONE DEL CONFRONTO TRA PROCEDURE REALI Il confronto tra metodologie cliniche omeopatiche non coincidenti può avvenire attraverso il confronto del riporto di casi clinici di Autori diversi. In un tale confronto, lutilizzo del Grafo permette la identificazione delle singole zone di discrepanza metodologica (in genere, una parziale diversità in una o più sottoprocedure). In tal modo una obbiettiva difformità prescrittiva può essere facilmente tradotta in termini di difformità metodologica (localizzabile nello schema) fra gli Autori in confronto o, diversamente, attribuita ad un loro personale modo interpretativo.
- TERZA UTILITA: RENDERE AFFIDABILE IL RIPORTO DEI CASI NELLA RICERCA CLINICA Qualsiasi studio clinico in/vs lOmeopatia che non precisi in termini univoci la procedura effettivamente utilizzata è di utilità molto limitata (comunemente nulla) ed appoggia la retorica riduzionista.
ALTRE UTILITA… Apprendimento e pratica Costituisce una struttura cognitiva di riferimento passo-passo nellapprendimento delle singole parti dellOmeopatia (Organon, MM, Rep, Teoria, Pratica, ecc). E nella propria pratica clinica. Ricerca Costituisce una struttura cognitiva per la redazione di un riporto di caso singolo e per lo studio dei riporti di singoli casi clinici. Interrelazione con la Biomedicina (e la sottrazione pazienti) La procedura omeopatica comprende quella biomedica. Da un aumento dei dati clinici può determinarsi laumento di un accuratezza utile anche in termini diagnostici e prognostici biomedici. Ogni fase di trattamento, lopzione terapeutica non è necessariamente alternativa. La procedura omeopatica svela la specificità (indicazione e limiti = delimitazione) dei due tipi di approccio ed essi possono essere utilizzati al meglio.
…E PARTICOLARMENTE Apre lo studio osservazionale della clinica allesame delle varianti esistenziali individuali correlate con i cambi prognostici e con il significato personale. Cioè correla la Medicina con la Consapevolezza.
FINE PRESENTAZIONE / segue Ciro DArpa, G. Bovina, S. Cominetti, M. Ravaglia, M. Trionfi, A. Valeri / Società Italiana di Medicina Omeopatica Descrizione algoritmica della Procedura Clinica Omeopatica Versione Sintetica in Verona