La congiura di Catilina

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Transcript della presentazione:

La congiura di Catilina Realizzato da Emma Rodella

Lucio Sergio Catilina VITA Catilina nasce a roma nel 108 a. c., la sua famiglia nativa, i Sergii ( famiglia di nobili origini) da molti anni non aveva più un ruolo significativo nella vita politica di roma. L’ultimo della sua famiglia ad essere nominato console era stato Gneo Sergio Fidenate Cosso nel 380. Catilina ebbe due mogli: Gratiana, sorella di Marco Mario Gratidiano. Aurelia Orestilla, figlia di Gneo Aufudio Oreste (console nel 71 a. C.) Dalla prima ebbe un figlio che uccise in quanto ostacolo con le nozze con Aurelia Orestilla.

FASI POLITICHE Nell'89 a.C. il poco più che ventenne Catilina segue il generale Strabone nella guerra marsica contro le popolazioni italiche coalizzate contro Roma, e in questa occasione conosce Cicerone e Pompeo. Nell'88 a.C. passa agli ordini di Silla, eletto console, e lo segue in Asia nella Prima guerra mitridatica. Pompeo Cicerone Silla

Le sue canditure Negli anni successivi, dopo la morte di Silla, Catilina non subisce condanne, ma ottiene anzi i primi successi politici: questore nel 78, legato in Macedonia nel 74,   e governatore dell'Africa nel 67 Al suo ritorno, nel 66 a.C. si candida alla carica di console, ma viene perseguito per abuso di potere, uscendone assolto; ancora nel 66 è accusato di una cospirazione con Autronio portato in giudizio nel 65 a.C., ricevette l'appoggio di molte persone influenti, anche di categoria consolare come Lucio Torquato e lo stesso Cicerone aveva ipotizzato di difenderlo in tribunale. Catilina fu assolto, ma i processi furono sufficienti a mandare a monte la sua elezione a console. Poiché è ancora sotto processo, Catilina può ricandidarsi a console solo nel 64 a.C. per l'anno successivo, ma il Senato, allarmato dalla sua accresciuta popolarità, gli oppone un avvocato, Cicerone, un Homo novus. Cicerone inizia a costruire l'immagine "nera" di Catilina, insinuando che fosse un assassino, gli optimates, l'oligarchia senatoria, mobilitano le loro clientele a favore di Cicerone, che vince e viene eletto. Catilina, si candiderà nuovamente alle elezioni per il 62 a.C., non prima di essersi guadagnato l'appoggio della plebe romana promettendo una ridistribuzione delle terre) ed emanando un editto per la remissione dei debiti (detto Tabulae novae). Quest'ultima proposta allarma la classe senatoria e Cicerone che, nell'orazione Pro Murena, sottolinea in Catilina «...la ferocia, nel suo sguardo il delitto, nelle sue parole la tracotanza, come se avesse già agguantato il consolato».

Il progetto di catilina Il progetto di Catilina non era troppo diverso da quello di altri che avevano tentato di riformare la Repubblica in senso popolare, anche forzando il sistema, come Tiberio Gracco e suo fratello Gaio, come farà anche lo stesso Cesare in seguito. Nell'orazione Pro Murena del 63 a.C. La Repubblica ha due corpi: uno fragile, con una testa malferma; l'altro vigoroso, ma senza testa affatto; non gli mancherà, finché vivo». Nell'analisi politica di Catilina la Repubblica Romana vive una separazione gravissima della società dalle istituzioni. Il corpo fragile rappresenta il corpo elettorale romano, spaccato in cricche;la testa malferma rappresentava invece il Senato, abituato al potere ereditario, colluso con i grandi proprietari terrieri, composto per lo più dall'ottusa classe del patriziato.

L’ultima fase della sua congiura l  governo organizza distribuzioni gratuite di grano per tenere calmo il popolo. La congiura prende comunque il via, Il 7 novembre due congiurati, Vergunteio e Cornelio, si recano all'abitazione di Cicerone, con i pugnali sotto la toga, ma Cicerone non farà aprire. I due, smascherati, lasceranno la città. Si giunge quindi alla leggendaria riunione del Senato dell'8 novembre, presso il tempio di Giove. Il luogo è facilmente difendibile e pieno di guardie armate. Il gesto di sfida, terribile di Catilina lascia ammutoliti i senatori: il patrizio si presenta nel consesso, va a sedersi su un gradino.  Catilina non sa ancora che verrà sommerso dalla mitica orazione (che passerà alla storia, come Prima Catilinaria) di Cicerone. Ovviamente i toni, in quella drammatica seduta, furono meno fermi di come immortalato in seguito da Cicerone.

Catilina fuggì in Etruria dove si ricongiunse con gli armati raccolti da Caio Manlio, lasciando a Cornelio Lentulo, un suo partigiano che aveva rivestito in passato il consolato. Lentulo fu scoperto e messo a morte insieme agli altri capi. Il Senato affidò allora ai due consoli il compito di fronteggiare la rivolta: Caio Antonio ebbe l'incarico di marciare contro Catilina, mentre Cicerone doveva rimanere a presidiare la capitale. Da Roma partirono due eserciti: uno costituito da tre legioni al comando del pretore Quinto Cecilio Metello Celere, l'altro al seguito di Antonio. Il primo si pose a guardia dei passi montani che Catilina avrebbe dovuto percorrere per ritirarsi nella Gallia Cisalpina  dove contava su molti simpatizzanti, precludendogli ogni via di fuga; il secondo lo tallonava da presso e lo spingeva verso l'Appennino per costringerlo a dare battaglia. Spostamenti di Catilina

La morte di catilina La situazione fu risolta da Petreio lanciando la coorte pretoria al centro dello schieramento avversario. Con ogni probabilità nel 62 a.C. si trattava di una coorte (480 legionari) di uomini scelti alle dirette dipendenze del comandante e forse legati a lui non soltanto da un vincolo di obbedienza militare, ma anche da un beneficio personale: paga più alta, carriera facilitata. L'azione adottata da Petreio fu risolutiva. Crollato questo,  anche le ali cedettero: Manlio ed il fiesolano caddero tra i primi; Catilina, come vide i suoi in rotta, con un pugno di compagni si gettò nel folto dei nemici e morì con le armi in pugno. Fu trovato in mezzo ad un mucchio di cadaveri, che ancora respirava, accanto all'aquila d'argento che aveva avuto come insegna nella guerra contro i Cimbri. Il generale Antonio, che comandava le operazioni, non ebbe il fegato di farlo curare per portarlo di fronte a un tribunale, e ordinò che venisse decapitato, ancora cosciente. Poi il lugubre trofeo fu inviato a Roma.   

video https://youtu.be/pBHh7QDaI3k Della congiura di catilina