Viaggio nella poesia di Giorgio Caproni
Il progetto Tre giorni dedicati all’opera e alla biografia del poeta Giorgio Caproni, attraverso esplorazioni dei testi, laboratori di lettura espressiva, lezioni di storia e critica letteraria e recitazione di testi poetici. A Genova, dove Caproni ha vissuto e dedicando alla città parte della sua produzione poetica.
Litanìa (“Il passaggio d'Enea”, 1956) Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. Genova città pulita. Brezza e luce in salita. Genova verticale, vertigine, aria scale. Genova nera e bianca. Cacumine. Distanza. Genova dove non vivo, mio nome, sostantivo. Genova mio rimario. Puerizia. Sillabario. Genova mia tradita, rimorso di tutta la vita. (…) Genova di Livorno, Partenza senza ritorno. Genova di tutta la vita. Mia litania infinita. Genova di stocafisso e di garofano, fisso bersaglio dove inclina la rondine: la rima.
I tre temi della poesia di Caproni La poesia di Caproni si sviluppa intorno a tre fondamentali nuclei tematici: la città, la madre, il viaggio, temi «leggibili anche come sinonimi, o meglio, come anagrammi l’uno dell’altro» (G. Raboni)
Un viaggio nella poesia Possiamo dunque leggere l’opera di Caproni un «ininterrotto diario di viaggio, viaggio nel tempo e nello spazio…» (G. Raboni)
Il viaggio e le letture Durante i tre giorni a Genova, si compiono diversi itinerari attraverso la città, per raggiungere i luoghi presenti o evocati da Caproni. In ogni luogo si leggono le poesie ad esso dedicate.
«Io credo molto alla poesia detta» Giorgio Caproni
La poesia ha bisogno del corpo e della voce Caratteristica della poesia di Caproni è la narratività che «può essere anche detta teatralità: c’è un personaggio che parla e, più che raccontare, agisce parlando.» I. Calvino
Un laboratorio di lettura in itinere «La tipica intonazione caproniana si trasforma, a tratti, in una vera e propria gesticolazione sonora» G. Raboni
«Io parlerei di simulazione teatrale: in me è fortissimo questo desiderio di teatro» G. Caproni La tecnica Ogni lettura è preparata da diverse sessioni di tecnica della lettura espressiva; in itinere si affinano: fonazione dizione voce espressione
Il montaggio La fase successiva è costituita dal «montaggio» della poesia, ovvero la divisione del testo nelle «parti» della successiva lettura scenica.
La performance Si passa, quindi, alla costruzione di una messa in scena, in relazione allo spazio in cui avviene la performance recitativa, ovvero in quelli che Caproni chiama «i luoghi non giurisdizionali» della sua poesia: bar e sale d’attesa di stazioni, vagoni della funicolare, scompartimenti di treni, vie, piazze. Lettura nel bar della stazione di Campi
Stanze della funicolare (“Il passaggio d'Enea”, 1956) Una funicolare dove porta, amici, nella notte? Le pareti preme una lampada elettrica, morta nei vapori dei fiati – premon cheti rombi velati di polvere ed olio lo scorrevole cavo. E come vibra, come profondamente vibra ai vetri, anneriti dal tunnel, quella pigra corda inflessibile che via trascina de profundis gli utenti e li ha in balía nei sobbalzi di feltro! È una banchina bianca, o la tomba, che su in galleria ora tenue traluce mentre odora già l’aria d’alba? È l’aperto, ed è là che procede la corda – non è l’ora questa, nel buio, di chiedere l’alt. Lettura di «Stanze della funicolare»
Questo odore marino (“Ballo a Fontanigorda”, 1937) che mi rammenta tanto i tuoi capelli, al primo, chiarieggiato mattino. Negli occhi ho il sole fresco Del primo mattino. Il sale Del mare… Spiaggia di Boccadasse: preparazione della lettura
Sirena (“Il passaggio d'Enea”, 1956) La mia città dagli amori in salita, Genova mia di mare tutta scale e, su dal porto, risucchi di vita viva fino a raggiungere il crinale di lamiera dei tetti, ora con quale spinta nel petto, qui dove è finita in piombo ogni parola, iodio e sale rivibra sulla punta delle dita che sui tasti mi dolgono?... Lettura sulla «Salita della Tosse»
Stornello (“Il passaggio d'Enea”, 1956) Mia Genova difesa e proprietaria. Ardesia mia. Arenaria. Le case così salde nei colori a fresco in piena aria, è dalle case tue che invano impara, sospese nella brezza salina, una fermezza la mia vita precaria Genova mia di sasso. Iride. Aria. Lettura sulla Spianata di Castelletto
L'ascensore (“Il passagio d'Enea”, 1956) Quando andrò in paradiso non voglio che una campana lunga sappia di tegola all'alba – d'acqua piovana. Quando mi sarò deciso d'andarci, in paradiso ci andrò con l'ascensore di Castelletto, nelle ore notturne, rubando un poco di tempo al mio riposo. Lettura de «L’Ascensore», all’interno della stazione dell’ascensore di Castelletto
La classe 3B, Genova, Aprile 2011 Congedo del viaggiatore cerimonioso (“Congedo del viaggiatore cerimonioso ed altre prosopopee”, 1965) Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia. Anche se non so bene l’ora d’arrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m’è giunto all’orecchio di questi luoghi, ch’io vi dovrò presto lasciare. Vogliatemi perdonare quel po’ di disturbo che reco. Con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi, per l’ottima compagnia. (…) La classe 3B, Genova, Aprile 2011
(…) Ora che più forte sento stridere il freno, vi lascio Congedo del viaggiatore cerimonioso (“Congedo del viaggiatore cerimonioso ed altre prosopopee”, 1965) (…) Ora che più forte sento stridere il freno, vi lascio davvero, amici. Addio. Di questo, son certo: io son giunto alla disperazione calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento. La classe 3B, Genova, Aprile 2012
Le immagini della presentazione ritraggono le due classi del Liceo «Tito Livio» che hanno preso parte alle due edizioni fino ad ora realizzate del «Viaggio nella poesia di Giorgio Caproni». Prof. Valeria Fraccari