Un po' di verde in più Istituto Comprensivo “V. Ormea” Progetto realizzato da 2L, 3L T.P. e coordinato dal prof. Becchetti, in collaborazione con Legambiente Le piantine sono state regalate dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura di Casalotti, grazie all'interessamento del Dott. Giuseppe Pignatti.
Nel giardino di scuola, a Gennaio Togliamo le erbacce e i rifiuti
Mettiamo a dimora le piantine Si preparano le buche Si mettono a dimora con cura Tino, Lentaggine Viburnum tinus Mirto Myrtus communis Si concimano E si annaffiano
La pacciamatura La pacciamatura si può effettuare con teli di plastica neri, con paglia o altri materiali e serve per non far venire a contatto i frutti con il terreno ( fragole, pomodori ecc...) oppure, nel caso di piantine come le nostre, serve a proteggere le radici dal freddo o dal sole e a non far evaporare l'acqua dal terreno. Lentisco Pistacia lentiscus
Il Lentisco ( Pistacia lentiscus chia o latifolia ) E' una pianta alta fino a tre, quattro metri appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, dello stesso genere del pistacchio ( Pistacia vera) e comune in tutta la zona mediterranea soprattutto vicino al mare e sotto i 600m di altitudine. Le foglie sono caratteristiche della pianta e sembrano ritagliate da una foglia a lamina intera con le forbici, tanto da diventare composte paripennate con 6-10 foglioline. Gli usi che se ne fanno sono molteplici come per la produzione del carbone e per alcuni lavori di intarsio. Le foglie, ricche di tannini, venivano usate per conciare le pelli, e la resina, estratta dalla corteccia, viene usata spesso come componente di paste per le otturazioni in odontoiatria. I frutti, bolliti e spremuti, forniscono un olio usato come combustibile per l'illuminazione. Solamente a Chios, splendida isola greca a soli 8 Km dalla Turchia, il lentisco trova, però, il clima ed il terreno ideale per crescere e dare il meglio di sé.
Le piante sembrano piccole querce e solo qui, dalla loro corteccia, si ricava una preziosa resina, la masticha o mastice, usata nell'industria dolciaria, nella cosmetica, in pittura, in farmacologia. Sin dal 249 d.C. La masticha viene commercializzata da Genovesi, Veneziani, Greci e Turchi che hanno sempre combattuto per il dominio dell'isola. Chios, infatti, oltre a rappresentare un punto strategico militare, rappresentava una risorsa preziosa per la produzione di masticha. Nell'isola c'é una leggenda che narra del supplizio che l'imperatore romano Decio fece subire a San Isidoro, giovane soldato romano, convertito al cristianesimo. Scelse il martirio anziché abiurare la sua nuova fede. Legato per una mano ed un piede fu trascinato da un cavallo selvatico lungo le foreste di lentisco dalla Chora a Neochori. Le piante, vista la sofferenza del giovane, come per miracolo, iniziarono a piangere lacrime di masticha. Lacrime di masticha che scendono dal tronco Pezzi di mastica addensata
Il nostro giardino a Maggio Corbezzolo Arbutus unedo Ginepro comune Juniperus communis Fillirea Phillyrea angustifolia
Al Parco della Cellulosa Il 26 marzo alcune piantine della Macchia Mediterranea, regalate dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA-PLF), sono state messe a dimora in varie parti del Parco. Due classi, la 2L e la 3L, del Plesso di v. Casalotti, si sono recate a piedi, ben munite di vanghe, zappe e attrezzi vari, per i “ Grandi Lavori”.
Le piantine vengono messe a dimora
Alcuni volontari di Legambiente Circolo Legambiente “Parco della Cellulosa” cod. 1962 Ginestra Spartium junceum