Pellegrinaggio a Roma Scuola Primaria San Giorgio – Pavia -

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Transcript della presentazione:

Pellegrinaggio a Roma Scuola Primaria San Giorgio – Pavia - SULLE ORME DI PIETRO Pellegrinaggio a Roma Scuola Primaria San Giorgio – Pavia -

CHE COS’E’ UN PELLEGRINAGGIO? Il pellegrinaggio, ma in fondo, anche per un viaggio, per una gita può valere la stessa considerazione, indica sempre un mettersi in cammino, in movimento, avendo come scopo una meta da raggiungere. Questa meta solitamente è costituita da un luogo che è particolarmente significativo, motivo che spinge a partire. Sono soprattutto due le domande cui bisogna rispondere nell' intraprendere un pellegrinaggio: la prima è "dove andare" e la seconda è "perché andare lì". Volendo ci sarebbe anche un terzo quesito e cioè "come andare "o meglio "con quale atteggiamento". Si va a Roma. A Roma per incontrare il Papa e a Roma per visitare alcuni dei luoghi più significativi che caratterizzano la nostra storia e la nostra civiltà, segnate in modo profondo dal cristianesimo. Il Papa è il successore di Pietro, colui che Gesù ha scelto, primo tra gli apostoli, per essere la "pietra "sulla quale edificare la Chiesa, chiamata ad essere nel tempo ed ovunque il sacramento, cioè il segno reale ed efficace della presenza di Cristo Salvatore.

Gesù Cristo e il suo annuncio di salvezza sono un avvenimento rintracciabile e riconoscibile nel tempo e nella storia e c'è come una catena che ci tiene legati a Lui, permettendogli di essere contemporanei a tutti gli uomini e a tutte le donne. L'ultimo anello di questa catena è il Papa attuale, il primo è Pietro. È possibile ammirare tutti gli altri anelli, cioè i ritratti di tutti gli altri Papi nella basilica di San Paolo. Il vanto dei romani è sempre stato quello di conservare le spoglie dei due grandi apostoli, Pietro e Paolo che hanno conosciuto il martirio a Roma nello stesso periodo, al tempo della persecuzione di Nerone. Sopra i luoghi della loro sepoltura sono state edificate le imponenti basiliche di San Pietro e di San Paolo. Ma anche le catacombe di San Sebastiano hanno ospitato temporaneamente le loro spoglie. Il sangue dei martiri e le catacombe ci rimandano ai primi secoli dell’era cristiana quando le prime comunità hanno conosciuto i tempi difficili della persecuzione, ma proprio quel sangue e quelle difficoltà hanno costituito il terreno fertile su cui è sono cresciute, ben salde e fortificate, l 'esperienza della fede e la vita della Chiesa. Questa esperienza e questa vita sono stati capaci di creare una cultura e una civiltà che hanno impregnato tutta la nostra storia, lasciando documentazione di una bellezza che è facile ammirare camminando per le strade di Roma e, in particolare, entrando nelle sue chiese.

CATACOMBE DI SAN SEBASTIANO Il sito si trova sull’antica Via Appia; originariamente fu chiamato "ad catacumbas" ossia "presso l'avvallamento", per la presenza di antiche cave di pozzolana. Come spesso accadeva nell'antichità, la cava venne riadattata e adibita dai cristiani a cimitero, in cui venivano sepolti soprattutto schiavi e liberti. La comunità cristiana continuò l'escavazione della catacomba, a causa degli spazi necessari per la sepoltura e dell’elevato costo dei terreni suburbani. I pagani usavano chiamare i loro luoghi di sepoltura con il vocabolo greco necropolis, la città dei morti; i primi cristiani, invece, preferirono il nome cimitero, da loro stessi inventato, che deriva dal greco koimào che significa "dormire". Un evento fondamentale per lo sviluppo e la notorietà della catacomba fu la deposizione del corpo del martire Sebastiano. La venerazione dei fedeli per questo testimone di Dio provocò mutamenti profondi all'interno della catacomba. I posti vicini alla tomba di San Sebastiano vennero sempre più ricercati. Vennero effettuati lavori di abbellimento e di ampliamento degli ambienti preesistenti.

BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA Con la fine delle persecuzioni e la promulgazione degli editti di tolleranza verso il cristianesimo, all’inizio del IV secolo, l’Imperatore Costantino fece fare degli scavi sui luoghi della cella memoriae, ove i Cristiani veneravano la memoria dell’Apostolo San Paolo, decapitato tra il 65 ed il 67, sotto Nerone. E’ su questa tomba, situata sulla via Ostiense, a circa 2 Km fuori le Mura Aureliane che cingono Roma, che fece innalzare una Basilica, consacrata da Papa Silvestro nel 324. La tomba del santo si trova sotto l'altare papale. Per questo, nel corso dei secoli, è stata sempre meta di pellegrinaggi; dal 1300, data del primo Anno Santo, fa parte dell'itinerario giubilare per ottenere l'indulgenza e vi si celebra il rito dell'apertura della Porta Santa. Fin dall'VIII secolo la cura della liturgia e della lampada votiva sulla tomba dell'apostolo è stata affidata ai monaci benedettini dell'annessa abbazia di San Paolo fuori le mura. L'intero complesso degli edifici gode del beneficio dell'extraterritorialità della Santa Sede, pur trovandosi nel territorio della Repubblica Italiana. La Basilica è Istituzione collegata alla Santa Sede, inclusa l'annessa abbazia.

LA BASILICA DI SAN PIETRO La basilica di S. Pietro è la chiesa per eccellenza di tutti i cristiani. Essa fu costruita sulla tomba dell’Apostolo che fu il primo Papa e dal tempo del martirio di Pietro questo luogo è sempre stato un centro sacro e una meta di pellegrinaggio. In origine qui c’era il Circo di Nerone, avente al centro proprio l’obelisco egizio che ora possiamo vedere in mezzo alla piazza. Quando tra il 64 e il 67 d.C. Pietro venne martirizzato, il suo corpo venne messo in una fossa sistemata proprio fuori dal circo: sopra ad essa Papa Anacleto, uno dei primi pontefici, fece erigere nell’80 d.C. un’edicola sacra e intorno alla tomba di Pietro crebbe un cimitero cristiano. Nel 313, dopo l’Editto di Milano, Costantino fece costruire in questo luogo una grande basilica, consacrata nel nome del martire e in ricordo della investitura divina: “Tu sei Pietro, e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”. Col passare del tempo, dopo più di un migliaio d’anni, si cominciò a pensare di rinnovare l’antica basilica: era necessario costruirne una più grande e capace di ospitare tutti i pellegrini che sempre più numerosi si recavano a Roma a pregare sulla tomba di Pietro. La basilica costantiniana venne demolita ed ebbe inizio ufficialmente l’edificazione della nuova chiesa nel 1506, quando con una solenne cerimonia, Papa Giulio II pose la prima pietra. L’immane impresa vide il succedersi di ben 22 papi, i lavori durarono circa 160 anni e numerosi architetti ed artisti fra i più importanti del tempo si impegnarono nella direzione dei lavori (Bramante, Raffaello, Antonio da Sangallo, Michelangelo, autore tra l’altro della maestosa cupola, Carlo Maderno e Bernini) risottolineando quanta importanza ha sempre avuto ed ha ancor oggi per tutti noi cristiani questa basilica. S. Pietro è la chiesa più grande del mondo, in essa però è tutto talmente proporzionato ed armonioso che possiamo veramente accorgerci di questa sua grandezza solo salendo sulla cupola; all’interno di questa basilica inoltre possiamo ammirare numerose opere d’arte di grandi artisti.

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