Osservare al microscopio
Nascita ed evoluzione del microscopio Nel VII secolo a.C. gli assiri ricavarono una lente piano – convessa da un cristallo di rocca. I Romani per realizzare le loro lenti riempivano d’acqua palloni sferici di vetro I Vichinghi alla fine del primo millennio utilizzavano lenti ricavate dal cristallo di rocca per incidere i loro preziosi gioielli E’ nel XIII secolo che ha inizio la produzione di lenti in vetro e la costruzione dei primi occhiali
Il cannocchiale olandese Nel 1590 Hans e Zacharias Janssen (padre e figlio) olandesi costruiscono quello che viene ritenuto il primo vero microscopio. Si tratta di un microscopio composto, ottenuto dalla disposizione in serie di due lenti, che consentiva di vedere i particolari di un oggetto osservato ingranditi 60 volte.
Nel 1610 Galileo Galilei costruisce il suo famoso occhiale di Galileo
nel 1624 ne deriva da questo il perspicillum (o occhialino) nel 1624 ne deriva da questo il perspicillum (o occhialino). Viene aggiunto all’occhiale un oculare divergente) Fu uno studioso greco trasferitosi a Firenze ad adottare per primo il termine microscopium per definire l’occhiale galileiano.
Nel 1665 Robert Hooke, fisico inglese mette a punto il sistema della doppia messa a fuoco ed osservando campioni di sughero, scoprì delle strutture interne regolari che chiamò cellule.
Nel 1675 lo scienziato olandese Anthony von Leeuwenhoek, con un microscopio semplice, costituito da una sola lente, piccolissima e con un raggio di curvatura molto piccolo, compì alcune tra le più straordinarie osservazioni nel campo del molto piccolo per quei tempi.
Le lenti d’ingrandimento Per comprendere il funzionamento di una lente dobbiamo conoscere il fenomeno della rifrazione Questo è legato al fatto che la velocità di propagazione della luce è costante (300.000 Km/s nel vuoto) finché si muove in un mezzo omogeneo, ma varia in funzione delle caratteristiche del mezzo in cui la propagazione avviene
Quando un raggio di luce passa da un mezzo ad un altro subisce un cambiamento di velocità e, in corrispondenza dell’interfaccia, viene deviato ovvero rifratto di un angolo che è tanto maggiore quanto maggiore è la differenza di velocità di propagazione della luce nei due mezzi. velocità di propagazione della luce nell’acqua 225.000 km/s, nel vetro 200.000 km/s
E’ importante anche l’angolo d’incidenza del raggio con la superficie: se il raggio cade perpendicolare alla superficie non si ha deflessione, più ci si allontana dalla perpendicolarità, tanto più grande è l’angolo di rifrazione. Inoltre se si passa da un mezzo meno denso a uno più denso, la deflessione avvicina la traiettoria alla perpendicolare alla superficie, se si passa da un mezzo più denso a uno meno denso, si ha un allontanamento dalla perpendicolare alla superficie.
Se una delle superficie è piana e l’altra convessa ho un’immagine ingrandita dell’oggetto, se la lente è biconvessa ho un ingrandimento maggiore Per indicare il potere d’ingrandimento di una lente si indica il rapporto tra le dimensioni dell’immagine ingrandita e quelle reali.