Sostenibilità ed impronta ecologica Pio Russo Krauss Associazione Marco Mascagna onlus www.giardinodimarco.it Resp. Centro di Documentazione e Ricerca sull´Ambiente e la Salute ASL Napoli 1
Ogni anno muoiono in Italia tra le 30. 000 e le 40 Ogni anno muoiono in Italia tra le 30.000 e le 40.000 persone a causa dell’inquinamento (OMS 2005) L´inquinamento atmosferico determina 22 -23 milioni di giornate di assenza per malattia (MISA-2) Persone colpite da eventi idrogeologici gravissimi in Italia tra il 1980 e il 2000: 70.000 (Min. Ambiente) CO2 in era pre industriale 280 ppm, 1990 353 ppm, 1999 368 ppm, 2004 374 ppm (IPPC) L’uomo ha distrutto il 42 % delle foreste del pianeta Terra (FAO) Stima dei costi esterni del trasporto su gomma nel 1999 in Italia: 95.000 milioni di euro (AdT)
Perché questa situazione Perché questa situazione? Sono solo degli incidenti di percorso di un modello di societá buono o il segno che la nostra societá ha in sé qualcosa che non va?
Ecologia fattori non viventi (abiotici): acqua, minerali, gas: corpi idrici, rocce atmosfera; calore, vento, umidità: clima e microclima. fattori viventi (biotici): animali, piante, microorganismi
Gli esseri viventi hanno bisogno di energia sole vegetali Animali (Erbivori → Carnivori) H2O + CO2 + energia luminosa glucosio + O2 glucosio + O2 energia + CO2 + H2O Consumatori Produttori
Secondo principio della termodinamica 10.000 Cal 1.000 Cal 100 Cal 10 Cal energia solare 280 g mais 60g pollo 0,5 bambino Secondo principio della termodinamica Nessuna macchina può avere un rendimento al 100% Ad ogni trasformazione di energia una parte viene dispersa come calore L’universo tende verso la morte termica L’energia si degrada (da forme concentrate a forme disperse, disordinate) L’entropia dell’universo è in perenne aumento I sistemi tendono al disordine
Il ciclo della materia mosso dal flusso di energia del sole Produttori vegetali Consumatori (Erbivori → Carnivori) Decompositori In natura non esistono rifiuti perché questi sono risorse per altri elementi dell’ecosistema.
I cicli biogeochimici: ciclo del carbonio
Cicli biogeochimici: ciclo dell´azoto
La catena alimentare funge da meccanismo omeostatico grazie alla presenza di feed-back negativi
Caratteristiche degli ecosistemi elementi abiotici e biotici catena alimentare (produttori – consumatori - decompositori flusso d’energia ciclizzazione della materia (ciclo chiuso della materia) meccanismi omeostatici
Leggi dell’ecologia in natura tutto è collegato, ogni elemento è in relazione e dipende da altri viviamo in un sistema finito, con risorse e capacità di depurazione limitate il massimo è nemico del meglio la complessità è garanzia di stabilità l’energia si degrada la natura funziona a ciclo chiuso di materia
Il nostro sistema economico è in contraddizione con le leggi del nostro pianeta crescita illimitata di merci e consumi ciclo aperto della materia (risorse → produzione → consumo → rifiuti) ignora il secondo principio della termodinamica la floridezza del nostro sistema economico è fondata sull’importazione netta di risorse l’orizzonte temporale del mondo economico e di anni o al massimo decenni mentre i fenomeni naturali avvengono in tempi più lunghi
Quanto pesiamo sull´ambiente? Un’attività sostenibile è quella che in un dato tempo preleva un quantitativo di risorse rinnovabili (vegetali, animali ecc.) pari o minore di quello che la natura è capace di riprodurre nello stesso tempo e che immette nell’ambiente un quantitativo di rifiuti (solidi, liquidi e gassosi) pari o minore di quello che la natura è capace di depurare Impronta ecologica Superficie che occorre per produrre le risorse e depurare gli inquinanti di una comunitá, una persona, un prodotto
Quanto pesiamo sull´ambiente Impronta media mondiale 2,3 ettari/persona Ettari di ecosistemi produttivi 1,8 ettari/persona L’impronta ecologica media: USA 12,2 ettari Germaia 6,3 ettari Olanda 6 ettari Italia 5,5 ettari Cina 1,4 ettari india 1 ettaro Eritrea 0,3 ettari.
Sostenibilitá ambientale e sociale Produrre e consumare in modo tale che anche estendendo tale modello a tutti gli uomini non si supera la capacitá di carico del pianeta Terra Consumi energetici pro capite (Kep): USA 8.500 Italia 3.500 America latina 1.250 Cina 880 Africa 395 Se in tutti i Paesi del mondo vi fossero 2 auto ogni 3 abitanti, come in Italia, il petrolio si esaurirebbe in 6-8 anni
Che ne pensate? È possibile fare qualcosa? Cosa si dovrebbe fare? Quale dovrebbe essere il nostro ruolo?
Economisti ambientalisti H Daly: economia dello stato stazionario le risorse non rinnovabili vanno riciclate quelle rinnovabili vanno utilizzate ad un tasso inferiore a quello della loro produzione Georgescu-Roegen: bioeconomia la finalità del processo economico non è la produzione ma il benessere psichico, fisiso e sociale delle persone: si deve ridurre P, I ed A; ruolo centrale alla agricoltura e alle fonti energetiche rinnovabili Neomarginalisti si devono “internalizzare le esternalità” così che il mercato stesso spinga verso produzioni e consumi meno inquinanti
Economisti ambientalisti ecomarxisti (Gorz, O’ Connor ecc.) ridurre l’orario di lavoro, ridurre il dominio economico, localismo, decentramento, partecipazione, autogestione ambientalisti scientifici (neotecnici) applicare il sapere scientifico per soddisfare i bisogni in maniera più razionale (“tecnologie appropriate”): il trasporto deve essere prevalentemente collettivo, fonti energetiche diffuse e a bassa intensità, processi produttivi ad alta efficienza.
Cosa possiamo fare noi? diffondere queste conoscenze non farsi prendere dall’ideologia del “produrre sempre di più, consumare sempre di più”, del “più si ha è più si è felici” ridurre la propria impronta ecologica: ridurre gli sprechi, avere uno stile di vita piú sobrio e piú attento alla sostenibilitá sostenere le organizzazioni che si battono per una società giusta e sostenibile, fare pressione sui politici perché si impegnino realmente per una societá giusta e sostenibile
“Le persone devono interessarsi delle cose che contano più di quelle che si possono contare” (Daly) “più della promozione della felicità che della produzione di merci” (Georgescu-Roegen)