Il volontariato come valore aggiunto

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Transcript della presentazione:

Il volontariato come valore aggiunto Corso di formazione “Progettualità e valore aggiunto di AVIS” Pesaro 21 novembre 2009 Dr. Mauro Soli

indice Un contesto teorico di riferimento Il valore aggiunto dall’individuo Il valore aggiunto dall’organizzazione Il valore aggiunto per il sociale Dove spendere questa ricchezza Con quali strumenti Dentro quali contesti Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Viviamo nel paradosso della felicità Cos’è: Nelle società occidentali al crescere del PIL procapite, la felicità percepita tende a non aumentare ovvero a diminuire (L. Bruni) La corsa all’aumento del PIL costringe a sacrificare la vita di relazione (S. Zamagni e altri) Come uscirne: Relazioni sociali intense Impegno sociale e politico Reciprocità e dono Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Il dono secondo Alain Caillé Il dono è il fondamento del legame sociale: non sono tanto le relazioni di mercato e le relazioni di potere a tenere insieme la società ma il sistema di relazioni reciproche che si forma nella logica del dare-ricevere- restituire. Questo è “paradigma dall’associazione e della riconoscenza”, che è presente nel volontariato moderno e nel ruolo che l’associazionismo assume “dell’economia civile” Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

di recuperare le dinamiche comunitarie, Il dono è una prestazione di beni e servizi senza garanzia di restituzione al fine di creare o alimentare il legame sociale tra le persone (Montesi) un bisogno , ovvero il riconoscimento della necessità dell’altro” (Zamagni) un progetto, dove valori comuni vengono condivisi per conseguire l’interesse generale (Grasselli) un’azione collettiva in cui la reciprocità sociale dei diversi attori nell’attuazione del bene pubblico (Corazzini) Il dono permette: di recuperare le dinamiche comunitarie, di riappropriarci di relazioni interpersonali di far riferimento ad un sistema non più orientato alla sola ricerca dell’interesse Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Per ricostrure vincoli di reciprocità Per tenere insieme la società non bastano le relazioni di mercato, fondate sull’interesse, e le relazioni di potere, imposte dal vincolo giuridico, Ciò che assicura la coesione sociale: È la rete delle obbligazioni reciproche; È logica del dare-ricevere-restituire; È la logica del dono . Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Il valore aggiunto individuale La gratuità della propria azione la solidarietà nei confronti degli altri La disponibilità a mettersi in gioco L’interesse per se e l’interesse per l’altro L’obbligo e la spontaneità del dono obbligo di donare liberamente; il dono obbliga; Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Dall’individuo al collettivo la persona con le sue risorse e le sue capacità e con il proprio bagaglio di conoscenze può metterle a disposizione solo partecipando Viviamo una condizione in cui non possiamo scegliere se cambiare o meno: possiamo però scegliere se partecipare o no, a quel cambiamento Attraverso la partecipazione si entra nella dimensione collettiva Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Il valore aggiunto collettivo Il gruppo (pensiero) L’organizzazione (performance) La condivisione di prospettiva (idea di futuro) Il progetto (azione) La reciprocità dei rapporti (relazione) Gli spazi di cooperazione (opportunità) La partecipazione (benefici) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Un valore aggiunto sociale Le due dimensioni del volontariato “Il volontariato potrebbe coniugare due diverse culture, quella imprenditoriale e quella della socialità, formando uno spazio centrale per la coesione sociale diverso da quello delineato dalla cultura del mercato in senso stretto” (A. Volterrani) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Cultura imprenditoriale Esplorazione di frontiera (“nuovi mercati”) come obiettivi prioritari le organizzazioni di volontariato affrontano temi e ambiti marginali e/o sconosciuti anche alla comunità territoriale di appartenenza; Possibilità di fallimento (“rischio di impresa”) la capacità di lavorare “border-line” e in situazioni di evidente disagio (organizzativo, gestionale e ambientale) e pericolo, assumendo il rischio di esiti non positivi di azioni, servizi e progetti.

Cultura imprenditoriale la capacità di collegare mondi caratterizzati da logiche diverse, rappresentandone il collante principale (network integrati); la capacità di sviluppare le competenze individuali e collettive (creatività e immaginazione) per il miglioramento organizzativo (Learnig organization) capacità di sviluppare un’autonomia responsabile sia all’interno della propria organizzazione, che rispetto alle altre organizzazioni attive sul territorio e più in generale nell’ambito della propria comunità di riferimento (“Responsabilità sociale di impresa”)

Cultura della socialità Luogo e attore della costruzione di nuovi spazi comunicativi condivisibili o di sviluppo di quelli già esistenti Spazi di prossimità intesi come luoghi dove si ha la capacità di leggere ed interpretare i bisogni dei cittadini per la vicinanza e sia per i.l forte radicamento sul territorio delle OdV

Cultura della socialità Relazionalità diffusa capacità di cucire il tessuto comune del territorio, riproducendo relazionalità ; capacità di promuovere relazioni condivise e relazioni paritarie in contesti caratterizzati da disuaglianza di potere e di opportunità; capacità di promuovere la diffusione del capitale sociale in termini di fiducia, di relazioni e legami tra persone diverse, in contesti sociali diversificati, attraverso cui accedere a risorse più ampie. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Cultura della socialità Attento alla qualità sociale attraverso: L’ascolto (bisogni ed esigenze) L’integrazione (culturali e sociali) La sviluppo di competenze (professionali e relazionali) Lo sviluppo di azioni nella rete Il sostenere i processi comunitavi dal basso verso l’alto Lo sviluppo di pratiche di progettazione sociale partecipata (PSP) Democraticità e partecipazione (spazi di democrazia interna e laboratorio di partecipazione democratica) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Cultura della socialità Economicità (risorse umane, risorse finanziarie, mutualità, solidarietà di base) Gratuità dell’azione ( azione gratuita e disinteressata come elemento fondante sia del dono) Etica e responsabilità (azioni eticamente orientate su piattaforme valoriali condivise) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Come e dove si può spendere questo valore Nel prendersi cura di se stessi e degli altri Nella comunità per conseguire il bene comune sulla base di valori condivisi Nelle reti e nelle partnership di sviluppo Nel territorio Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Prendersi cura Dare sostegno affettivo-relazionale Riconoscere e preoccuparsi per l’altro Mettere al centro il valore dell’interdipendenza Affrontare e superare collettivamente le sfide della vita Essere parti attive di una comunità Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Per costruire una Comunità solidale Una comunità è solidale se è: consapevole dei problemi che si producono al suo interno Competente nel prendersi carico delle problematiche Capace di favorire l’integrazione sul territorio attraverso processi di auto-riconoscimento e di apprendimento collettivo che possono comportare una crescita della responsabilità. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Si lavora sulla comunità lavorando in rete Realizzando modelli stabili di relazioni partenariali tra soggetti diversi; Partecipando e sostenendo i processi di pianificazione dal basso in cui prevale il bottom up come direzione decisionale; Assolvendo ad una «funzione educativa» e di promozione delle capacità e delle competenze del territorio Affidando alla comunità locale la costruzione di interventi integrati nei quali l’operatore funge da input, da stimolo (M. Ingrosso) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Le competenze per fare tutto ciò Sapere osservare (gli individui, i gruppi, il contesto); Sapere ascoltare per ampliare i mondi possibili Sapere andare oltre le cornici (ridefinire, apprendere, inventare ) Saper decidere (dall’ideazione alla operatività) Sapere gestire (le relazioni, le dinamiche, i conflitti) Saper progettare (pianificare, eseguire, verificare, agire) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

(progettazioni integrate) (Progettazioni antagoniste) OSSERVARE BASSA ALTA ACCORDO COMPAGNI DI VIAGGIO (progettazioni integrate) ALLEATI (partenariato) ALTO AVVERSARI (approcci diversi) OPPOSITORI (Progettazioni antagoniste) BASSO FIDUCIA Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

L’ascolto attivo: Le sette regole dell’ascolto (Marianella Sclavi, 2003) Non aver fretta di arrivare alle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista devi cambiare il punto di vista. Ognuno di noi tende a vedere il proprio punto di vista come universale e valido oggettivamente, perché diamo per scontate le premesse da cui parte, dalla cornice implicita. Si deve uscire dalla cornice, si deve imparare a osservarsi. Se vuoi comprendere cosa l’altro ci sta dicendo devi assumere che abbia ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. Significa uscire da una logica “giusto – sbagliato”, “io ho ragione – tu hai torto”, “amico – nemico”, “vero- falso” ed assumere la logica tu hai ragione- io ho ragione (approccio alla negoziazione) Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Ascolto attivo: Le sette regole dell’ascolto (Marianella Sclavi, 2003) Le emozioni non ti informano su cosa vedi ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. L’atteggiamento giusto quando si pratica l’ascolto attivo non è quello di un osservatore impassibile, le emozioni sono spie che ci aiutano a capire che qualcosa non va nella comunicazione con l’altro. Un buon ascoltatore è esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli marginali, fastidiosi, irritanti perché incongruenti con le proprie certezze Un buon ascoltatore affronta i dissensi e gestisce in modo creativo i conflitti Per saper ascoltare devi adottare una pratica umoristica. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Non si tratta tanto di pensare di più, quanto di pensare diversamente. Oltre le cornici Nella cornice: tecniche manicomiali Oltre la cornice: “tutti fuori” Non si tratta tanto di pensare di più, quanto di pensare diversamente. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

(area delle dipendenze) (area sicurezza urbana) Gestire le relazioni Schema Tomson-Tuden (Battistella 2004) CONSENSO CONFLITTO STRATEGIE PROGRAMMAZIONE (area anziani) NEGOZIAZIONE (area salute mentale) CONOSCIUTE SPERIMENTAZIONE (area delle dipendenze) DEFINIZIONE (area sicurezza urbana) SCONOSCIUTE OBIETTIVI Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Decidere: Impostazione del problema Definizione degli obiettivi desiderati Produzione delle idee e delle proposte Valutazione delle idee Negoziazione delle proposte Scelta delle idee e delle proposte da realizzare Passaggio dall'idea al progetto generale Definizione delle fasi operative del progetto dettagliato Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Progettare perchè Una serie di leggi ( 285/97, 328/2000) indicano nella partecipazione e nella sussidiarietà le scelte di fondo della programmazione Il sistema a risorse decrescenti ma a forte crescita di bisogni impone la necessità di introdurre di politiche ad orientamento strategico L’emergere di bisogni generali sposta le azioni dall’intervento individuale verso progetti di azione sociale A fronte della crescente complessità c’è l’esigenza di innovare, sperimentare, verificare e di rendere più flessibili i sistemi e gli interventi specifici La crisi del modello burocratico-funzionalista ci sposta verso l’adozione di modelli a matrice Per rendere più funzionali gli interventi si impone di sviluppare collaborazioni e partnership con altre organizzazioni ed il “lavoro di rete” tra servizi È una modalità prevalente di accesso a risorse finanziarie Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

In quale contesti Nell’ambito delle politiche sociali inclusive All’interno dei sistemi di governance territoriali Nelle programmazioni sociali di zona Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

LE POLITICHE SOCIALI INCLUSIVE la focalizzazione: cura ▶ prevenzione ▶ promozione le funzioni: accudimento ▶ consapevolezza ▶ responsabilizzazione l’oggetto: problema ▶ rischio ▶ disagio della normalità l’approccio: terapeutico ▶ educativo ▶ consulenziale il target utenti▶ gruppo a rischio ▶ comunità gli attori: operatori ▶ servizio ▶ rete

l’asse della sussidiarietà orizzontale La sussidiarietà trova attuazione nel rapporto fra Istituzioni e soggetti sociali nella costruzione di un sistema di governo allargato (governance), attraverso pratiche di concertazione e condivisione dirette a coinvolgere e corresponsabilizzare tutti i soggetti nel processo decisionale. Sussidiarietà dunque come possibilità dei cittadini e delle loro organizzazioni di intervenire sul sistema dei servizi, Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Nelle pratiche di costruzione sociale Il pianificatore costruisce relazioni, apre possibilità, è più una risorsa che un regolatore, la sua attenzione è rivolta alle pratiche quotidiane. Nel lavoro di chi fa piani non è tanto essenziale la relazione mezzi‑fini quanto la comunicazione, l'argomentazione, la tutela di interessi deboli, la creazione di reti e coalizioni dal basso. La programmazione è un processo di rafforzamento della comunità (community building) In questa prospettiva il pianificatore focalizza la sua azione su quali strumenti, luoghi possano sviluppare la cooperazione, costruire consenso. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

La pianificazione condivisa La prospettiva sulla quale si è avviato il processo di definizione dei piani sociali di ambito è quella relativa all’approccio «concertativo o partecipato» che è caratterizzato da un processo negoziale e di co-progettazione in cui interagiscono i diversi punti di vista. Dr. Mauro Soli Pesaro 21 novembre 2009

Grazie per l’attenzione Corso di formazione “Progettualità e valore aggiunto di AVIS” Pesaro 21 novembre 2009 Dr. Mauro Soli